Quotidiano Energia – Faib, Fegica e Figisc contro le sanzioni della Gdf su “presunte violazioni” dei mesi passati. La lettera delle associazioni e la richiesta di incontri istituzionali
Faib, Fegica e Figisc chiedono di evitare un “accanimento” nei confronti dei gestori, in riferimento ad alcune recenti sanzioni per “presunti comportamenti illegittimi” nella comunicazione dei prezzi al Mise. Lo fanno tramite una lettera inviata al ministro dell’Economia, Daniele Franco, a quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al viceministro Gilberto Pichetto Fratin, agli uffici tecnici dei due dicasteri, al Comando generale della Gdf e al presidente dell’Anci, Antonio De Caro.
I sindacati tornano dunque a discutere dell’obbligo di trasmissione dei prezzi al Mise, dopo che, a settembre, la questione era stata sollevata da Faib (QE 17/9). Nell’ultima missiva, datata 22 ottobre e disponibile in allegato, le tre organizzazioni espongono la loro interpretazione: l’imposizione, che prevede l’aggiornamento dei dati al massimo ogni otto giorni, “non sussiste ove non vi siano state diminuzioni o aumenti” nell’importo richiesto ai clienti.
Le federazioni si concentrano poi su un altro aspetto ed evidenziano di aver registrato “una diffusa azione” da parte delle squadre operative della Gdf, azione finalizzata ad acquisire una copia delle comunicazioni pregresse dei gestori. Una volta verificato “un eventuale ritardo”, gli uomini della Finanza hanno proceduto con l’erogazione delle sanzioni, anche per fatti risalenti a due o tre mesi fa.
Per Faib, Fegica e Figisc la funzione dell’Osservaprezzi è quella di garantire ai consumatori una scelta “informata” e pertanto le “pretese violazioni” del passato riguardano informazioni “ormai inutili” per i clienti nel momento dell’accertamento.
Inoltre, proseguono i gestori, altre sanzioni sono state comminate per una “non corretta” modalità grafica di rappresentazione dei prezzi nella cartellonistica degli impianti. Una responsabilità che dovrebbe essere “di diretta provenienza” dei proprietari della struttura e che non può essere modificata dalle singole gestioni.
Per questo i sindacati parlano di una “criminalizzazione” della propria categoria. Sottolineano pure di essere sottoposti ad un “groviglio di norme, decreti ministeriali” e “disposizioni legislative spesso contrastanti”. Un sistema che andrebbe “semplificato”, anche per evitare “la ragionevole percezione di un accanimento” nei confronti dei gestori stessi (a causa delle ultime operazioni della Gdf).
In conclusione, le tre organizzazioni chiedono un incontro ai ministeri per individuare “soluzioni ed auspicare autorevoli interventi”, un incontro al Comando generale della Gdf per “chiarire l’ambito dell’attività sanzionatoria” e infine uno con il presidente dell’Anci, per ricordare che l’obiettivo delle norme non è “rimpinguare le casse dei Comuni”, a cui spettano gli introiti delle sanzioni.
Per gentile concessione di Quotidiano Energia
Adempimenti inutili, registri inutili, pratiche medioevali, regole il cui unico obbiettivo è fare cassa.Visto che anche i prezzi non vengono decisi dal gestore, perché l’obbligo non ricade sulla compagnia che li decide e li impone. Qualcuno può affermare il contrario? Sicuramente no, ma tutti in silenzio.
Una presa per i fondelli, devi comunicare i prezzi praticati e decisi da altri. Ma é inutile sgolarsi, faccio questo lavoro da quarant’anni, ho sentito miliardi di parole ma alla fine tutti si accaniscono sull’ultima ruota del carro. Una vergogna, una povertà morale che provoca la nausea.