Il decreto che permetterà di abbassare i prezzi di benzina e gasolio sarà varato probabilmente venerdì 18 marzo dal Consiglio dei Ministri. Secondo le ultime indiscrezioni e utilizzando come copertura l’extragettito dell’Iva, come ha spiegato il ministro Cingolani parlando dell’accisa mobile in Senato, il taglio dei prezzi al consumo sarà di circa 20 centesimi per una durata di tre mesi.
Il meccanismo dell’accisa mobile è stato introdotto nella legge finanziaria del 2008. E prevede che in ogni trimestre un procedimento automatico faccia scattare, separatamente per la benzina e il gasolio, correzioni di accisa per compensare le variazioni dell’Iva dovute all’andamento dei prezzi internazionali dei prodotti rispetto alla media dei tre mesi precedenti. Dal punto di vista dello Stato si usano le maggiori entrate fiscali dovute all’aumento del conto (su cui si paga la tassa) per tagliare le accise, ovvero l’altra componente fiscale che grava sul prezzo finale. In questo modo il costo finale per il consumatore si riduce, mentre lo Stato compensa comunque le sue entrate.
C’è poi l’ipotesi di potenziare il ruolo del «Garante prezzi», che potrà richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici che hanno portato alle variazioni di prezzo. In caso di mancato riscontro entro 10 giorni è prevista una sanzione amministrativa da 500 a 5000 euro. Ma il piatto forte sono i controlli alle pompe di benzina. Il prezzo del carburante verrebbe monitorato dalla struttura “Monopoli e Dogane”, alla quale sono collegate 20 mila pompe di benzina. Il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti propone inoltre di rifinanziare subito il Fondo di garanzia per le Pmi e un fondo ad hoc per i ristori delle imprese più esposte (in tutto per 1,8 miliardi).
Ma vorrebbe anche stendere una protezione sulle materie prime e allargare il campo di azione del golden power oltre le imprese strategiche. Materie che vanno valutate con attenzione per verificarne la percorribilità, allo stesso modo delle proposte di Cingolani per tassare gli extraprofitti di tutte le società energetiche. Per ora sarebbe stata messa da parte, invece, l’idea di muoversi sul fronte del risparmio energetico, abbassando la temperatura dei termosifoni negli uffici pubblici o le luci sui monumenti. Intanto i tir si fermeranno dal 4 aprile per protesta contro il caro carburanti. Gli autotrasportatori chiedono provvedimenti «concreti e certi e a oggi non è previsto nulla di tutto questo», affermano le federazioni aderenti a Unatras annunciando la serrata che seguirà le mobilitazioni territoriali di sabato 19.
Il governo studia intanto anche altri interventi, in primo luogo sulle bollette. Sulle quali si ragiona attorno alla possibilità della rateizzazione. Già oggi è previsto un meccanismo che permette di pagare il 50% subito e il resto in dieci trance; l’idea del governo è di ampliarlo. Secondo quanto prevede la delibera dell’Arera, che recepisce quanto approvato in manovra, chi con utenza domestica si dovesse trovare in morosità, potrà rateizzare, manifestando espressa volontà, senza interessi fino a 10 mesi quanto dovuto relativo al periodo gennaio-aprile: metà della cifra complessiva per la prima rata e l’altra metà con versamenti da almeno 50 euro in un lasso di tempo che può arrivare fino a dieci mesi.
I controlli alle pompe?😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅😅