E’ quanto sta succedendo con le sanzioni erogate dalla Guardia di Finanza in molti comuni italiani sul controllo retroattivo rispetto alle comunicazioni all’osservatorio carburanti considerate fuori tempo (e sanzionate) anche in caso di assenza della variazione dei prezzi carburanti.
L’antefatto: l’articolo 51 della legge 99/2009 ha stabilito che i distributori di carburanti siano obbligati alla comunicazione dei prezzi praticati a quello che sarà l’OSSERVAPREZZI CARBURANTI del Ministero dello Sviluppo Economico, e già su questo obbligo ci sarebbe parecchio da recriminare, perché solo i distributori di carburanti debbono avere un simile obbligo, e tutti gli altri prodotti di prima necessità non dovrebbero forse avere lo stesso obbligo?
Pazienza, per modo di dire, da anni i gestori hanno una ulteriore incombenza, quella di comunicare i prezzi a ogni variazione, possono farlo in autonomia oppure pagare un qualche fornitore di servizi per adempiere all’obbligo. Ma la norma prevede un ulteriore obbligo del tutto insensato: nel caso che i prezzi non cambino il gestore deve comunque confermare i prezzi entro e non oltre otto giorni dall’ultima comunicazione, in pratica deve collegarsi al sito del ministero e inviare i prezzi senza alcuna modifica, la ratio di una simile previsione è del tutto sconosciuta, evidentemente qualcuno avrà avuto la luna di traverso quando ha scritto la norma.
Ma quello che sta succedendo in questi ultimi tempi è follia allo stato puro, la Guardia di Finanza nell’effettuare le verifiche della regolare corrispondenza tra i prezzi praticati sia in relazione a quelli esposti sulla strada che comunicati al ministero, non si limita al controllo dello stato di fatto, ma procede a ritroso di uno/due mesi e verifica se l’intervallo degli otto giorni per la conferma dei prezzi sia stato rispettato, e se anche si è sgarrato di un solo giorno sono poco più di mille euro di sanzione per ogni violazione accertata!
Qualcuno dirà che la legge è legge e va rispettata anche se insensata, ok, ma una eventuale sanzione va erogata quando la violazione della legge comporta un qualche effetto, seppur minimo, un danno al consumatore, una possibile evasione fiscale, un rischio per qualcuno e via dicendo, ma in questo caso la mancata conferma dei prezzi non ha alcun effetto sull’informazione ai consumatori, né danni allo Stato, i prezzi sono giusti e tanto basta, e allora la sanzione non è solo ingiusta ma ha il sapore della rapina, mille euro per nulla, ma siamo matti? Poi andare sugli impianti e fare un controllo retroattivo significa che si vuole fare solo cassa, e poco conta che i soldi finiscono sulle casse dei Comuni, e magari qualcuno se ne uscirà dicendo che sono state riscontrate tot irregolarità nel corso delle verifiche a tutela dei consumatori, naturalmente si dimenticheranno di spiegare di che irregolarità si tratti, altrimenti sarebbero coperti dal ridicolo, ma intanto il pirla del gestore deve pagare.
Non ci è dato di sapere chi ha ordinato alla Guardia di Finanza di mettere in atto simili controlli, non lo scrivono sui verbali, ma già la fiducia nello Stato non è al massimo, e con simili comportamenti lo Stato sarà visto solo come un becero oppressore, tutto il contrario di quello che dovrebbe essere, ma chissenefrega, i solerti estensori delle leggi non si preoccupano tanto del ridicolo, e poi vuoi mettere essere bravi a fare cassa? Sia mai che ti arrivi pure un premio di produzione, ma di sicuro di maledizioni ne prendono parecchie.
A scriverlo e il presidente Gisc_TV (Gruppo impianti stradali carburanti) Treviso
sicuramente è una carognata,dove eravamo quando hanno fatto la legge,ma stare in regola costa così poco
visto che con il calo delle vendite abbiamo tempo