Tanti Gestori hanno riempito le cisterne del distributore al vecchio prezzo, quello prima dell’entrata in vigore del decreto voluto dal Governo. Costretti a vendere il gasolio e il resto con i nuovi prezzi, qualcuno ci ha rimesso anche 5mila euro.
Per contrastare il caro carburante l’esecutivo di Draghi ha deciso una sforbiciata con un decreto pubblicato il 22 marzo in Gazzetta Ufficiale. Il taglio di 25 centesimi in meno di accise a cui sommare l’Iva per una diminuzione complessiva di 30,5 centesimi al litro. Di certo una buona notizia dopo settimane di rincari stellari. Il carburante era arrivato ben oltre la soglia tabù dei 2€/litro. Adesso si spende in media tra 1,71€ ed 1,80€. Ma non tutti hanno riso…
Per qualche Gestore il taglio del Governo ha avuto il sapore amaro della beffa. “Appena qualche giorno prima dell’entrata in vigore del taglio delle accise, racconta un collega, avevo acquistato una bella scorta di carburante pagandola al “vecchio” prezzo. Ovviamente non potendo rimanere a prezzo vecchio ci ho rimesso qualcosa come 5mila euro”.
E nella sua stessa condizione sono moltissimi altri gestori di tutta la rete di distribuzione: dalle grandi compagnie petrolifere alle pompe “no logo”.
Il problema principale, oltre alla speranza di un eventuale rimborso, riguarda la durata del taglio delle accise al momento con scadenza trenta giorni dall’entrata in vigore. Le associazioni di categoria dei Gestori, come abbiamo visto dalle comunicazioni emanate, si sono mostrate scettiche ed hanno lanciato diversi allarmi tra cui quello degli approvvigionamenti. Assoutenti si dice preoccupata per le oscillazioni delle quotazioni del petrolio e per le conseguenze che il conflitto ucraino potrebbe avere in termini di aumenti sul prezzo dei carburanti.
Tiepida sui provvedimenti del Governo per frenare la corsa dei prezzi anche la Fegica (Federazione gestori impianti carburanti e affini): “Non c’è chiarezza – denuncia il segretario generale Alessandro Zavalloni -, ancora non si capisce chi dovrà accollarsi il costo delle quantità di carburanti già immesse al consumo. Di questo passo c’è il rischio concreto che il prezzo del carburante arrivi presto a 3 euro al litro”.
I gestori sono le capre che devono eseguire e’ basta!
Bisogna alzare la voce altro che speculazione, ladri.
Vi rendete conto che questa e’ la categoria più’ stupida!!!
Prima i gestori erano tutti uniti per gli scioperi se ne fregavano di compagnie ed altro, adesso tutti muti,,,
i sindacati dove sono?