
Qual è, in un contesto come quello attuale, il destino di un’azienda nata e votata all’attività petrolifera? A spiegarlo, nell’ambito del Quattroruote Day, è stato Giuseppe Ricci, chief refining e marketing officer dell’Eni.
“É difficile prevedere come con la decarbonizzazione del sistema della mobilità, che pure è inevitabile, si orienteranno le scelte in tema di fonti e vettori energetici e, soprattutto, in quali tempi verranno attuate tali scelte”, ha spiegato Ricci, “ma la cosa più semplice sarà sfruttare al meglio le soluzioni esistenti, ottimizzandone l’efficacia: quindi, migliorare i sistemi a combustione interna riducendone le emissioni e ampliare l’impiego di quei combustibili che consentono di diminuire la quantità di anidride carbonica emessa, come il gas, l’idrogeno e i biocombustibili”. Soluzioni che permetteranno di accelerare la transizione perché non richiedono la realizzazione di nuove infrastrutture.
Opzioni diverse. L’incertezza su strategie e temi di questa inevitabile rivoluzione comporta per un’azienda come l’Eni un’impostazione di estrema flessibilità, che consenta di perseguire l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 seguendo più strade. Così, ha spiegato Ricci, “attenzione sarà dedicata anche ai biocarburanti, che si potranno sostituire a quelli di origine fossile, ma anche al gas liquefatto, che consente miglioramenti soprattutto al trasporto pesante, inadatto alla trazione elettrica, e all’idrogeno, che permetterà di sostituire le batterie tradizionali con le fuel cell”. Infine, un’azienda come Eni non può esimersi dallo scendere in campo anche nel settore della mobilità condivisa e l’esperienza del car sharing Enjoy lo dimostra: “Poteva sembrare un autogol, per un’azienda petrolifera, favorire un sistema che riduce i consumi”, ha concluso Ricci, “invece è stata una scelta vincente grazie al contemporaneo sviluppo dei sistemi digitali che hanno consentito di ottenere la flessibilità necessaria per il servizio”.
Una flessibilità che si allargherà alla rete di stazioni sul territorio dell’Eni, destinate a trasformarsi da semplici distributori in fornitori di servizi ad ampio raggio, dalla ricarica delle auto elettriche ai locker per la consegna dei pacchi di Amazon.
Fonte: Quattroruote
Perche invece di un chief refining e marketing officer non mettete un computer ,farse ragionerà in modo meno stupido ,e costerà molto meno di un chief ,che vorrebbe mettere il gestore a consegnare pacchi Amazon Mandasse suo figlio con il furgone !!!
Cosa ne pensano i chief maneger del sindacato ?