Staffetta Quotidiana – Rete carburanti, lo scontro Squeri-Arena (Antitrust)

“Ha impedito la razionalizzazione”. “Nessun accanimento, nessun fondamentalismo di mercato”. La proposta di rimpinguare il fondo per le chiusure

Staffetta Quotidiana – Questa mattina la commissione Attività produttive della Camera ha ospitato un interessante confronto sulla rete carburanti tra Luca Squeri (Forza Italia) e il segretario generale dell’Antitrust, Filippo Arena, ascoltato sulla risoluzione De Toma. Un confronto dai toni piuttosto decisi, in cui, in sostanza, Squeri ha addebitato all’Autorità di avere impedito un disegno organico di ristrutturazione del settore e di aver operato sul settore con “accanimento”, e Arena che ha respinto le accuse al mittente.

Il segretario generale ha aperto l’audizione sottolineando che l’Antitrust “segue con attenzione il settore sin dalla sua nascita”, un settore che “nell’ultimo ventennio è stato oggetto di importanti liberalizzazioni, fin dalla fine dei prezzi amministrati nel 1994”. Del 2012 è l’indagine conoscitiva “che ha riassunto questa evoluzione identificando gli elementi che ostavano a un’efficienza della rete, tale da riverberarsi in inefficienze e in prezzi che nel nostro Paese sono speso più alti che nel resto d’Europa”. Arena ha quindi citato i dati su punti vendita ed erogato medio in Italia e in altri Paesi europei sottolineando che da questi dati emerge un “problema di inefficienza della distribuzione”.

Questo, a sua volta, “ha a che fare con un assetto che non è adeguato e idoneo sotto il profilo della liberalizzazione dell’offerta e della struttura del mercato. Gli interventi legislativi, pure utili, sono stati purtroppo frammentati ed episodici e si sono scontrati con una regolazione regionale e comunale non in linea con l’indirizzo del legislatore nazionale. Anche in questo settore c’è un tema da mettere al centro: servono regole certe e stabili”.

Uno dei problemi che persistono è che ci sono “ancora vincoli all’ingresso e all’uscita dal mercato”, con “regolazioni asimmetriche tra verticalmente integrati e nuovi entranti, pompe bianche in primis. Le prescrizioni – ha detto Arena – andrebbero fatte in modo omogeneo per tutti”.

Si potrebbe “pensare a un’ulteriore liberalizzazione dei rapporti contrattuali, che consentirebbe un’aggregazioni tra piccoli operatori che potrebbero contrattare meglio con l’operatore petrolifero che potrebbe a sua volta dare la materia prima anche ad altri soggetti creando pompe multimarca”. Un altro fronte è quello degli orari, con “regolamenti comunali e regionali disomogenei”.

Quanto agli ostacoli all’uscita, ha detto Arena, “sussistono costi importanti in termini di bonifica che spesso non si è in grado di avere, con il risultato che spesso resta in piedi un impianto inefficiente. Nel 2001 fu istituito un fondo per sovvenzionare le chiusure e fu introdotta una penalizzazione dei comuni che non verificano la chiusura degli impianti incompatibili. Strumenti utili e idonei ma si sarebbe dovuto aumentare il fondo e rendere vincolanti le penalità per i comuni”.

Un esempio di attuazione inefficace è l’anagrafe introdotta con la legge sulla concorrenza, in base alla quale entro il 29 novembre dovrebbero essere chiusi gli impianti incompatibili. “Sono pressoché certo che il discorso non è andato avanti, è una norma farraginosa perché prevede livelli nazionali, comunali e regionali, e richiede un accordo per l’attuazione e i controlli. Questo ha impedito il raggiungimento dello scopo”.

A questo punto è intervenuto Squeri: “tra i massimi responsabili del mancato disegno unitario”, ha detto, “è proprio l’Antitrust”. L’Autorità impedì “l’accordo tra le compagnie per la chiusura dei punti vendita: dall’alto delle teorie liberiste e puriste disse che non era possibile”. Come si oppose, ha aggiunto Squeri, a un “meccanismo che si era mostrato incredibilmente efficace per cui per aprire un impianto bisognava chiuderne tre”, un meccanismo grazie al quale “si passò da 40mila a 25mila impianti”.

Squeri ha poi contestato ad Arena un “accanimento” verso il settore, provato dall’indagine e dalla condanna “che finì nel nulla perché il Consiglio di Stato la considerò inconsistente”. Il punto, ha detto Squeri, è che il “disegno unitario” di cui Arena ha lamentato la mancanza “era ristrutturare prima di liberalizzare, ridurre il numero degli impianti in maniera concordata”. Un “accanimento verso questo settore” che se fosse stato applicato “anche nei settori dell’elettricità e del gas, adesso non avremmo chi ha il 90% del mercato”. Insomma, ha concluso Squeri, “adesso è tutto molto più difficile, le aziende sono andate via, il mercato è liberalizzato, sono entrati operatori legati alla camorra e ‘ndrangheta e quindi è difficile ricomporre un quadro che consenta un disegno unitario”.

“Mi permetto di dissentire fermamente”, ha risposto Arena. Quella di Squeri è “una visione dell’Antitrust che non corrisponde al vero da qualche decennio, rispetto all’impronta liberista. Tanto è vero che nel 2001 l’Autorità autorizzo in deroga gli accordi UP per la ristrutturazione della rete”. A muovere ‘Antitrust, insomma, non è “nessun fondamentalismo di mercato” e anzi in ambito europeo l’ispirazione è sempre più quella di una “economia sociale di mercato”.

Arena ha quindi fatto l’esempio dei taxi: “abbiamo fatto segnalazioni dicendo che le novità normative introdotte lo scorso anno non funzionavano. Nel proporre liberalizzazioni abbiamo anche identificato forme di compensazione per i tassisti”. Per questo, tornando ai carburanti, per la “riconversione bisogna senz’altro identificare meccanismi, il fondo per le chiusure è da integrare”, magari utilizzando le ammende dei comuni”.

Infine, Arena ha sottolineato che “non c’è mai accanimento: quando ci sono accordi restrittivi della concorrenza interveniamo e facciamo il compito che l’ordinamento ci assegna. Poi, certo, nessuno ha sempre ragione. Ma è nu assetto ordinamentale in cui tutto si tiene. Il giudice poi controlla. Ma non c’è un’ideologia di fondo che muove gli interventi che la legge richiede all’Autorità”.

Per Gentile concessione di Staffetta Quotidiana 

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max
max
3 anni fa

Cari gestori siamo spacciati di noi non frega più a nessuno questi parlano ma non sanno quello che dicono ristrutturazione rete chiusura impianti il fondo indennizzo con i nostri soldi ci sono impianti che per entrare ci vuole la tuta anti radiazione e non chiudono anzi le girano in automatico pur di non chiudere e noi paghiamo questa gente ma si vede come l’italia sta affondando con la chiusura dell’ilva voraggini allagamenti tra qualche anno non esistiamo più !

Giovanni Ruiu
Giovanni Ruiu
Rispondi a  max
3 anni fa

Hai ragione Max..
Ormai, questo e’ un lavoro FINITO..
Siamo al game over finale..
Altro che imprenditori..
Siamo benzinevoli..
Questi stanno su Marte..
Chi vende SOLO carburante;
dovra’ cercarsi velocemente un altro lavoro..Qui si fanno solo debiti..

mario da parma
mario da parma
Rispondi a  Giovanni Ruiu
3 anni fa

Commenta..qualche pakistano lo trovano sempre.

pippo
pippo
3 anni fa

Buongiorno
A prescindere che quando sento la parola antitrust mi viene il voltastomaco ,inutile come il paltano ,vorrei chiedere al sindacato quando si inizierà’ ha scioperare ,a lottare, per il giusto margine ,per i DIRITTI dei gestori ,visto che il 6/7 abbiamo scioperato per 50% per i problemi dei retisti e compagnie e per il restante 50% per le cagate del governo ? A settembre ci avevate annunciato uno scoppio di fuochi artificiali (parole vs ) siamo a dicembre e ancora nulla ,anzi no ,riunioni con la commissione per dire sempre le stesse cose
Siamo a fine anno ,ci sono le scadenze fiscali ,le tredicesime ,i nuovi registratori di cassa ,(che … li maledica ),e molti colleghi sono alla frutta
Pensate di fare qualcosa ,o continuate a battibeccare tra Sindacati ,Gisc ,Autoconvocati , nel frattempo noi continuiamo ad aspettare
Grazie

max
max
Rispondi a  pippo
3 anni fa

buon giorno pippo per quanto riguarda registratore cassa puoi fare scontrino emettendo fattura elettronica inserendo 7 zeri e codice fiscale cliente e valida come scontrino fiscale cosi eviti di aggiornare o acquistare registratore per il resto per sentito dire IP e l’unica compagnia che offra 5 centesimi litro per retisti se siamo fortunati a non peggiorare mantengono attuale contratto niente aumenti per futuro !

gioeni
gioeni
Rispondi a  max
3 anni fa

max ma stai delirando… ogni scontrino, magari di 1€, devo emettere fattura e inserire codice fiscale… devo assumere 3 impiegate allora solo per star dietro alla barista che fa i caffè…
ma dove stiamo finendo… e poi IP 5 cent al litro… mai sentito

max
max
Rispondi a  gioeni
3 anni fa

ovvio che se hai un giro grosso non ti conviene io stavo parlando della media 5 o 10 scontrini al giorno

max
max
Rispondi a  gioeni
3 anni fa

i 5 centesimi ip stanno contrattando in questi giorni con sindacati parole gestori ip poi si vedra

max
max
Rispondi a  gioeni
3 anni fa

ma poi non capisco io ho pistola codice a barre ma fare uno scontrino ci metto 10 secondi e non spendo 400 euro per registratore usato e 85 anno per revisione !