Riunita la Giunta Faib. Credito d’imposta, preoccupazione per il silenzio dei sottosegretari del MEF a valle degli impegni presi

Proteste in arrivo sulla rete in assenza di segnali operativi certi

La Giunta Nazionale Faib riunita a Roma il 20 febbraio us presso la Confesercenti Nazionale, ha discusso dei vari punti all’ordine del giorno. La discussione si è incentrata sul tema scottante collegato all’obbligo della nuova normativa che impone l’emissione della fattura elettronica e il conseguente aumento dei costi in capo ai gestori per adempimenti sia diretti che indiretti, con aggravio di mano d’opera e soprattutto di costi legati alle commissioni bancarie.

Su questo punto la categoria aveva ottenuto dal governo Gentiloni, dopo mobilitazioni e pressioni, il riconoscimento di un credito d’imposta contemplato nella legge 205/2017 art. 1 commi 924-925. Tale provvedimento ad oggi non è ancora divenuto attuativo in assenza di una circolare esplicativa che definisca le linee guida di attuazione e la sua non tassabilità. L’inerzia del Governo e le mancate risposte ai quesiti posti dalle tre Federazioni in tema di non tassazione del credito stesso e, da ultimo la circolare emanata dall’agenzia delle entrate, che metterebbe in discussione il pieno riconoscimento e l’applicazione del credito stesso, hanno costretto le Associazioni dei gestori a proclamare lo sciopero del 6 febbraio, poi revocato a seguito della disponibilità mostrata dal Governo, rappresentato dai due sottosegretari del MEF, On Bitonci e On Villarosa, che accogliendo la nostra richiesta di incontro alla vigilia della sciopero, ci avevano fornito dei precisi impegni, assunti oltre che sul credito di imposta anche sulla disponibilità ad aprire un dialogo su altri temi scottanti quali semplificazione della procedure dell’emissione della fattura elettronica, entrata in vigore dell’obbligo della trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché un richiamo al sistema bancario per stabilire un tetto alle commissioni bancarie.

Il tutto con un calendario di incontri a decorrere dal 16 febbraio in poi. Purtroppo, a distanza di 15 giorni, e nonostante il sollecito inviato ai sottosegretari Faib, Figisc e Fegica continuano a registrare un silenzio preoccupante sugli impegni presi. A fronte di tale situazione, la Giunta Faib ha invitato il presidente e il Direttore a stringere i tempi per concordare un percorso unitario e rilanciare una forte azione di protesta ivi compreso lo sciopero sospeso precedentemente.

La Giunta ha quindi approvato il piano di lavoro 2019 e passato a discutere delle relazioni con le compagnie e i retisti. La discussione è partita sulle relazioni con Italiana Petroli. Verso questa compagnia, i gestori di Italiana Petroli, dopo i ripetuti incontri, tutti conclusi con un nulla di fatto, ritengono l’azienda nelle condizioni di inaffidabilità negoziale, testimoniato da ultimo finanche dal mancato rispetto del verbale d’incontro dell’11 dicembre 2018.È stato rimarcato che ad oltre due mesi di distanza di quegli impegni non rimane nulla.

Invece gli interventi hanno lamentato, a fronte del mancato riconoscimento di quanto maturato, addebiti relativi alle forniture, mentre permane una situazione di difficoltà a definire puntuali controlli sulle partite dare/avere, con particolare riguardo al blocco dei rimborsi delle carte aziendali che hanno causato crisi di liquidità.

Su quest’ultimo aspetto la Giunta, a supporto del comitato di colore, ha insediato un gruppo di lavoro con legali e tributaristi per verificare la corretta e trasparente comunicazione in entrata e in uscita dall’azienda e per richiedere una trasparente e comprensibile corrispondenza delle partite dare avere. Ha quindi deciso di avviare

lo stato di agitazione, di disdire tutti gli accordi One-to-One sottoscritti dai singoli gestori in netto contrasto con la normativa di settore e avviare, laddove consentito e praticabile, l’immediata disconnettività dai sistemi di Italiana Petroli, per esercitare un’attenta, consapevole e motivata conduzione economica e finanziaria della propria azienda di gestione; attivare azioni legali mirate; calendarizzare una mobilitazione e la chiusura degli impianti, in assenza di segnali di apertura e confronto costruttivo.

Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi per quanto riguarda la EG dove la Giunta ha registrato problematicità/criticità in ordine ai cali; alle riconciliazioni giornaliere; alla manutenzione ordinaria e straordinaria; alla campagna promozionale payback; al ritardo pagamento rimborso buoni e trasparenza nei rimborsi della split lane. Per tutti questi temi è urgente chiamare al tavolo la EG ponendosi in alternativa la ripresa dello stato di agitazione sulla rete.

Verso Petrolifera Adriatica la Giunta ha denunciato l’assenza dell’Azienda che si è praticamente sottratta al confronto. La Giunta ha ricordato che Petrolifera Adriatica, condannata dal Tribunale di Roma ad applicare l’accordo del 16 luglio 2014 siglato tra le Federazioni dei Gestori e la Esso- nella cui proprietà è subentrata- continua ad esercitare il proprio potere condizionante verso i gestori con la propria politica di prezzo, mettendo fuori mercato i gestori sindacalizzati. L’azienda è ricorsa all’ aumento dei prezzi al pubblico dei gestori che hanno osato farle causa. Ad avviso della Giunta Petrolifera Adriatica ha commesso in più un abuso di dipendenza economica nei confronti dei propri gestori, vietato dall’art. 9 della legge 192/98. A fronte di questa azione la Giunta Faib ha autorizzato a sostenere le azioni di denuncia verso Petrolifera Adriatica per abuso di posizione dominante e violazione della norma che vieta condotte discriminatorie ed inique sui prezzi al pubblico, con grave danno oltre che dei gestori anche dei consumatori. Infine la Giunta ha programmato delle iniziative di protesta e chiusura degli impianti in assenza di una nuova e pronta comunicazione di riapertura del tavolo negoziale.

La Giunta ha quindi analizzato la proposta di accordo avanzata da Retitalia, respingendola sia per i contenuti economici che per quelli normativi, a tratti persino irricevibili. A Retitalia Faib manda un messaggio chiaro: dopo la firma dell’Accordio di primo livello, coerenza vorrebbe che Retitalia cominci a rispettare intanto l’Accordo in essere per gli impianti Esso, quello del 16 luglio 2014.

La Giunta ha, quindi, approvato una serie di iniziative di carattere tecnico-organizzative.

Fonte: Faib.it

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