Fegica, benzina oltre i 2 euro: situazione sempre fuori controllo. Tornare subito ai prezzi amministrati

Speculazione senza regole, assenza di programmazione industriale, annunci propagandistici: gli ingredienti di un disastro senza precedenti. Tornare subito ai prezzi amministrati.

In poco più di 70 giorni, oltre la metà del corposo taglio delle accise sui carburanti decretato dal Governo è stato letteralmente bruciato.

Con la benzina sopra i 2 euro/lt. ed il gasolio poco distante, è necessario prendere atto di una situazione del tutto fuori controllo che richiede misure risolute che incidano sul “sistema”, orientate al pragmatismo ed alla razionalità.

Se l’8 Luglio non dovesse essere prorogato dal Governo il taglio dell’accisa, gli italiani andrebbero in vacanza con i carburanti a 2,5 €/lt.
Prendersela con la guerra per spiegare il carocarburanti, non è più solo concettualmente sbagliato, ma anche irresponsabile.

È grosso modo da quando è stato inventato il motore a scoppio che in tutto il mondo le guerre sono state (quasi) sempre scatenate per motivi e contese di territori collegati al petrolio, ma in nessuna occasione si è assistito a niente di simile.

D’altra parte, la speculazione internazionale -che pure ha cominciato a produrre i suoi effetti ben prima dell’invasione dell’Ucraina- fa’ il suo (per quanto sporco) mestiere e a poco serve scandalizzarsi.

Semmai è scandaloso il fatto che l’intera comunità internazionale sia stata lasciata del tutto priva di difesa, di un sistema istituzionale di controllo e verifica, di una regolazione che consenta di attivare meccanismi di protezione, ora che, una volta di più, il mantra del “mercato che si regola da solo” mostra tutta la sua ipocrisia e inattendibilità.

Appare evidente che siamo tutti dentro un’auto lanciata a tutta velocità senza che nessuno sia alla guida: neanche le decisione del Presidente degli Stati Uniti di immettere sul mercato buona parte delle proprie scorte strategiche o dell’Arabia Saudita di aumentare sensibilmente la propria capacità di estrazione, hanno sortito il ben che minimo effetto.

Così come nessun effetto hanno ottenuto, alcuni anni fa’, le indagini avviate dall’Antitrust europea e persino dal G20 sui criteri di formazione dei prezzi di mercato internazionali dei cosiddetti “prodotti finiti” (benzina e gasolio) che, ancora oggi, fanno esclusivo riferimento non ad un organismo internazionale regolato e soggetto a controllo, ma semplicemente ad una rivista giornalistica di Londra chiamata Platt’s.

È questa testata che, ogni giorno, “pubblica” i prezzi a cui si sarebbero effettuate transazioni nel bacino del Mediterraneo, secondo informazioni in nessun modo verificabili, ma che, però, vengono assunte universalmente come “oro colato” e si ribaltano sulle pompe dalle quali ci riforniamo di carburante, in un modo non dissimile da come avviene ad Amsterdam con la quotazione “ttf” del gas.

In tutto questo, a nessuno è concesso di sapere sulla base di quali fattori, protetti dalla “libertà di stampa”, né se effettivamente sia stato “scambiato” anche un solo litro di benzina, gasolio o metro cubo di gas ai prezzi “fissati” dal Platt’s o dal ttf, peraltro più che raddoppiati dall’inizio dell’anno ad oggi.

Per quanto questo possa apparire folle ed incredibile, non è meno grave la completa assenza di politica industriale in questo settore (come in altri), nel nostro Paese (come altri in Europa), che ci costringono ora ad essere dipendenti pure dall’importazione di prodotti finiti -che paghiamo a carissimo prezzo- quando fino a pochi anni fa’ la capacità di raffinazione interna era persino sovrabbondante: senza qualunque tipo di programmazione, la

Politica ed i Governi hanno semplicemente lasciato che ciascuno se la sbrigasse come meglio credeva, con il risultato che le raffinerie italiane (ma anche europee) hanno semplicemente chiuso i battenti, come se fossero un ristorante o un barbiere, sulla base di calcoli privati e congiunturali.

Errore su errore, si pagano a caro prezzo pure i ripetuti annunci propagandistici oltreché improvvidi, tramutati in risoluzioni comunitarie senza nemmeno il beneficio di un pur legittimo dubbio, circa le scadenze improrogabili (fino a prossima proroga) della fine dei motori endotermici e dei relativi carburanti, cosicché chi produce questi carburanti comincia a diminuire la produzione ed i relativi investimenti, con annessa chiusura di aziende vitali per l’economia del Paese.

E qui il mercato sì! che si regola da solo: diminuisce l’offerta (o la sua attesa, non fa differenza), mentre la domanda continua ad essere pressoché stabile (le auto oggi vanno, per quanto possa apparire incredibile per qualcuno, ancora a gasolio e benzina) ed anche questo non calcolato fattore contribuisce per quota parte ad aumentare la speculazione ed i prezzi.

Insomma, prendersela con la guerra vale come lamentarsi del maltempo quando non si ha avuto nemmeno la cautela di dotarsi di un semplice ombrello.

Non sfugge quanto possa essere improbabile costringere questa Politica, questo Parlamento, buonissima parte di questo Governo, ad imparare dal nulla a fare il mestiere che dovrebbe essere proprio.

Se l’auto, senza autista, è destinata a schiantarsi poco male, ma i cittadini che sono a bordo, tutti quanti noi, devono essere fatti scendere immediatamente e con ogni mezzo possibile.

Visto che anche la mossa (disperata quanto scaramantica) del taglio delle accise non ha avuto fortuna, al Presidente del Consiglio tocca quindi di assumere su di sé la responsabilità di farci uscire immediatamente dalla follia del “metodo Platt’s” e decretare il ritorno, almeno per l’emergenza, al prezzo amministrato dei carburanti, così come anche in altri Paesi europei, Germania compresa, si sta ragionando.

Non è certamente La Soluzione, ma perché La Soluzione che la Politica fosse mai nella condizione di attuare, possa mai davvero rivelarsi efficace, i cittadini, noi tutti, dobbiamo intanto sopravvivere fino ad allora.

Un Paese non si governa con l’emozione, evocando scenari futuristici ed almeno improbabili: ci voglio azioni concrete e una politica che sappia essere -per quanto possibile- capace di guardare in faccia la realtà.

Quando il Mercato non può trovare un punto di equilibrio e rimane prigioniero della speculazione, è compito di chi governa ricondurre sotto controllo i prezzi impazziti che rischiano di impoverire ulteriormente l’intero Paese ed i suoi cittadini.

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Claudio
Claudio
2 anni fa

Con i prezzi amministrati, si rischia di rimanere senza merce. Chi si ricorda gli anni 70/80 ricorderà che se c’erano aumenti e il CIP non alzava i prezzi, si rimaneva senza prodotto. INFORMATEVI !!!!

Marco De Biasi
Marco De Biasi
2 anni fa

Certo che è possibile tornare a prezzi amministrati, possiamo fissare il prezzo della benzina anche ad 1€/L e dare 20c€/L di margine al gestore.
Del resto, lo sappiamo tutti che i prezzi sul mercato si decidono per decreto legge. Sono proprio curioso di capire chi ci venderebbe il petrolio ad un prezzo scontato per pura generosità.
State delirando

Giank
Giank
Rispondi a  Marco De Biasi
2 anni fa

Il prezzo del petrolio ha poco a che vedere con la folle rincorsa dei prezzi. È a 130, non a 330 dollari al barile. Ci stanno prendendo per il culo

Marco De Biasi
Marco De Biasi
Rispondi a  Giank
2 anni fa

125 dollari al barile e l’euro a 1.05 sul dollaro. Significa 119 euro al barile.
Nel 2011 quando il brent stava su cifre simili l’euro era a 1.35 dollari.
Significa 92 euro al barile. E’ il 30% in più. Inoltre, la scarsità di merce spinge le quotazioni dopo la raffinazione. E’ un problema di prezzo qui in europa, fuori dall’europa nei paesi più poveri manca proprio le benzina ed il gasolio.

pippo
pippo
2 anni fa

L Italia ,sta andando verso il suicidio energetico L Italia non ha nessun tipo di energia che ci possa far staccare da gas e petrolio nei prossimi 15 anni
Chi afferma il contrario e un pazzo
L articolo ci spiega ancora una volta ,come un ritornello ,le cause del prezzo dei carburanti alle stelle ,ci spiega il come e il perché ,benissimo
Ci dovrebbe anche dire come e cosa farà il sindacato gestori per risolvere il problema da subitoooooooo.cosa intende fare per mettere le compagnie e governo con le spalle al muro .volete continuare con i proclami e citando quello che voi dite : ci voglio azioni concrete e un sindacato che sappia essere -per quanto possibile- capace di guardare in faccia la realtà. Ci vorrà ancora molto per una presa di posizione con le palle

Luca
Luca
Rispondi a  pippo
2 anni fa

Tu che invece hai gli attributi cosa faresti???

pippo
pippo
Rispondi a  Luca
2 anni fa

Caro Luca
Intendo palle ,per dire che è ora di fare qualche cosa di diverso dalle solite “riepilogo delle puntate precedenti ” non siamo dei deficienti ,che devono essere rinfrescati ogni momento sulla situazione attuale ,la viviamo ogni giorno e sulla ns pelle
Cosa farei ? In Italia ci sono due modi per farsi “sentire” legali :sciopero generale ,,sciopero carte petrolifere, aperture a singhiozzo ,ecc legali .O illegali. Scegli
Il problema sono i gestori ,che credono ci sia sempre qualcuno che debba fare i cazzi loro ,mentre la pacchia é finita .Fino a ieri i carburanti erano uno specchietto per le allodole ,cerano gli accessori ,il bar ,gli autolavaggi. Oggi se li stanno accaparrando le compagnie e i retisti ,ai gestori resterà finche durerà il carburante ,servito Parlare di sciopero ai gestori é un eresia Altre soluzioni se non abbandonare ? No

Claudio
Claudio
Rispondi a  pippo
2 anni fa

Pippo hai ragione, inchieste magistratura, Gdf, ispezioni per capire come mai il prezzo sale, multe ai benzinai, perché hanno inoltrato i prezzi con un giorno di ritardo. E….il sindacato sa dove sono le crepe, però tace. Che Dio c’è la mandi buona.

Roberto Timpani
Roberto Timpani
Rispondi a  Claudio
2 anni fa

Incredibile !! Aveva ragione un mio vecchio amico medico molti anni fà: le aziende farmaceutiche investono molto di piu’ su farmaci per altri aspetti fisici e conseguente perdita di tonicità di alcuni muscoli involontari e molto poco sulla perdita di memoria… Mi pare che si soffra esattamente di una crescente perdita della memoria recente. Il Sindacato tace … è la prova provata della patologia, non c’è che dire.. difficoltà cognitive le definiscono gli esperti.

Claudio
Claudio
Rispondi a  Roberto Timpani
2 anni fa

Signor Timpani, possiamo accusare o fare dell’ironia, però il risultato finale è quello che darà ragione o torto. Certo che fra 13 anni si vedrà, ma sarà troppo tardi. Buon lavoro

Timpani
Timpani
Rispondi a  Claudio
2 anni fa

Preferisco usare della ironia. Diversamente avrei dovuto dirti che da 20 giorni circa la Fegica scrive e denuncia e quindi , per quanto riguarda il mio Sindacato , NON TACE ! E quindi non leggi o preferisci lanciare qualche battuta qua o la’

max
max
2 anni fa

Non riesco a capire come molti colleghi preferiscano fare polemica invece di trovare soluzioni, si può essere d accordo o no con il sindacato, ma ricordate che non possiamo aspettarci che siano sempre gli altri a trovare soluzioini se veramente interessa il nostro futuro proviamo ad unirci e collaborare (ripeto con o senza sindacato).
Per mia considerazione personale sono convinto che qualche compagnia petrolifera segua questa pagina e se ci facciamo vedere disuniti consiglio vivamente di riconsegnare le chiavi e trovarci un altro lavoro.