Il 6 e 7 Novembre, non sono una data verso la quale essere indifferenti. Giornate, magari, da prendere sottogamba immaginando che, rispetto alla quotidianità, siano come tutti gli altri giorni.
Con gli stessi problemi. Con gli stessi affanni. Con la stessa incertezza per il futuro. Con la stessa ricerca di un equilibrio che non c’è più.
Proprio per questo, nessuno può ritrarsi; nessuno, il giorno 8, potrà fare finta di niente; nessuno potrà dire di non aver capito quale sia la posta in palio; nessuno potrà nascondersi dietro la responsabilità degli altri per ricominciare -come se nulla fosse- il “balletto” (sopratutto sui social) che addossa ogni responsabilità a soggetti più diversi (sopratutto sindacali).
La Categoria, nel suo insieme, deve avere il coraggio per imprimere una sterzata a questo settore ed al suo stesso futuro: deve cioè pretendere dalla Politica, dalla Pubblica Amministrazione, dalle compagnie petrolifere e dai retisti privati, il rispetto di quanto, generazioni che hanno preceduto quella attuale, hanno conquistato con grandi sacrifici.
I Gestori sono gli unici interpreti del loro futuro e, quando sono stati uniti e compatti, hanno portato alla Categoria, risultati esaltanti. La storia sta a dimostrarlo.
Guai! quindi a dividersi a fare della propria visione di nicchia la visione generale; Guai! a sentirsi battuti o incapaci di “rovesciare il tavolo della nostra storia”;
Guai! a sentirsi vinti prima ancora di aver tentato di condurre la nostra legittima battaglia; Guai! a sentirsi rassegnati perchè il destino è solo nelle nostre mani e nella capacità che avremo di non farci prendere dalla frenesia del risultato immediato.
Quello che abbiamo intrapreso è un percorso lungo e difficile che, probabilmente, non si esaurirà con queste prime giornate di sciopero ma dovrà vedere la Categoria tornare a mobilitarsi per dare forza alla sua volontà di modificare lo stato di cose presente. Solo attraverso questo movimento continuo potremo riuscire a fare tornare l’attenzione sui problemi economici/contrattuali/normativi sui quali, da troppo tempo si sono spente le luci dei riflettori.
Chi non se la sente di fare questa “traversata del deserto” è bene che lo dica da subito e, ripiegandosi su se stesso, attenda che i colleghi più forti e temprati vincano -anche per lui- la battaglia o si lasci andare ad una lenta agonia lavorativa.
E’ questo il momento in cui tirare fuori gli attributi per non soccombere:
il resto sono chiacchiere da bar o da social che garantiscono l’anonimato degli sproloqui.
Diceva il famoso poeta Bertolt Brecht:
A chi si deve, se dura l’oppressione? A noi. A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi. Chi viene abbattuto, si alzi! Chi è perduto, combatta! Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà
fermare?
Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani e il mai diventa: oggi!
Questo è il migliore viatico per lo sciopero che Comincia Mercoledì.
DOBBIAMO CHIUDERE TUTTI DOMANI !!!
Non lasciamoci ingolosire da quei 4 litri che faremmo domani stando aperti a discapito dei nostri colleghi che si battono per noi, altrimenti con quale coscienza allungheremo le mani per prendere i frutti della protesta?
ognuno è libero di scegliere… ma tiriamo fuori gli attributi e non facciamo come quelli che critichiamo che si nascondono pensando solo al loro orticello e danno sempre la colpa di tutto agli altri.