Per i commercialisti troppe falle nel sistema e scarsa preparazione dei clienti
I commercialisti promuovono, ma con la sola sufficienza, la fattura elettronica.
Segnalano però difficoltà legate all’utilizzo dei programmi, alla scarsa preparazione dei clienti e alla difficoltà di ottenere un’adeguata assistenza dalla software house.
È questo il risultato di un sondaggio svolto dal Consiglio nazionale di categoria su un campione di oltre 350 commercialisti selezionati sull’intero territorio nazionale. Alla luce di questi risultati, e per evitare il “collo di bottiglia” del 16 febbraio, il presidente della categoria Massimo Miani chiede «un prolungamento fino al 16 marzo della moratoria sulle sanzioni relative alle operazioni di gennaio».
Tra l’altro l’Unione giovani dottori e l’Aidc hanno elaborato due documenti per proporre al legislatore una serie di semplificazioni (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Tornando al sondaggio vediamo nel dettaglio luci e ombre del primo mese di invio obbligatorio della fattura elettronica. Tra le maggiori criticità c’è la «scarsa conoscenza delle procedure da parte dei clienti», che risulta il primo tra i problemi segnalati (65,2%); il secondo problema, indicato dal 41% del campione, è il poco tempo che è stato concesso.
Passando agli strumenti necessari al nuovo adempimento, la piattaforma utilizzata ha soddisfatto pienamente le necessità nel 36,8% dei casi, solo parzialmente nel 50,4 per cento. Invece, l’assistenza tecnica fornita dalle software house è sta ta esaustiva e tempestiva solo nel 21,1% dei casi, mentre è stata scarsa o nulla per il 31% del campione.
Va un po’ meglio, ma siamo ancora lontani dall’optimum, se si rivolge l’attenzione all’agenzia delle Entrate. Solo nel 31% dei casi i rallentamenti nell’invio delle fatture sono sporadici o assenti, mentre il 40% segnala ritardi frequenti o continuativi.
Anche lo Sdi è meno solerte del previsto, le fatture arrivano sempre nei tempi previsti solo nell’11,4% dei casi, «quasi sempre» nel 63,8%, raramente o mai nel 24,8% dei casi. Sul fronte dei costi la fattura elettronica ha permesso dei risparmi solo per l’11,7% degli intervistati, un costo entro i mille euro per il 17,7%, entro i 2mila per il 22,2% e oltre i 2mila euro per il 49 per cento. Sotto il profilo strategico, comunque, la fattura elettronica arriva alla sufficienza, per il 41,3% migliora l’efficienza gestionale e per il 19,4% consentirà di ampliare i servizi professionali.
«I risultati di questo sondaggio – commenta Massimo Miani – certificano la sostanziale impreparazione con la quale si è giunti a questo fondamentale appuntamento». Oggi, anche alla luce del sondaggio, secondo Miani «si capisce in maniera ancor più chiara come la nostra richiesta di gradualità nell’introduzione della norma fosse saggia e motivata. In tantissimi stanno rinviando l’emissione delle fatture proprio perché il sistema non è pronto».
Miani sottolinea inoltre l’aiuto che i commercialisti stanno fornendo «per sopperire alle falle del sistema, svolgendo una preziosa e responsabile azione di segnalazione all’agenzia delle Entrate di tutte le problematiche segnalate dai colleghi».
Fonte: Il Sole24 Ore