La crisi dei “benzinai” fotografata dai giornali provinciali

Una testimonianza preziosa sulle difficoltà che devono affrontare

Staffetta Quotidiana – Ignorata dai grandi mezzi di comunicazione, che raramente riprendono i comunicati e gli appelli delle loro organizzazioni di categoria (Faib, Fegica, Figisc/Anisa), la crisi dei benzinai è invece seguita e commentata da vicino sui giornali provinciali. Una crisi già pesante che, con il Coronavirus è diventata ancora più pesante. Oggi è il turno per esempio del Corriere delle Alpi, domenica della Gazzetta di Modena, il 30 aprile della Provincia di Como e dell’Avvenire di Bologna, il 29 aprile dell’Arena di Verona, per parlare degli articoli apparsi negli ultimi sette giorni. Una categoria che, dal momento che svolge un servizio pubblico essenziale, deve tenere aperti gli impianti (decine di migliaia in Italia su strade e autostrade), nonostante i clienti, almeno fino domenica, fossero pochi, anzi pochissimi. Con un benzinaio della provincia di Belluno, che ha l’impianto sulla statale di Alemagna che confessa di aver venduto nell’intera giornata di domenica 15 litri di carburante. Con Franco Giberti, presidente della Faib Confesercenti di Modena, che spiega che in provincia “oltre il 35% degli impianti (in totale 190) ha attivato la sola modalità self service, con perdite nelle vendite stimate nei mesi di marzo e aprile che si avvicinano al 90%”. In soldoni, una perdita di 430.000 litri di carburante e una perdita di fatturato di 530.000 euro. Un crollo delle vendite confermato anche da Gianni Ferrari, titolare dell’impianto Q8 di via dell’Industria a Carpi, che sopravvive grazie al fatto che è vicino all’ingresso dell’Autobrennero con i lavaggi praticamente inoperosi. E che, come lavoratore autonomo, è riuscito ad incassare il bonus di 600 euro. Con il collega Gianluca Pelloni, gestore di un impianto Esso sulla strada che porta da Modena a Campogalliano, che parla di una “situazione complicata che porterà qualcuno alla chiusura”. Con molti clienti che si lamentano perché il petrolio è crollato ma i prezzi dei carburati no. Un prezzo gravato da Iva e accise che si aggirano attorno a 1 euro, a cui vanno aggiunte le accise regionali. Con Marcello Morelli, gestore IP di via Lamarmora a Modena, che, come altri, preferisce lasciare l’impianto con il self service e lamenta il diffondersi delle carte di credito che si portano via il 2% del guadagno che, a sua volta, è il 3% medio sull’erogato. Con Enzo Lamperti, gestore Esso di via Canturina a Como (uno dei 150 gestori della provincia), che spera che riprendendo con la Fase 2 il lavoro ricominci anche la circolazione e si possa riprendere a lavorare almeno in parte. Con Marco Dalla Bernardina del gruppo omonimo che controlla in provincia di Verona una decina di stazioni di servizio che distribuiscono anche metano e Gnl, e che nonostante le difficoltà restano aperti per spirito di servizio e perché se chiudessero i camion che portano le merci della grande distribuzione non saprebbero dove andarsi a rifornire, mettendo in crisi tutta la filiera produttiva.

Cosa chiedono i benzinai alle istituzioni nazionali? Semplificare gli adempimenti, sintetizza Giberti, tenuto conto che tutto il carburante è già tracciato, da quando esce dai depositi fino alla vendita alla pompa, e quindi non sono comprensibili tutti gli adempimenti previsti quali, ad esempio, l’invio telematico dei corrispettivi. E che invoca un sostegno economico per far fronte all’assenza di liquidità. Con costi fissi di gestione, utenze e servizi e per il personale che rappresentano un peso economico insopportabile. Con Daniela Maroni, presidente dei benzinai aderenti a Confcommercio Como, che ammette che oggi la benzina costa meno ma con il crollo dei consumi hanno ancora molto carburante acquistato ai prezzi vecchi e che non possono vendere sottocosto. Ricordando che siamo di fronte a un fenomeno senza precedenti perché in genere le crisi fanno lievitare il prezzo della benzina, mentre questa volta con le giacenze inutilizzate si sta verificando un abbassamento. Con Carlo Buratto, responsabile dei benzinai dell’Ascom di Belluno, che aspetta di vedere quello che succederà quando questa emergenza sanitaria sarà finita e potremo tornare alla normalità. Ma le tinte sono fosche per la categoria. Non c’è scampo e più di qualcuno sarà costretto a chiudere. Con Marcello Dalla Bernardina, presidente del sindacato energia della Confcommercio di Verona, che, dopo aver elencato i numeri impietosi del calo dei consumi, rileva che dietro i numeri, anche dei prezzi in calo, c’è una categoria davvero in difficoltà e quanto alle minacce di sciopero ne comprende le motivazioni. Una categoria in ginocchio, operatori a partita Iva, senza ammortizzatori, e con l’unico aiuto di 600 euro al mese: il lato grigio di una vicenda che rischia di fare vittime anche nel settore dei benzinai.

Un insieme di preziose testimonianze e di voci raccolte dal vivo dai cronisti dei giornali di provincia che hanno il merito di farci toccare con mano senza intermediari la gravità della crisi e le difficoltà che i “benzinai” devono affrontare per sopravvivere.

Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana 

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Alex
Alex
4 anni fa

Siamo tutti così dal nord al sud, nessuno escluso.
Chiediamo un ammortizzatore x uscire da questo mondo INFAME, PERFIDO E STERILE !!
Noi gestori come siamo abituati con il reddito di cittadinanza siamo ricchi, almeno non accumuliamo debiti con lo stato.
Dal momento che x contratto non possiamo attuare nessuna iniziativa imprenditoriale se non quelle di fare i netturbini del piazzale l’uomo delle pulizie dei bagni dopodiché persino la pulizia dei vetri non è più un iniziativa imprenditoriale del gestore ma un imposizione da contratto con quella sterile iniziativa della carta dei servizi.
Allora dal momento che non possiamo attuare iniziative imprenditoriali perché le aziende hanno delle linee guida imposte dove il gestore non può variarle, dove l’azienda decide le scelte commerciali, a questo punto noi non siamo gestori ma siamo lavoratori SUBORDINATI.