Le Associazioni dei Gestori Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno sottoscritto con Italiana Petroli un accordo per affrontare insieme le criticità dovute alla pandemia da Covid-19.
L’accordo Ip, che segue l’intesa dei gestori ENi, sarà valido fino al 30 aprile con possibilità di proroga in base all’evolversi dell’emergenza e riguarda l’intera rete di distributori IP sottoposta a accordo sindacale sulla rete ordinaria.
L’azienda si è detta, inoltre, disponibile a valutare misure analoghe anche per i distributori posti lungo la rete autostradale.
Nel dettaglio, l’intesa prevede una copertura assicurativa sviluppata appositamente per coprire chi è colpito dal Coronavirus. Tra le franchigie previste: un’indennità giornaliera per ogni giorno di ricovero, un’indennità di convalescenza e un pacchetto di servizi post ricovero (invio medico generico, trasporto in ambulanza, collaboratrice familiare, consegna di spesa a domicilio e altri servizi).
Altro punto chiave, il sostegno alla liquidità con un aumento della dilazione per il pagamento delle forniture fino ad un massimo di 4 giorni e la valutazione di congelamenti commerciali per fronteggiare specifiche situazioni.
Anche per i canoni di affitto di bar, shop e altre attività commerciali presenti nelle stazioni di servizio a marchio, è prevista la sospensione per il periodo marzo-aprile 2020.
Per il contenimento delle sofferenze economiche subite da molte delle gestioni è stato previsto un aumento medio del margine in fattura, ponderato sulla intera rete, di circa 10 €/kilolitro che sarà corrisposto in relazione agli erogati di riferimento dei singoli punti di vendita.
Queste misere vergogne sarebbero potute servire hai gestori nel 2013, quando 0.01 (dieci Euro Klt) moltiplicato x i volumi di vendita dell’epoca potevano servire al gestore x attuare iniziative che potevano rallentare il declino.
Oggi x i volumi di vendita della giornata di ieri equivalgono a Euro 2.07 pari a meno del margine che guadagna la compagnia su dieci litri di carburante che il gestore vende al servito.
NON VOGLIO ESSERE POLEMICO, ma se questi geni che guidano le compagnie pensano che con 2.07 riusciamo a colmare le spese insostenibili di gestione forse non hanno chiaro l’idea di cosa significa gestire un impianto.
Dal momento che l’impianto è di loro proprietà, sono loro I PADRONI,
sarebbe stato logico che dal momento che l’impianto non è più redditizio e noi siamo semplici prestatori di manodopera sottocosto;
noi ci accolliamo la scarsa redditività e loro si sarebbero dovuti accollare le utenze e non dieci euro a chilolitro dove occorrono 5 giorni x incassarli.
Sono certo che ci sarà il poeta di turno che si appellerà hai numeri che ho citato.
Mah gli vorrei ricordare che in proporzione il danno è peggio.