Walmart cede l’insegna inglese Asda a EG Group

La società dei fratelli Issa, proprietari della rete di stazioni Esso in Italia, fa sua la catena inglese. Il gruppo Usa resterà con una quota di minoranza

Alla fine Walmart ha trovato l’acquirente giusto per la sua catena inglese Asda, la cui maggioranza delle azioni passerà a un ticket formato da EG group e Tdr Capital. EG, basato a Blackburn (Lancashire) rappresenta l’impero dei fratelli Mohsim e Zuber Vali Issa, origini indiane e fortuna imprenditoriale inglese costruita grazie alle stazioni di benzina; il secondo è un fondo di private equity londinese che ha un collegamento con i due attraverso la Optima Bidco. Optima è la holding basata a Jersey (isole del Canale), al vertice dell’impero EG che partecipa anche alla gestione di Tdr Capital.

San Marco
Le due controparti non hanno comunicato la quota di azioni Asda passata di mano, né il prezzo pagato: quel che è noto è che Walmart resterà nell’azionariato con una percentuale di minoranza e che la società è stata valorizzata 6,8 miliardi di sterline inglesi (7,4 miliardi di euro) a livello di Enterprise value, quindi compresi i debiti. Per il gigante americano non sarà comunque un’operazione indolore: aveva acquisito la catena nel 1999 per 6,7 miliardi di sterline e, dovrà registrare a bilancio 2,5 miliardi di dollari (2,15 miliardi di euro) di minusvalenze in relazione a questa cessione.

ASDA, RICAVI 2018 PARI A 23 MLD DI STERLINE
Ora la palla passerà alla Competition and Markets Authority (Cma), la locale Antitrust che dovrà esaminare l’operazione per verificare tutti i profili legati alla potenziale restrizione dei mercati nelle quali operano le società interessate. Questa volta, però, i regolatori non dovrebbero porre il veto com’era successo nella primavera del 2019 quando avevano stoppato la maxi integrazione con J Sainsbury (Asda allora fu valorizzata 7,3 mld di sterline), dalla quale sarebbe nato il numero uno del settore retail Uk davanti a Tesco. In quel caso la Cma aveva ravvisato un pericolo di aumento dei prezzi per i clienti inglesi e un peggioramento delle condizioni commerciali delle aziende fornitrici.

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Stando a quanto comunicato dalle società acquirenti, la catena continuerà ad essere gestita indipendentemente e manterrà il suo quartier generale a Leeds, da dove partono le direttive verso gli oltre 600 punti di vendita nel Regno Unito, il maggiore dei quali ha una superficie di circa 10 mila metri quadri. La società ha oltre 145 mila dipendenti e un fatturato che nel 2018 ha sfiorato i 23 miliardi di sterline (25,3 miliardi di euro). Gli acquirenti, che manterranno nel ruolo di amministratore delegato Roger Burnley, hanno promesso un miliardo di sterline di investimenti nei prossimi tre anni e il mantenimento di una posizione competitiva di mercato, grazie anche all’aiuto che Walmart continuerà a fornire al retailer inglese sul lato degli acquisti, coerentemente col fatto che resterà azionista e che manterrà un posto in consiglio d’amministrazione. Non è prevista, al momento, nessuna chiusura di negozi.

Kanzi , grande gusto
EG GRUP NEL 2018 SBARCA IN ITALIA GRAZIE A ESSO
Chi sono gli acquirenti di Asda? La loro storia, che intreccia anche l’Italia, è certamente molto particolare. Di origine indiana, hanno costruito una fortuna partendo dall’acquisto di una singola stazione di benzina nel 2001. La loro fortuna nasce, però, da un’intuizione: rivitalizzare le stazioni facendole diventare una destinazione di shopping e non solo una rivendita di carburanti, attività a basso margine di guadagno. Hanno così acquisito a Bury, sobborgo di Manchester il primo spazio restrostante la stazione per farne un convenience store moderno e attraente, che andasse ben oltre l’offerta allora esistente in Uk. Il successo di quella proposta ha spinto i due imprenditori a proseguire su quella strada proprio mentre le grandi major della benzina cercavano di sbarazzarsi degli spazi non-oil che i fratelli Issa trasformavano in punti di vendita moderni a marchio Spar, Carrefour ed altre. Tutte insegne interessate a sostenere questo progetto di rivisitazione delle stazioni. Non solo: l’ottima risposta dei consumatori ha attratto nel tempo anche le catene di fast food, pronte a insediarsi negli stessi spazi utilizzando la EG come master franchisee. Il tutto acquisendo anche reti di distribuzione di carburante, al fine di poter gestire in modo integrato tutto lo spazio commerciale. Prima in Uk e poi in Europa, Stati Uniti e infine in Australia.

Lo sbarco in Italia è avvenuto nel 2018, quando hanno chiuso l’acquisizione delle 1158 stazioni di benzina Esso, e qualche mese dopo il colosso americano ha ceduto a EG anche la rete tedesca (oltre mille punti) e un centinaio di stazioni in Olanda. L’ingresso nel nostro Paese è dettato dalla volontà di rivitalizzare le stazioni di benzina, che hanno mantenuto il brand Esso, così come era successo nel Regno Unito.

UN IMPERO DA 12 MLD DI EURO DI RICAVI (E TANTI DEBITI)
EG Midco, la capogruppo inglese che rappresenta il cuore delle attività dei due fratelli Issa, nel 2018 ha visto ricavi consolidati pari a 12 miliardi di euro, più che raddoppiati rispetto al 2017 per effetto delle tante acquisizioni in Europa e Stati Uniti. Il valore aggiunto, la misura più significativa per la loro attività, è stata pari a 1,49 miliardi di euro mentre il risultato operativo si è attestato a 242 milioni. L’anno si è chiuso in perdita per 138 milioni di euro perché sui conti gravano oneri finanziari per 392 milioni. La grande crescita dimensionale è stata, infatti, tutta operata a debito. A fine 2018 l’indebitamento complessivo era, infatti, pari a 7,22 miliardi (5,1 miliardi i debiti netti) di euro a fronte di un patrimonio netto pari a 368 milioni di euro e a un ebitda “adjusted” pari a 561 milioni di euro, come riportato in bilancio. La società vanta oltre 5200 punti di vendita tra quelli posseduti e quelli operati con varie formule (affitto, franchising) tra stazioni di benzina, convenience store e insegne della ristorazione veloce, tra le quali Starbuks, Kfc e Subway per oltre 33 mila dipendenti, cui si aggiungeranno i 146 mila quasi di Asda.

I ricavi totali da vendita di benzina sono circa il 75% del totale, previsti in leggero calo nei prossimi anni per effetto dei grandi trend che attraversano il mondo dell’auto (minori consumi, elettrico, idrogeno). Quelli da convenience store sono stati pari a 1,64 milioni di euro nel 2018. La strategia della società è quella di crescere nel “non-fuel”, soprattutto alimentare (sia retail sia ristorazione), facendo leva sulla strategia di presenza sul territorio e innovazione dei format, nonché su accordi con le maggiori catene che hanno trovato in EG un partner molto ambizioso.

Fonte: Foodweb.it

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