Eni chiude l’anno come l’aveva cominciato: con un rialzo dei prezzi. Per il Cane a Sei Zampe si tratta del ventiseiesimo rincaro del 2019. Per gli automobilisti non è naturalmente una buona notizia, perché Eni è il market leader italiano. L’intervento della multinazionale del Belpaese arriva il giorno dopo i ribassi delle quotazioni. Ieri sul mercato del Mediterraneo le contrattazioni si sono chiuse con benzina e diesel in calo. La prima si è deprezzata di 9 euro (415), il secondo di 4 (475).
Ma il dato più preoccupante (per gestori e automobilisti) è l’incremento di 2 centesimi del differenziale sul servito, una forbice sempre più ampia (e immotivata) tra le due tipologie di rifornimento. In casa Eni, a quanto ci risulta, il differenziale in alcuni punti-vendita, per chi si ferma sulla tipologia di vendita assistita dal Gestore, è arrivato a 22 centesimi a litro. Un aumento (in media) di 7/8 centesimi nell’ultimo anno.
Un’azienda che non ha in alcun modo intenzione di aumentare il margine dei Gestori, cosi come confermato anche nell’audizione nell’ambito della discussione della risoluzione 7-00258 De Toma dal direttore di Refining & Marketing Eni Giovanni Maffei, ma che indica come “punto di forza rispetto ai competitor” il servito chiedendo ai Gestori l’impegno per “aumentarne i volumi” perchè ciò “significa agire sensibilmente sui Vostri margini”. Una modalità di vendita che per Eni “rappresenta anche un’occasione di contatto diretto con la Vostra clientela per proporre tutti i servizi oggi presenti nelle Eni Station.”
Che dire??’ SINDACATI BATTETE UN COLPO…..
Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio sul futuro della categoria…il piatto e’ servito Buon 2020