Con una comunicazione unitaria a firma dei Presidenti di Faib/Faib Autostrade Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, inoltrata all’Agenzia delle Dogane, le Federazioni hanno richiesto una proroga al 30/06/2022 dell’obbligo di indicare i codici dei prodotti, che non sempre sono previsti all’interno delle licenze di esercizio. Senza tale proroga si rischia il blocco dell’emissione del DAS e quindi della consegna dei prodotti.
Nel testo della comunicazione indirizzata al dg di Adm, Marcello Minenna e al Direttore Organizzazione e Digital Trasformation dell’agenzia, Laura Castellani le associazioni dei Gestori chiedono di rinviare a giugno l’introduzione della nuova disciplina delle Dogane sui controlli E-Das per la movimentazione dei prodotti petroliferi. Il testo è stato inviato per conoscenza anche ai ministri dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, oltre che ai presidenti di Unem e Assopetroli, rispettivamente Claudio Spinaci e Andrea Rossetti, e al Capo Dipartimento per l’Energia e il Clima del Mite, Sara Romano.
I gestori si riferiscono a due avvisi dell’Adm, del 25 e del 29 ottobre (disponibili in allegato), con cui è stata comunicata l’attuazione del controllo bloccante sulla Cpa (codice doganale di classificazione dei prodotti) per speditore e destinatario della merce. Il sistema entra a regime proprio oggi, 30 novembre.
Le federazioni si concentrano sul rischio della “mancata emissione dell’E-Das” con le nuove procedure e, di conseguenza, sul possibile blocco delle forniture. Nel dettaglio, specificano i sindacati, i gestori dovrebbero verificare la presenza dei codici dei prodotti nella loro licenza di esercizio rilasciata dall’Adm.
A quanto riportato da Faib, Fegica e Figisc però, sembra che “molte delle licenze” non siano “adeguate” a queste modifiche, specialmente quelle aggiornate prima del 2015. Si stima che si tratti del 20% del totale, un 20% che non “potrebbe accettare” la merce contrassegnata con i nuovi codici.
Due sono i punti sollevati: in primo luogo viene rilevato che, in merito ai tempi necessari per cambiare la documentazione, gli uffici territoriali Adm non “sono attrezzati per soddisfare tale esigenza”.
Viene inoltre sottolineato che i distributori di carburanti non possono “proporre autonomamente istanze per modificare” la licenza stessa, compito che, secondo le federazioni, spetterebbe al “titolare delle attrezzature”.
Il tutto peraltro con un adeguamento che dovrebbe avvenire in “tempi strettissimi”. I rischi identificati dai sindacati sono molteplici: “moltissime attività” potrebbero non ricevere la merce, provocando “notevolissimi danni economici”, il “blocco della logistica” e “dei rifornimenti carburanti ai cittadini”, su cui ricadrebbero “disservizi e ritardi”.
Per questo viene richiesta “una presa di posizione urgente” da parte di Adm, per “prorogare al 30 giugno 2022” l’introduzione delle nuove norme.
In allegato la comunicazione inviata (allegato)
Non vi preoccupate il gestore non perde nulla,
visto i nuovi costi dell’energia e le vendite in self il gestore non perde nulla, anzi ….
Forse il problema è x la logistica, la compagnia, i clienti ma sicuramente non x il gestore.