Un risposta deludente ed elusiva quella data dal Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, all’interrogazione Parlamentare del deputato di Fratelli D’Italia, Salvatore Deidda. Il Parlamentare eletto in Sardegna chiedeva conto delle soluzioni alle problematiche dei Gestori su segnalazione fatta da Angac, citata all’interno della stessa interrogazione come “gruppo spontaneo di gestori di distributori di carburanti sardi”. Deidda chiedeva di sapere quali iniziative volesse adottare il Governo “al fine di garantire una remunerazione adeguata dei lavoratori impiegati nel settore, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per il riordino del settore: e ciò anche al fine di evitare il fallimento di numerose imprese e, dunque, ulteriori, negative ripercussioni sull’economia nazionale, sulla filiera dell’energia e dei trasporti, nonché sulle entrate erariali che la rete dei gestori garantisce quotidianamente.”
Il ministro dello sviluppo economico ha risposto prendendo come soluzione quella prospettata nella “discussione relativa alla risoluzione 7-00258 (De Toma), avente ad oggetto iniziative urgenti in favore del settore della distribuzione dei carburanti” e che impegna il Governo “ad assumere iniziative volte tra l’altro « alla razionalizzazione e all’ammodernamento della rete distributiva”. Patuanelli indica come “le citate iniziative dovranno tener conto degli obiettivi previsti nel Piano integrato per l’energia e il clima italiano (Pniec) che, nella stesura definitiva inviata alla Commissione europea in attuazione del Regolamento (UE) 2018/1999, contiene indicazioni di sviluppo del settore dei trasporti verso la elettrificazione della mobilità. Occorrerà, quindi, garantire la transizione verso la de-carbonizzazione dell’economia con un adeguato sviluppo delle infrastrutture per i carburanti alternativi e per la ricarica elettrica, che potranno vedere partecipi anche gli attuali segmenti della distribuzione dei carburanti tradizionali, appositamente ristrutturati”.
Patuanelli conclude il suo intervento ricordando che “il ministero dello Sviluppo economico è intervenuto sul tema anche attraverso lo strumento della mediazione delle vertenze collettive” peccato che tale intervento (probabilmente nella vertenza dei Gestori con Italiana Petroli) non abbia sortito alcun risultato.
Di seguito l’interrogazione e risposta in forma integrale
DEIDDA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
recentemente, un gruppo spontaneo di gestori di distributori di carburanti sardi, di ogni marchio, indipendenti da qualsivoglia associazione di categoria, locale e nazionale, ha manifestato le enormi difficoltà del settore in questione, tali, ormai, da mettere a serio rischio l’esistenza stessa della categoria;
i citati gestori sono lavoratori autonomi che impegnano e rischiano i loro capitali, con un orario di apertura dell’attività pari ad almeno 9, 10 ore giornaliere: peraltro, essendo dotati di accettatore self-service sono pure costretti ad un costante monitoraggio della medesima attività (24 ore su 24, 365 giorni all’anno, festività incluse);
l’impegno dei capitali personali nella gestione dell’impianto per il pagamento delle forniture di carburante – garantite da fidejussioni personali a prima chiamata – costituisce una garanzia indiretta anche per il versamento delle imposte, tasse ed accise: elementi, questi ultimi, che compongono, principalmente, il prezzo finale del carburante;
in altre parole, tra le funzioni principalmente svolte dai soggetti in questione vi è quella di drenare ingenti risorse nelle casse erariali, tutti i giorni, 24 ore su 24: e ciò, peraltro, con una sensibile esposizione della loro incolumità personale, proprio in ragione dell’ingente quantità di denaro maneggiato, in luoghi aperti al pubblico, esposti all’operato criminale sempre più dilagante; a fronte di tali, gravosi impegni, la gestione delle attività in questionano a qualche anno fa, garantiva un’adeguata remunerazione economica che, invece, allo stato, appare del tutto insufficiente per qualsiasi gestore, indipendentemente dalle sue capacità imprenditoriali;
il suindicato stato di crisi è determinato soprattutto dall’esiguo margine di guadagno che, in media, non supera i 3 centesimi a litro, a fronte delle 80 lire incassate prima dell’avvento dell’euro e che, dunque, il reddito lordo medio delle attività in questione è pari a 25.000,00 euro annui, sui quali devono ulteriormente caricarsi gli altri costi fissi e variabili;
i modelli gestionali adottati da tutte le compagnie petrolifere determinano vincoli di gestione tali da impedire la libera organizzazione dell’attività economica e che, di fatto, si tramutano in un abuso di dipendenza economica;
a ciò si aggiunga che il prezzo finale da praticare viene di fatto imposto dalla compagnia, la quale monitora costantemente i prezzi praticati con sistemi informatici e, nel caso in cui si avveda di un discostamento, pone in essere tutta una serie di azioni, tali da incidere sulle scelte del gestore interessato;
tali comportamenti incidono sensibilmente sulla libertà del gestore di determinare la propria attività economica, dimodoché appare ravvisabile, secondo l’inter- rogante, proprio la violazione di cui all’articolo 9 della legge n. 192 del 1998;
in ragione dell’importanza del settore economico in questione, sia per l’intera economia nazionale che, direttamente, per le casse erariali, appare necessario un intervento del Governo al fine di riordinare il medesimo settore, con la previsione di maggiori tutele in favore dei gestori –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di garantire una remunerazione adeguata dei lavoratori impiegati nel settore, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per il riordino del settore: e ciò anche al fine di evitare il fallimento di numerose imprese e, dunque, ulteriori, negative ripercussioni sull’economia nazionale, sulla filiera dell’energia e dei trasporti, nonché sulle entrate erariali che la rete dei gestori garantisce quotidianamente.
(4-02951)
RISPOSTA. — Con riferimento all’atto di sindacato ispettivo in esame, sentita la Direzione generale del Ministero dello sviluppo economico competente in materia, si rappresenta quanto segue.
L’interrogante fa riferimento alle difficoltà del settore della distribuzione dei carburanti, con particolare attenzione alla situazione dei gestori di distributori di carburanti sardi, e chiede quali iniziative di competenza si intendano adottare, al fine di garantire una remunerazione adeguata dei lavoratori impiegati nel settore, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.
Orbene, a tal riguardo rappresento che i temi sollevati dall’interrogante sono all’attenzione del Ministero dello sviluppo economico, presso il quale è stato già attivato il tavolo tecnico di confronto con le organizzazioni dei gestori di distribuzione dei carburanti.
A tal proposito, infatti, rappresento che nell’ambito della discussione relativa alla risoluzione 7-00258 (De Toma), avente ad oggetto iniziative urgenti in favore del settore della distribuzione dei carburanti, si sono svolte una serie di audizioni presso la X Commissione della Camera dei Deputati, che hanno interessato l’intero comparto, ivi compresi Assopetroli, Federazioni dei gestori, Unione Petrolifera e le Regioni.
La citata risoluzione, in particolare, impegna il Governo ad assumere iniziative volte tra l’altro « alla razionalizzazione e all’ammodernamento della rete distributiva, con una revisione del piano e degli indirizzi di ristrutturazione della stessa su sedimi stradali ed autostradali, prevedendo la chiusura dei punti vendita obsoleti ed inefficienti, accompagnata dall’erogazione di indennizzi per la bonifica ambientale e per l’effettivo e definitivo loro smantellamento e favorendo, ove possibile, la riconversione tecnologica, attraverso strumenti agevolativi, nonché l’ammodernamento della rete distributiva attraverso l’implementazione dei servizi alla mobilità elettrica anche nel rispetto degli obblighi e ai sensi della disciplina di attuazione della direttiva 2014/ 94/UE sulla realizzazione di infrastruttura per i combustibili alternativi o comunque a ridotto impatto ambientale […] », è stata votata in senso favorevole in data in data 4 dicembre 2019.
Le citate iniziative, invero, dovranno tener conto degli obiettivi previsti nel Piano integrato per l’energia e il clima italiano (Pniec) che, nella stesura definitiva inviata alla Commissione europea in attuazione del Regolamento (UE) 2018/1999, contiene indicazioni di sviluppo del settore dei trasporti verso la elettrificazione della mobilità. Occorrerà, quindi, garantire la transizione verso la de-carbonizzazione dell’economia con un adeguato sviluppo delle infrastrutture per i carburanti alternativi e per la ricarica elettrica, che potranno vedere partecipi anche gli attuali segmenti della distribuzione dei carburanti tradizionali, appositamente ristrutturati.
Il Ministero dello sviluppo economico è intervenuto sul tema, infine, anche attraverso lo strumento della « mediazione delle vertenze collettive » introdotto dal decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32 recante « Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell’articolo 4, comma 4, lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59 », anche al fine di « assicurare al gestore condizioni eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento » (come stabilito dall’articolo 28 comma 14, come novellato dal decreto-legge
24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, rubricato « Razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti ».
Il Ministro dello sviluppo economico: Stefano Patuanelli.
Il riassunto di tutto questo è :cari gestori e affini ,andate a farvi fottere ,voi e vs p vendita ,noi seguiamo la strada dell elettrico (la truffa delle truffe ) punto …Intanto che il piniec e la transizione ,magari tra 10 anni ,potete anche fallire cazzi vostri . Patuanelli
Ma va a fare in C…..lo