Stop al debito da 60 mila euro Benzinaio sconfigge l’Inps

Era finito nei guai a causa di una dichiarazione, poi ritrattata, di un dipendente. Dopo sei anni di battaglia legale la vittoria in aula, ma ha chiuso la sua azienda

L’immagine che viene in mente è quella del piccolo Davide che sconfigge il gigante Golia. In questo caso da una parte c’è un benzinaio, dall’altra il colossale Inps. In mezzo il tribunale del lavoro. Dopo sei anni di battaglia legale, assistito dal suo avvocato, Daniele Panico, l’uomo si è visto cancellare un debito da 60 mila euro che l’istituto di previdenza sosteneva di vantare nei suoi confronti. Ha cambiato lavoro, ha deciso di chiudere, Era stato un suo dipendente a metterlo nei guai, nel 2013.

I FATTI
A seguito di un controllo dell’ispettorato del Lavoro alla suapompa di benzina un dipendente addetto al lavaggio auto aveva confessato di essere pagato in nero. Apriti cielo. Ci sono voluti sei anni perché quel giovane ritrattasse.

(ora il caso è in Procura): «Ero arrabbiato con lui, per questo l’ho detto». Ma il calvario legale non si è fermato. Tutto ha avuto inizio con la visita dell’Ispettorato del Lavoro di Treviso, nel 2013. Dai controlli e dalle testimonianze è emerso che quel benzina io aveva due dipendenti in nero. È partita una guerra legale, perché l’Inps gli ha chiesto subito 11 mila euro di multa, cui vanno ad aggiungersi 48 mila euro di contributi arretrati.

LA BATTAGLIA LEGALE
Il benzinaio si è rivolto a Panico, del foro di Treviso, ed è iniziata la battaglia a suon di ricorsi. Nel frattempo la pompa di benzina ha chiuso, u protagonista di questa vicenda legale ha cambiato lavoro. L’accusa era pesante, le richieste dell’Inps ancora di più. Il colpo di scena pochi giorni fa in aula.

IL COLPO DI SCENA
Di fronte al giudice del Lavoro ha testimoniato il presunto lavoratore in nero, che nel frattempo aveva interrotto ogni rapporto con il benzinaio: «Non ho mai lavorato in nero», ha detto, «in quel periodo ero molto arrabbiato, frustrato, avevo molti problemi a casa». Tanto basta per far crollare sei anni di accuse ma non è di certo finita qui.

ATTI IN PROCURA
Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura. E il motivo è presto detto. Quel lavoratore affermando di non avere un contratto regolare, avrebbe mentito a un pubblico ufficiale. Reato penale previsto dal codice. Di conseguenza tutto finirà nelle mani di un Pubblico ministero. Per il benzinaio resta l’amarezza di aver dovuto subire una guerra legale contro l’Inps nei sei anni.

Fonte: la Tribuna di Treviso

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Gestore solitario
Gestore solitario
5 anni fa

Ho vissuto una storia analoga, finita con il pagamento delle spese processuali da parte dell’Inps. Quello che che mi fa rabbia è che l’incompetente che aveva messo in moto tutto, non ha pagato nulla e ora si gode la sua bella (spero breve) pensione.

GIOENI
GIOENI
5 anni fa

ma é così difficile verificare, prima di mettere in moto tutto il processo, se il dipendente aveva un contratto o no…?

pippo
pippo
5 anni fa

Senza polemiche ,anche perché può capitare a tutti
Se viene l ispettorato ,vengo accusato di lavoro nero ,non basta esibire il contratto le buste paga e i bonifici ?

max
max
5 anni fa

e da non credere se pensiamo che oggi il 30% lavora in nero sto parlando fuori del nostro settore naturalmente e noi paghiamo le tasse anche per l’oro che paese !

Luca Ottaviani
Luca Ottaviani
5 anni fa

È molto strano : non poteva il benzinaio dimostrare che il suo dipendente aveva un regolare contratto?