Facendo seguito ad alcune iniziative di incentivazione volte ad incrementare gli orari di servizio proposte da una importante compagnia petrolifera, ci è pervenuto dal solito ignoto lettore un “raccontino” che dovrebbe farci riflettere.
Purtroppo oggi è domenica: Sono costretto al riposo. Mi conforta però una speranza: è l’ultima domenica in cui terrò chiuso il mio impianto? Devo chiederlo a Mohamed, il mio collaboratore. È lui che, ogni mattina, all’alba , va a vedere se i miei colleghi anticipano, oltre il pattuito, l’orario di apertura che da un po’ di tempo abbiamo tutti, con odio, reciproco, stabilito intorno alle H 4,50. È sempre Mohamed, mio fido Mohamed, che mi presidia il self service (nelle poche ore in cui lo metto in funzione, nel resto della giornata serviamo manualmente).
È sempre Mohamed, mio fido, che mi riferisce del comportamento dei gestori degli impianti vicini e mi induce a prevenirli: aprire un minuto prima chiudere un minuto dopo. È bello vedere; quando è ancora buio, la mattina, quel via vai di collaboratori in divisa che si spiano l’unì all’altro, si appostano, osservano per poi riferire a noi, i gestori, sulle violazioni quotidiane dell’orario.
Mi esalta la trasgressione!
Mi gratifica sapere che, per ogni minuto in più passato sull’impianto, c’è una comprensiva ed affettuosa pacca sulla spalla da parte del mio addetto rete, compiaciuto del mio comportamento cosi imprenditoriale, così europeo!
Ormai là divisa mi si è attacca addosso come una seconda pelle.
È un po’ scomodo farsi la doccia (soprattutto con il berretto), però guadagno del tempo prezioso la mattina: anche perché non mi guardo più allo specchio, per evidenti ragioni.
L’unico inconveniente è nella tinta: ormai il colore originario si è perduto, confondendo il mio volto bruciato dal sole con il giubbotto grigio/topo. Io e Mohamed così facciamo proprio una bella coppia, anche se di notte i clienti si intimoriscono un po’ quando ci catapultiamo sull’autovettura per offrire i nostri servizi completamente gratuiti..
Sto sempre aperto. Anche mangiare il panino dentro il chiosco mi ha restituito il gusto dei sapori antichi, quelli di una volta: la inimitabile mortadella al piombo, la fettina addentata furtivamente al momento dell’erogazione del carburante, avviluppata dalla fragrariza tipica della benzina.
Mi sembra di essere tornato ai bei tempi andati, quando ancora non c’era il Sindacato e non si parlava di migliore qualità della vita, di orari dignitosi. Io e Mohamed siamo contenti che le cose, grazie ai pochi gestori che la pensano come me, possono cambiare: che senso ha andare a casa, stare con i figli, vivere in modo diverso se l’impianto è la nostra vita, se per ogni ora dedicata alla famiglia ci sono decine e decine di automobilisti che attendono di essere riforniti, decine e decine di parabrezza da lavare (battendo la concorrenza degli omini ai semafori), centinaia di pneumatici da gonfiare, migliaia di «buongiorno e buonasera», «grazie e arrivederla» da pronunciare?
Pe questo sono combattuto: restare a casa oggi o andare di corsa all’impianto per vedere il sorriso di Mohamed dipingersi sul suo volto corroso dalle esalazioni del benzene, mentre «aiuta» un cliente a rifornirsi «da solo» con il self service:
Mohamed, mio fido Mohamed, fra proco sarò da tè. Poco importa che l’impianto non abbia avuto neanche un litro di incremento rispetto gli anni precedenti: i litri che vendevo in 9 ore sono, stranamente gli stessi che vendo in 18. Insieme però abbiamo dimostrato che noi siamo pronti all’Europa con orari liberi e margini bassi, senza turni, festivi e domenicali. Poco importa che il punto vendita abbia bisogno di essere ristrutturato…
Mohamed, fra poco sarò da te; insieme gusteremo il piacere degli orari violati, del saluto portato con la mano alla visiera del berretto, dell’attesa eccitante del cliente;
Mohamed, fra poco sarò d te; mia moglie, invece, starà da un altro…
mi piacerebbe sapere quanti coglioni ho come colleghi,
poi si lamentano,sono sicuramente anche cornuti