MANTOVA. Nessuno sciopero, ma il rischio di una progressiva chiusura degli impianti per mancanza di liquidità. Le conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus stanno colpendo duramente i gestori degli impianti di benzina. Il quadro è pesante in tutto il Paese. Le stime parlano di un crollo del lavoro compreso tra l’85 e il 90%. Cifra indicata anche dai circa 200 gestori presenti nel Mantovano.
Il volume dei mezzi in transito, considerate le misure di quarantena messe in atto nelle ultime settimane, ha subito un calo vertiginoso. Inevitabili le ricadute economiche, affiancate da timori dei lavoratori legati alla sicurezza sanitaria. Nei giorni scorsi il grido d’allarme delle associazioni di categoria. Ieri pomeriggio le sigle si sono confrontate in video conferenza con il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Ministro che ha promesso per i prossimi giorni la convocazione di un tavolo interministeriale per individuare le misure di sostegno al settore.
«La nostra volontà era quella di essere ascoltati – sottolinea Franca Frasson, presidente Figisc Confcommercio Mantova – visto che i gestori sono lasciati a loro stessi. Il governo non aveva preso iniziative per il settore e le società petrolifere non ci rispondevano nemmeno più. Nelle strade il movimento è crollato e manca la liquidità». Una congiuntura drammatica di fronte alla quale i gestori hanno chiesto aiuto. «Noi vogliamo restare aperti e continuare a offrire un servizio fondamentale. A partire dal rifornimento ai mezzi impegnati nell’emergenza, a quelli delle forze dell’ordine. Non vogliamo nemmeno pensare di non poterlo più fare, in un momento come questo, per mancanza di liquidità. Ma non possiamo essere lasciati soli».
All’aspetto economico, con le risposte attese negli incontri dei prossimi giorni, si affianca quello della sicurezza sanitaria. «Su questo tema non abbiamo ricevuto supporto dalle società petrolifere. Noi siamo sempre in strada, in prima linea, al servizio del cliente. Ma servono mascherine, guanti, detergenti per la pulizia delle pompe. Un problema grave. Negli scorsi giorni ci sono arrivate le notizie della scomparsa di due gestori nel Cremonese. Vogliamo maggiori tutele».
Il tempo stringe e non resta che proseguire alla ricerca di un accordo che possa portare ossigeno al settore e scongiurare chiusure che sarebbero deleterie in questo difficile periodo. «Lottiamo per rimanere aperti, non per chiudere – si legge nel comunicato congiunto a firma Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – Il comparto era già gravemente malato prima dell’emergenza. Come succede per chi è colpito dal virus, se non si interviene immettendo ossigeno, i gestori sono condannati a chiudere. La mancanza di liquidità non fa distinzioni in funzione dell’essenzialità del servizio prestato dall’impresa che colpisce».
Fonte: La Gazzetta di Mantova
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