Le denunce degli “autoconvocati” della Sardegna in una interrogazione parlamentare

In attesa che vengano ricevuti al Mise i Gestori autoconvocati della Sardegna si sono costituiti in associazione con la sigla ANGAC Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburante, avvalorata sotto tutti gli aspetti legali, formata solo ed esclusivamente da GESTORI. Ci tengono a precisare che non e’ un sindacato ma un gruppo rappresentativo di categoria,formato da gestori e in grado di presenziare ad ogni tavolo di consultazione e di trattativa.

Intanto la loro voce e le loro rivendicazioni sono state raccolte dal deputato sardo di Fratelli d’Italia, Sasso Deidda, il quale ha presentato un’interrogazione al ministero dello Sviluppo economico per chiedere al Governo quali azioni intenda adottare al fine di garantire una remunerazione adeguata dei lavoratori impiegati nel settore.

Di seguito riportiamo l’interrogazione Parlamentare di Deidda

Interrogazioni a risposta scritta:
DEIDDA. — Al Ministro dello sviluppo
economico. — Per sapere – premesso che: recentemente, un gruppo spontaneo di gestori di distributori di carburanti sardi, di ogni marchio, indipendenti da qualsivoglia associazione di categoria, locale e nazionale, ha manifestato le enormi difficoltà del settore in questione, tali, ormai, da mettere a serio rischio l’esistenza stessa della categoria;
i citati gestori sono lavoratori autonomi che impegnano e rischiano i loro capitali, con un orario di apertura dell’attività pari ad almeno 9, 10 ore giornaliere:
peraltro, essendo dotati di accettatore selfservice sono pure costretti ad un costante monitoraggio della medesima attività (24 ore su 24, 365 giorni all’anno, festività incluse);
l’impegno dei capitali personali nella gestione dell’impianto per il pagamento delle forniture di carburante – garantite da fidejussioni personali a prima chiamata – costituisce una garanzia indiretta anche per il versamento delle imposte, tasse ed accise: elementi, questi ultimi, che compongono, principalmente, il prezzo finale del
carburante;
in altre parole, tra le funzioni principalmente svolte dai soggetti in questione vi è quella di drenare ingenti risorse nelle casse erariali, tutti i giorni, 24 ore su 24:
e ciò, peraltro, con una sensibile esposizione della loro incolumità personale, proprio in
ragione dell’ingente quantità di denaro maneggiato, in luoghi aperti al pubblico, esposti all’operato criminale sempre più dilagante;
a fronte di tali, gravosi impegni, la gestione delle attività in questionano a qualche anno fa, garantiva un’adeguata remunerazione economica che, invece, allo stato, appare del tutto insufficiente per qualsiasi gestore, indipendentemente dalle sue capacità imprenditoriali;
il suindicato stato di crisi è determinato soprattutto dall’esiguo margine di guadagno che, in media, non supera i 3 centesimi a litro, a fronte delle 80 lire incassate prima dell’avvento dell’euro e che,
dunque, il reddito lordo medio delle attività in questione è pari a 25.000,00 euro annui, sui quali devono ulteriormente caricarsi gli altri costi fissi e variabili;
i modelli gestionali adottati da tutte le compagnie petrolifere determinano vincoli di gestione tali da impedire la libera organizzazione dell’attività economica e che, di fatto, si tramutano in un abuso di dipendenza economica; a ciò si aggiunga che il prezzo finale da praticare viene di fatto imposto dalla
compagnia, la quale monitora costantemente i prezzi praticati con sistemi infor- matici e, nel caso in cui si avveda di un discostamento, pone in essere tutta una serie di azioni, tali da incidere sulle scelte del gestore interessato;
tali comportamenti incidono sensibilmente sulla libertà del gestore di determinare la propria attività economica, dimodoché appare ravvisabile, secondo l’inter- rogante, proprio la violazione di cui all’articolo 9 della legge n. 192 del 1998;
in ragione dell’importanza del settore economico in questione, sia per l’intera economia nazionale che, direttamente, per le casse erariali, appare necessario un intervento del Governo al fine di riordinare il medesimo settore, con la previsione di maggiori tutele in favore dei gestori –: se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di
garantire una remunerazione adeguata dei lavoratori impiegati nel settore, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per il riordino del settore: e ciò anche al fine di evitare il fallimento di numerose imprese e, dunque, ulteriori, negative ripercussioni sull’economia nazionale, sulla filiera dell’energia e dei trasporti, nonché sulle entrate erariali che la rete dei gestori garantisce quotidianamente.

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mario da parma
mario da parma
5 anni fa

i gestori sardi sono più avanti di noi del continente
dimostrando che l’unità fa ancora la forza impariamo

Peppe
Peppe
5 anni fa

in Sicilia si dorme……..

anonimo
anonimo
Rispondi a  Peppe
5 anni fa

si dorme dappertutto….si parla solo del mercatone1 noi gestori non contiamo niente

Peppe
Peppe
Rispondi a  anonimo
5 anni fa

tanto tutti i sindacalisti gestori hanno tutte stazioni di servizio con tutti i servizi e certi problemi non li vedono…….