Pubblichiamo di seguito, in maniera integrale, una nota di Moreno Parin apparsa nei giorni scorsi su Staffetta Quotidiana con la quale il coordinatore della GISC_TV Confcommercio critica le Associazioni dei gestori Faib Fegica e Figisc sulle ragioni dello sciopero del 6 – 7 Novembre.
“Le Federazioni Nazionali, Faib, Fegica e Figisc, hanno proclamato un paio di giornate di sciopero per il 6 e 7 novembre, e, da quanto si legge, sono le prime di una serie, l’apertura del comunicato stampa lascia intendere che lo sciopero sia essenzialmente contro l’illegalità, a seguire un elenco di “problemi” dei gestori.
Che l’illegalità sia un fenomeno gravissimo è inutile ricordarlo, ma che si faccia uno sciopero dei soli gestori a sostegno della lotta mi lascia parecchio perplesso, non tanto per il fatto che se anche chiudesse il 100% degli impianti colorati dove c’è un gestore in contratto di comodato, unica tipologia dove il gestore può decidere di scioperare, il disagio provocato sarebbe irrisorio, tra pompe bianche, ghost e gestioni più o meno dirette gli impianti aperti garantirebbero un servizio al 99%, e questo ben lo sanno i promotori, almeno così credo.
Quindi lo sciopero è puramente dimostrativo volto a sensibilizzare l’opinione pubblica, e la cosa ci sta, ma non capisco del perché non vengano coinvolte le associazioni che stanno dall’altra parte del tavolo, e mi riferisco alle compagnie petrolifere e retisti, tutti soggetti che lamentano un deciso calo di redditività conseguente alla concorrenza sleale da parte di chi lavora con l’illegalità.
E’ pur vero che questo calo di redditività si riflette anche sul margine disponibile per il gestore, ma in modo decisamente inferiore a quanto patiscono compagnie e retisti, almeno questa è la lamentela ricorrente da quelle parti, e allora se lotta all’illegalità deve essere che sia fatta come si deve coinvolgendo tutta la filiera, allora si che anche i sordi sentiranno, diversamente mi viene in mente uno sciopero di solidarietà verso i petrolieri, il che ti mette in testa dei dubbi non di poco conto.
L’illegalità è una cosa troppo seria per correre da soli, ognuno deve metterci del suo, tutti devono pagare qualcosa per contrastare l’illegalità, ma per farlo occorre lavorarci seriamente stando tutti dalla stessa parte, da quella degli onesti, diversamente sarà tutto più difficile. E io rimango sempre dell’idea che un bel bonifico o RID “parlante” sarebbe una ottima forma di contrasto (per chi non lo sapesse sarebbe lo stesso sistema usato per poter usufruire del credito d’imposta per ristrutturazioni edilizie, efficentamento energetico, ecc. che ha ben funzionato, e le cose che funzionano vanno sempre copiate).
Tra le varie problematiche relative alle gestioni due mi hanno particolarmente colpito, due numeri in particolare, quel 2% di margine del gestore sconosciuto ai più, poi l’affermazione che attualmente al gestore è imposto un margine del 30% inferiore al 2011, il che è quasi vero per il 2% ma molto meno per il 30%, più veritiero un 50%, basti pensare ai soli costi, diretti e indiretti, della fatturazione elettronica.
Però ho il grosso dubbio che anche le federazioni dei gestori non conoscessero, almeno fino allo scorso 14 ottobre, i due numeri sopracitati, altro non può essere visto l’accordo Retitalia di fine marzo 2019 e il precedente sottoscritto con EG Italia a luglio 2018, entrambi gli accordi hanno mantenuto le condizioni economiche invariate, questo ad essere buoni. E se i conti non tornano ora non tornavano nemmeno nel 2018, e perché hanno firmato? Per solidarietà? Oppure perché era il male minore?
Tutto quanto lamentato lo conosciamo benissimo e non dal 14 ottobre, gli “autoconvocati”, ANGAC e GAIA sono nati proprio come logica conseguenza di una attività sindacale non compresa dai gestori, a torto o a ragione i gestori non si riconoscono più in chi ha firmato gli accordi, la stessa Gisc_TV è figlia di questo scollamento, sono anni che si capiva benissimo che qualcosa non quadrava più, e adesso lo vedono tutti, o quasi.
E adesso ti proclamano uno sciopero anche per lamentarsi di quei numeri, il che sarebbe anche un bene se mi dicessero a che numeri vogliono arrivare, perché se da una parte vedo i nazionali che ridicolizzano i 10 centesimi al litro rivendicati dai Sardi, dall’altra ci sono i numeri intravisti nel futuro accordo Eni che sono decisamente molto più ridicoli dei 10 cent dei Sardi. Almeno i Sardi hanno messo in fila un bel numero di dati a sostegno dei loro numeri, almeno su quei numerici possiamo ragionare sopra.
Invece andrà a finire che ci ritroveremo un accordo che cambierà di poco le cose, che non solo non risolverà tutti i problemi elencati, ma nemmeno li attenuerà, accordo che sarà calato in testa a tutti i gestori, non importa se non appartengono ad alcun sindacato, e sono parecchi, non importa se sono gli “autoconvocati” arriverà e basta.
Magari se dopo aver scritto una pagina di lamentele avessero messo li due righe con un paio di numeri sul margine giusto del gestore, margine che comprenda tutti gli impegni ai quali è sottoposto il gestore, margine che gli permetta di fare fronte alle varie incombenze senza dover continuamente mendicare aiuti al governo di turno, poi due righe chiare sulla tutela della concorrenza nei confronti di chi è sottoposto all’esclusiva, insomma poche righe con l’obiettivo di ridare ai gestori quanto tolto dagli accordi dal 2011 in avanti, ma anche i precedenti non scherzavano.
Forse le poche righe non convincerebbero i gestori ad aderire a uno sciopero, almeno a questo sciopero, ma magari potrebbero convincerli che le Federazioni Nazionali hanno compreso del perché è in atto una disaffezione sempre più evidente, coinvolgere i gestori negli accordi, o quantomeno farli approvare dagli stessi sarebbe un passo non da poco, un mezzo miracolo. E pure un coinvolgimento degli “autoconvocati” non guasterebbe, e questo si che sarebbe un miracolo.”
Io rimango allibito di fronte a queste considerazioni. Dire che lo sciopero è inutile perché dovrebbero aderire le compagnie ed i retisti e rinfocolare la solita trita considerazione degli Accordi da fame sottoscritti negli ultimi anni, farebbe pensare che dirlo PRIMA anziché DOPO, sia una tattica voluta non da rappresentanti dei gestori ma portatori di altri piu’ oscuri interessi.
Devo dire caro Parin che stavolta hai veramente superato ogni limite morale ed etico di chi vorrebbe rappresentare una categoria. Veramente hai superato te stesso e già non era facile. Un insieme di accuse e di infamie e questo è tipico di te. Avresti, come al solito potuto dirlo dopo come al solito. Ma dirlo PRIMA – e non puo’ sfuggire a nessuno, anche ai meno attenti – vuole suggestionare ed indurre i gestori a NON FARE sciopero e a non protestare. Al di là del merito delle questioni. Vuol dire che stai tirando l’acqua ad un altro mulino, non a quello dei gestori che pretendi di rappresentare. Non ci puo’ essere chi non veda che questo tuo commento diramato a destra o a manca serve a molti altri ma non ai gestori. Mi vengono dubbi atroci che non posso esprimere compiutamente. Avrei capito se , pur non condividendo le ragioni, avessi lasciato liberi i tuoi di aderire o no. mica per farmi contento, ma per dimostrare che una categoria c’è comunque. ed i ogni caso i tuoi occhi ottenebrati dalla vendetta personale non hanno visto che quando si parla di illegalità noi facciamo riferimento ai contratti anomali che retisti e petrolieri adottano . E vorresti che facciano sciopero insieme a noi ? Ma in ogni caso, rimane il mio giudizio. HAI FATTO IL GIOCO SPORCO DI QUALCUNO, MASCHERATO DA PALADINO DEI GESTORI. Io daro’ le dimissioni se me lo chiederanno i miei, ma tu ti dovresti vergognare.