In un contesto sempre più critico per la categoria dei gestori carburanti
“Un filosofo prestato alle lotte sindacali per la promozione della figura umana e professionale del benzinaio”. Questa la definizione che il 23 dicembre 2000 la Staffetta dedicava a Roberto Di Vincenzo in occasione dell’assegnazione del titolo di Uomo dell’anno. In considerazione non solo della lunga militanza nel settore, a cui è legata tra l’altro una memoria storica invidiabile, ma anche della passione con cui si batte da cinquant’anni a questa parte per migliorare le condizioni, non solo contrattuali, dei gestori carburanti.
Nato a Roma nell’Anno Santo 1950 e laureato in filosofia alla Sapienza, nel 1973 era già un dirigente del movimento e dall’altra parte del tavolo aveva tra i suoi interlocutori, a parlare di proliferazione selvaggia degli impianti, di liberalizzazione dei prezzi e del mercato e dell’allora duro confronto con l’Antitrust, Pasquale De Vita. Dopo essere stato per molti anni segretario nazionale del settore benzinai di Federenergia e della Fegica oggi, come presidente, non viene meno la sua speranza di riuscire a portare, insieme a Faib e Figisc, la categoria verso obiettivi di maggiore unità e di minori polemiche. Anche se il contesto in cui oggi la categoria opera è per molto aspetti politici, normativi e culturali particolarmente avverso.
È quanto emerge dal messaggio, appello o sfogo che dir si voglia, lanciato ieri dalle colonne di Controdistribuzione. Dopo che da mesi sta cercando di tessere una fitta trama di rapporti non solo con le altre associazioni di categoria, financo con gli autoconvocati, con Eni e UP. Per trovare soluzioni condivise e per promuovere tutti insieme una grande manifestazione unitaria che serva a richiamare tutti alle proprie responsabilità. Istituzioni e Mise in primis. Evitando iniziative di protesta separate, quale quella dello sciopero parziale indetto per il 17 luglio, per puntare se mai verso un grande sciopero generale in autunno. Chiarendo però bene prima che risultato si vuole raggiungere e come ottenerlo. Mettendo da parte, come scrive, egoismi e visioni di nicchia, per ritrovarsi tutti insieme ai nastri di partenza, compatti e coesi.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Faib e Figisc,FEGICA E AUTOCONVOCATI ,ENI E UP TUTTI ASSIEME ALLO STESSO TAVOLO PER TROVARE AZIONI CONDIVISE .
COSA CENTRANO ENI E UP CON LE STRATEGIE SINDACALI ?COME METTERE ASSIEME LUPI E PECORE PER DECIDERE CHI SBRANA MENO
IL SINDACATO DEVE UNIRSI ,E QUESTO VA BENISSIMO, ANDARE AL MISE ,ALL U.P ,ENI ,API ECC UNITI CON UNA LISTA DI RICHIESTE ,LE QUALI SE NON ACCETTATE PORTERANNO ALLO SCIOPERO GENERALE QUESTO DEVE FARE IL SINDACATO !!!
ASSEMBLEE UNITARIE CON I GESTORI ,PROGRAMMA ,VOTAZIONE SULLE PROPOSTE
BASTA ANDARE AD ELEMOSINARE QUELLO CHE CI SPETTA . TAVOLI E RIUNIONI SONO QUELLI CHE CI HANNO PORTATO A FAME ,PERDITA DI GUADAGNI ,IMPIANTI CHIUSI ,CONTRABBANDO ,ADDIRITTURA SUICIDI BASTA CI SIAMO ROTTO I COGLIONI
SCIOPERO GENERALE SUBITO NON A SETTEMBRE SBATTENDOCENE DELLA LEGGE SUGLI SCIOPERI E MORATORIA FERIE ,TUTTO IL RESTO SONO CAZZATE
IN OGNI CASO AUTOCONVOCATI ,SCIOPERI PARZIALI E CRITICHE STANNO FACENDO MUOVERE IL “SINDACATO ” IL CHE NON E MALE CIAO