La Commissione Attività Produttive ha svolto l’audizione del rappresentanti di Italiana petroli Francesco Luccisano, responsabile relazioni istituzionali del Gruppo Api, ascoltato in commissione Attività produttive alla Camera nell’ambito del ciclo di audizioni sulla risoluzione De Toma.
Per quello che interessa direttamente la rete carburanti ed in particolare i gestori, Luccisano ha precisato quanto segue;
La rete carburanti è una infrastruttura strategica della transizione per la capillarità per la sua correlazione intima con le abitudini di movimento degli italiani che la rendono un crocevia, un ottimo asset per guidare i cambiamenti che stanno interessando il mondo della mobilità. Cambiamenti che sono interessati dal tema della sostenibilità ambientale (che sui trasporti è centrale) e dalla tecnologia al digitale che abilita forme di mobilità, forme di guida forme di pagamento nuove. Cambiamenti che o passano per la rete o non avvengono.
Purtroppo, continua Luccisano, la situazione non è delle migliori per gli effetti della continua riduzione dei volumi e la conseguente erosione dei margini fin’ora hanno impedito ai 21.000 distributori di giocare questo ruolo guida portando all’uscita di numerosi player internazionali. Un episodio scatenante in questo senso può essere ricercato nel famoso scontone del 2012 che ha contribuito come evento molto memorabile a spostare l’intero focus del settore solo sulla questione prezzo innescando una competizione unidirezionale sul tema dell’abbassamento dei prezzi.
Negli anni la rete è stata infatti interessata da molte iniziative quali razionalizzazione, riduzione, ridimensionamento. Tutti termini che suggeriscono un approccio costruito al ribasso che si è rilevato inefficace.
Il problema che non si è partiti da un chiaro disegno di come debba essere la rete distributiva del futuro. Non si è fissato un Benchmark tecnologico e di qualità a cui puntare. Al contrario, si è cercato senza successo di incoraggiare chiusure di PV esclusivamente sulla base di incompatibilità stradali, incentrando magari al contempo tutte le energie del regolatore sulla compressione dei prezzi. Un mero calcolo numerico che non tiene conto delle caratteristiche del territorio italiano e delle esigenze dei cittadini.
Il risultato ottenuto è molto chiaro, non si sono fatti crescere gli attori più capaci più determinati ad investire sulla transizione e sulla digitalizzazione quindi sulla parte di sviluppo, quanto quelli più appiattiti ad una rincorsa sul prezzo. La rete si è cosi sviluppata in maniera polverizzata, priva di indirizzo con 6mila attori senza marchio presenti sul territori. Creando in questo modo lo sviluppo di una dilagante illegalità che in assenza di controlli a permesso di peggiorare proprio ai danni dei migliori degli onesti (piccoli o grandi)
In tali condizione la liberalizzazione degli approvvigionamenti di carburante ha contribuito a nutrire l’illegalità. Illegalità che si riflette sulla qualità del prodotto, sulle condizioni dei lavoratori, sulla qualità del lavoro della rete (con un proliferare di forme grigie sull’impiego), in contrasto sulla necessità di rilanciare il ruolo del gestore e la sua presenza fisica nel punto-vendita.
Se vogliamo ribaltare la situazione occorre passare dal concetto di ridimensionamento a quello di rilancio con una visione centrata sui bisogni del consumatore perchè, forse, il consumatore è il tassello mancate di tutti i ragionamenti sul ripensamento della rete, individuando quali sono i servizi che la rete del ventunesimo secolo deve offrire al consumatore.
Per IP i servizi da offrire sono, carburanti sempre migliori in termini di qualità e ambiente, combattendo la vulgata per cui sono commodity senza qualità;
libertà di scelta sulle alimentazioni;
una filiera completamente digitalizzata e tracciata;
protocolli vincolanti di comportamento nel dialogo con Agenzie e forze dell’ordine;
un ruolo rinnovato del gestore. Punto di contatto con il cliente e presidio fisico del punto-vendita per l’ungo tempo abbandonato proprio per l’enfasi monotematica del contenimento dei prezzi. Anche la lotta all’illegalità parte da un rinnovato presidio del gestore sul territorio.
Per ottenere tutto ciò è necessario gestire la transizione “valorizzando il ruolo della rete, senza danneggiare le possibilità di movimento delle classi più disagiate” e “proseguire nella lotta all’illegalità”.
Preset with id 9 does not exist!Su quest’ultimo punto si è soffermato Luccisano, sottolineando si tratta spesso di problemi “che emergono su pezzi di rete senza logo e nei depositi” e ricostruendo una “cronistoria” del fenomeno: “il 2015-2017 è stato il momento delle denunce, quando ancora non ne parlava nessuno nel settore e il fenomeno è cresciuto come un cancro”; nel 2017-18 ci sono stati i primi interventi normativi e nel 2018-19 una repressione “come non c’era mai stata prima”, con l’aiuto determinante della fatturazione elettronica.
L’audizione si è conclusa con le domande di alcuni parlamentari cui Api si è impegnata a rispondere via email: Davide Crippa (M5S) ha chiesto lumi sul rapporto con i gestori e sulla loro autonomia rispetto alla compagnia; sui costi che gravano sull’ultimo anello della filiera, anche in merito alla digitalizzazione, su cui “provengono obiezioni dai gestori”; sulle tempistiche per potenziare l’Osservaprezzi. Gianluca Benamati (PD) ha chiesto specificazioni sul ruolo della rete nella transizione, mentre Andrea Vallascas (M5S) ha rivolto una domanda in merito all’aumento dei depositi e alla loro diffusione geografica.
….Ops….qual’è il margine riconosciuto al gestore? Netto o lordo?