Ma apertura su un rafforzamento dell’autorizzazione. Il dibattito all’assemblea Faib
Staffetta Quotidiana – No al ritorno alla concessione, sì a un rafforzamento dei requisiti per l’autorizzazione. Così Unem e Assopetroli rispondono alla proposta delle associazioni dei gestori di tornare alla concessione per la distribuzione carburanti. Il confronto è andato in onda questa mattina in occasione del convegno Faib per l’assemblea elettiva chiamata a individuare il nuovo presidente. Convegno cui hanno preso parte, olter al presidente uscente Martino Landi, i vertici di Unem (Claudio Spinaci) e Assopetroli-Assoenergia (Andrea Rossetti).
Landi ha introdotto il tema ricordandone il senso: “l’autorizzazione nasce con il silenzio-assenso, e questo ha fatto sì che sono entrati nel settore soggetti che avevano altri interessi e obiettivi. Con le autorizzazioni il numero degli impianti è cresciuto, mentre con la concessione sono sempre diminuiti perché c’è stato un maggiore controllo”.
Spinaci ha ricordato di aver dato alla sottosegretaria Mite Vannia Gava la disponibilità a partecipare a un tavolo per la rete, e ha definito “condivisibili” gli obiettivi della proposta dei gestori, esprimendo però “forti perplessità sullo strumento”. Significherebbe, ha aggiunto Spinaci, “rimettere nelle mani dello Stato il settore della distribuzione carburanti, reintroducendo uno strumento obsoleto”. Strumento che “sarebbe ancora più complesso da gestire alla luce delle direttive UE, dalla Bolkestein a quella sul commercio a quella sulla libertà di stabilimento e concorrenza”. Spinaci ha riconosciuto il “passo avanti rispetto alla proposta Libera la benzina che era di totale liberalizzazione”, un passo avanti “sulla consapevolezza della necessità di una regolamentazione”. L’alternativa proposta da Spinaci è “una forma che lasci il mercato libero e preveda livelli superiori di controllo, rafforzando l’autorizzazione, eliminando il silenzio-assenso e introducendo requisiti di sostenibilità economico-finanziaria. Siamo aperti alla discussione – ha detto il presidente Unem – ma la concessione è strumento molto complesso, vecchio, implicherebbe le gare pubbliche. Sulle autostrade – ha concluso – non ha risolto niente, anzi ha peggiorato situazione. I Governi non hanno mai affrontato problema, ora vogliamo affidargli il settore?”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Rossetti, che ha definito la proposta “molto problematica, come attuabilità ancor prima che come gradimento per gli imprenditori”. Senza contare che il Pnrr fa della concorrenza “il pilastro delle future riforme”, indicando la necessità di intervenire sui residui regimi concessori. Insopmma, ha detto Rossetti, la proposta è “inutile e dannosa, anche perché una stratificazione normativa incoerente produce ulteriore incertezza e conflittualità a ogni livello”. Il regime concessorio, inoltre, “non facilita la programmazione industriale per accelerare la decarbonizzazione. La concessione è un diritto temporaneo e quindi produce precarizzazione degli asset delle imprese: per le Pmi vuol dire abbassare i ratio patrimoniali e peggiorare il rating nell’accesso al credito. Questo è assolutamente da evitare ed è contraddittorio mentre chiediamo un nuovo ciclo di investimenti”. La concessione, ha rincarato Rossetti, “non garantisce neanche un maggiore presidio di governo al settore. Basta guardare alle autostrade: non mi pare un caso particolarmente felice di governo di un asset strategico al servizio del Paese”. È invece possibile secondo Assopetroli “fare miglioramenti dentro il regime autorizzativo per rafforzare le garanzie, per fare in modo che gli operatori rispondano a criteri di sicurezza e compliance di norme fiscali, sul commercio e sul lavoro. Non siamo – ha sottolineato Rossetti – al punto zero sul discorso di contrasto all’infiltrazione criminale. Come filiera siamo riusciti a ottener la più grande riforma del diritto tributario in un singolo settore economico. Oggi si può conoscere in tempo reale la movimentazione fisica dei prodotti e i corrispondenti movimenti finanziari.
Landi, concludendo il dibattito, ha sottolineato l’obiettivo di riportare la legalità e l’importanza di “sedersi a un tavolo con gli attori della filiera e con il Governo per trovare una soluzione. Noi – ha aggiunto – siamo l’ultimo anello della catena e siamo colpiti in modo particolare dall’evasione dell’Iva, delle accise e contributiva. Ben venga dunque un tavolo di confronto al ministero. Anche perché i risultati della fattura elettronica, del Das elettronico e dei corrispettivi telematici non si sono ancora visti. Per ora sono solo aumentati i costi”.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Quando i pagliacci di unione petrolifera dicono no , è perché stanno rubando a mani basse dalle tasche degli italiani.. un associazione a delinquere in piena regola.