
Prezzi fuori controllo, bollette alle stelle, la categoria è allo stremo e automobilisti arrabbiati. Il caro-benzina (e del gasolio) mette in crisi il mercato dei carburanti che ha in alcuni casi raggiunto anche oltre il 2 euro al litro.
Da gennaio a dicembre dello scorso anno Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) ha stimato per gli impianti di distribuzione carburanti un + 135% di rincari pari a circa 1.500 euro in più per ogni attività. Una situazione che sta diventando insostenibile, tra i costi energetici che gravano sempre di più sugli impianti e l’aumento dei costi petroliferi che ha portato ad un forte rialzo i prezzi dei carburanti.
Un impianto medio consuma circa 61.000 Kwh all’anno, la bolletta di gennaio 2021 era intorno ai mille euro, oggi supera i 2.500 euro e la situazione è diventata insostenibile. Per la categoria i prezzi alti costituiscono un ulteriore aggravio finanziario sull’acquisto dei prodotti, che avviene in esclusiva coi fornitori.
Sui prezzi di vendita, ricordiamo, Iva e accise incidono per il 61% sulla benzina e per il 59% sul gasolio per cui il costo dei carburanti è subito e non determinato dai gestori; il 15% potrebbe addirittura chiudere. Anche il presidente di Lapam Trasporti Amedeo Genedani chiede un intervento del governo, proponendo di erogare crediti d’imposta utilizzando l’extragettito incassato dallo Stato con le accise. In Italia la tassazione sui carburanti da trasporto in rapporto alle emissioni di CO2 è la seconda più cara d’Europa, il 27,5% in più della media Ue.
A soffrire di più sono i Gestori della fascia di confine.
Preset with id 8 does not exist!Proporre il miglior prezzo possibile oppure offrire il servizio al prezzo del self service; i benzinai se le inventano tutte per trattenere i clienti che sono tornati a rifornirsi in Slovenia, dopo la parentesi del confine chiuso durante il picco pandemico. Situazione destinata a peggiorare con l’aumento del prezzo dell’energia: un onere aggiuntivo che non può ricadere sul cliente.
David e suo fratello hanno appena preso in gestione un distributore in centro a Trieste. E’ dura – ci raccontano, perchè le compagnie petrolifere impongono un limite all’aumento del prezzo consigliato di 3 centesimi e mezzo . Una situazione preoccupante, se non interverrà la politica, ha detto il Presidente Nazionale della FIGISC Confcommercio Bruno Bearzi.
Intanto la Regione sta lavorando su una nuova legge sui carburanti. L’assessore regionale per l’energia Fabio Scoccimarro sta cercando di quantificare la compartecipazione del governo per poter mantenere il super sconto costato nel 2020 un milione di euro al mese. Allo studio anche la possibilità di adeguare mese per mese il prezzo del carburante per renderlo concorrenziale con quello oltreconfine.
Anche gli autotrasportatori chiedono aiuto. Conftrasporto-Confcommercio ricorda quanto gli incrementi pesino sui bilanci delle aziende.
“Per chi fa trasporto ‘puro’ il prezzo del carburante incide per un terzo sui costi di esercizio. Ogni aumento del 10% ha un impatto di circa il 3% sui costi dell’impresa. Ancora, se il prezzo del gasolio nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto del 30%, l’impresa ha subìto un aumento dei costi del 10%. Un incremento che difficilmente si riesce a condividere o a ribaltare sulla committenza, con il risultato che tutta la remunerazione dell’impresa viene di fatto annullata.”
Il paradosso, come più volte ricordato dal presidente di Conftrasporto, che guida anche la Fai, la Federazione degli Autotrasportatori Italiani, è che gli aumenti più consistenti stanno riguardando – da un anno e mezzo a questa parte – i mezzi pesanti alimentati a Gnl, il Gas Naturale Liquefatto indicato dall’Europa come meno inquinante rispetto a quelli ‘tradizionali’.
“L’incremento dei prezzi di gasolio, gas naturale, Ad Blue, unito all’atteggiamento poco collaborativo della committenza, che in gran parte rifiuta di riconoscere le maggiorazioni, impone di riproporre il tema dei costi della sicurezza e della responsabilità condivisa sul quale, nonostante le promesse, non è stato intrapreso alcun intervento”.
Il Gestore
Il gestore è quella categoria commerciale ,che compera a un prezzo stabilito e variabile deciso da altri ,Guadagna pochi spiccioli già decisi da altri ,fissi a prescindere da aumenti ,costi in più o altro
Le compagnie
Le compagnie sono quelle che decidono cosa può fare ,non fare ,se ne frega degli aumenti ,degli adempimenti fatti in forma gratuita ,decide il margine
La compagnia si tutela quando il petrolio aumenta ,quando i costi rincarano .
Il gestore ,non può aumentare nulla ,se non le ore lavorative
Questa è la situazione Tutto il resto sono seghe mentali
Si può invertire la rotta ? certo .Si annullano i contratti in essere ,si chiedono margini adatti al momento ,Come ? Facendo l unica cosa che si può fare .Uno sciopero ad oltranza contro le compagnie ,si ascolta in toto il sindacato ,Oggi nessuna compagnia difronte a uno scenario del genero tratterebbe Fantascienza ? No realismo dei fatti .E’ inutile continuare a piangersi addosso e non fare nulla ,sperare che il governo ,il governo che non abbiamo faccia i cavoli nostri .col presupposto che quasi ,quasi pensano sia colpa ns se il gasolio costa tanto Svegliamoci ,questo è il momento perfetto