Sono ormai quotidiane le notizie su sequestri e operazioni di polizia nel contrasto a frodi e contrabbando nella distribuzione carburanti. Segno che l’attenzione sul settore è ormai a un livello commisurato all’emergenza che va avanti ormai da almeno quattro anni. Non se ne può però dedurre che il problema sia risolto. Man mano che le contestazioni si trasformano in processi, si pone il problema della consistenza delle accuse davanti a un giudice.
Capita più volte che alla Staffetta arrivino richieste di consulenza da parte dei soggetti coinvolti – più dalla difesa che dall’accusa. E capita che le “tesi” dell’accusa siano approssimative: la materia è tecnica, e dimostrare davanti a un giudice che una differenza di prezzo dell’1% è sospetta può essere complicato e richiede dati solidi.
Anche per questo in passato alcune inchieste si sono dissolte nel nulla, sia nei confronti dei “trader” sia nei confronti di chi ha effettuato acquisti “sospetti”. Un risultato che genera sfiducia in chi opera sul mercato secondo le regole: se chi sceglie canali illeciti la fa franca, c’è un incentivo ulteriore a fare lo stesso, a rifornirsi sul mercato parallelo.
Tanto più importante è dunque mettere in grado chi fa le indagini e chi istruisce i processi di valutare correttamente le operazioni. Due le possibilità: la costituzione di un pool di magistrati che si specializzino sul tema e che diano unità alle numerosissime azioni delle singole Procure; un’assistenza tecnica e “formativa” – che potrebbe in teoria spingersi fino alla costituzione di parte civile – da parte delle maggiori associazioni di settore, in quanto rappresentanti di soggetti danneggiati dalla concorrenza sleale, magari attraverso opportune forme di sinergia.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Anche i gestori vorrebbero che si costituisse un “pool” per tutelarli..