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Le associazione dei gestori Angac e As.Nali Energia , con due comunicazioni distinte si dissociano dallo sciopero proclamato da Faib, Fegica e Figisc.
Secondo Angac/Confsal “non è solo il governo a mettere in difficoltà la categoria ma anche il mancato rinnovo degli accordi capestro con margini di guadagno esigui non rispondenti al mantenimento della stessa attività”. Inoltre, “lo sciopero proclamato ha una motivazione riduttiva per l’esigenza della categoria, ha la finalità di distrarre attenzione sugli accordi che si stanno per stipulare, che i gestori aspettano da tempo. Il governo per il momento ha già adempiuto una prima volta alle aspettative della categoria e adempirà anche in futuro nei prossimi decreti a gennaio”, si legge in una nota. “Sono le compagnie che sono latitanti e che ci rendono schiavi del caporalato petrolifero. Vogliamo margini molto più alti subito”. Per questo “Angac chiede alla categoria di dirottare l’attenzione e la pressione sugli accordi con le compagnie”.
Si dissocia anche As.Nali Energia in quanto, “nonostante non sia accettabile la posizione del Governo e ancor di più del Ministro dello Sviluppo Economico PATUANELLI nei confronti della Nostra categoria non possiamo non evidenziare che il Decreto Rilancio ha consentito, alla quasi totalità dei gestori carburanti di usufruire di un contributo a fondo perduto nonché al contributo Inps e alla cassa integrazione per i dipendenti.
La vera domanda, scrive il presidente di As.Nali Energia, Ferruccio Schiavello, che Faib, Fegica e Figisc si devono porre è cosa hanno fatto le compagnie petrolifere e i grandi retisti per i propri gestori. La risposta è davanti agli occhi di tutti: Assolutamente Nulla se non degli accordi FARLOCCO che nulla hanno portato ai gestori ne economicamente ne tantomeno a livello di prevenzione dal VIRUS.”
Accogliamo invece le motivazioni dei colleghi di ANGAC/ConfSal, scrive ancora Schiavello, “che giustamente rivendicano condizioni concrete per i gestori quali la libertà del prezzo di vendita e margini che consentano la sostenibilità delle gestioni. Se oggi i gestori rischiano la chiusura non è tanto per il COVID-19 che è tra noi da meno di un anno ma per colpa delle Petrolifere che continuano a trattare i gestori peggio dei raccoglitori di arance ( senza nulla togliere ai lavoratori agricoli).”
Pertanto, conclude la nota, “la nostra organizzazione di categoria è pronta a sostenere con tutti i propri associati sul territorio nazionale uno sciopero generale su temi seri e concreti e certamente non strumentali e fini a se stessi.”
SONO pienamente d’accordo