
Staffetta Quotidiana – Due domande al padre del passaggio da concessione ad autorizzazione. La concorrenza nell’agenda Draghi: la crisi porterà concentrazioni, spazio per nuove lenzuolate. Ma prima si fanno e poi si dicono
Sulla proposta delle associazioni dei gestori dei punti vendita carburanti di tornare al regime della concessione, abolito nel 1992 per passare all’autorizzazione, la Staffetta ha interpellato il “padre” di quella riforma, Pier Luigi Bersani, allora ministro dell’Industria. Faib, Fegica e Figisc hanno incontrato Bersani per illustrargli la proposta. In questo contributo per la Staffetta, l’ex ministro afferma che per la transizione serve uno strumento di programmazione, per cui ben venga la proposta dei gestori, almeno come base di partenza. Su un secondo tema, quello delle liberalizzazioni nell’agenda del governo Draghi – a partire dal rilancio della legge sulla concorrenza – Bersani indica che la crisi produrrà consolidamenti e concentrazioni, per cui ci sarà spazio per nuove “lenzuolate”: ma, specifica, “di quelle che prima si fanno e poi si dicono”.
Sulla proposta delle associazioni dei gestori di tornare al regime di concessione per i punti vendita carburanti.
Come le altre di quel tempo, la mia riforma sulla distribuzione dei carburanti era un mix di apertura e di regolazione. Anche oggi i gestori non potrebbero certo pentirsi di quelle scelte di regolazione. Nel totale disinteresse degli anni successivi non ci fu (non è il solo caso) la necessaria manutenzione di una riforma strutturale. Il mercato prese via via una piega di drammatico degrado che ormai è sotto gli occhi di tutti. Per di più oggi si affaccia una svolta d’epoca e si impone una priorità: mettere al concreto la transizione energetica. Davvero si può pensare di attivare la transizione nei trasporti senza un meccanismo di programmazione? E si pensa davvero che il meccanismo possa prescindere dalle stazioni di servizio? Francamente, non ci credo. Quindi la proposta che è stata avanzata non è peregrina e va esaminata. Ci sono altre proposte? Si può immaginare un sistema misto? Da quella idea comunque si può partire per ragionare. C’è da risolvere un problema: come avere certezza di investimenti e una dotazione strutturale sufficiente a rendere davvero credibile la transizione. Senza tutto questo, stiamo scherzando.
Sulle liberalizzazioni nell’agenda del governo Draghi.
Quanto alla concorrenza, non vedo novità sconvolgenti. Se si tratta di migliorare i criteri delle concessioni e garantirsi gli investimenti, se si tratta di allestire condizioni più stringenti per gli accreditamenti nella sanità o di avviare le gare per la distribuzione del gas, si fa il dovuto. Sulle vendite di energia il testo del Pnrr non è chiarissimo e non so se sono d’accordo. Sui servizi pubblici si annuncia un “in house” più selettivo. Bene, ne discuteremo la logica. In questo campo a me sembra tuttavia che la priorità assoluta stia in una questione industriale: come garantire una base industriale solida e una massa critica adeguata alla gestione dei servizi nel Mezzogiorno, a cominciare da acqua e rifiuti. È comunque positivo che il tema concorrenza sia stato posto in evidenza nel Pnrr. Prevedo che la crisi produrrà consolidamenti e concentrazioni in molti settori. Arriverà dunque materia nuova a chi vorrà combattere rendite e posizioni dominanti. Magari con delle lenzuolate, di quelle che prima si fanno e poi si dicono.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
siamo tornati in mano agli esperti del disastro ,come la regola annullata ne chiudi tre ne apri uno, no liberalizziamo ha volontà
ma soprattutto erodiamo il margine dei gestori da 100 lire litro a 3 centesimi litro .