
La dura posizione della Cgt, lo storico sindacato di sinistra, che chiede aumenti più generosi per combattere l’inflazione: “Sarà una guerra”. E la premier Borne minaccia di precettare i lavoratori
Il governo minaccia di procedere a requisizioni dei depositi di raffinerie nel mezzo dello sciopero dei lavoratori del settore che rischia di paralizzare la Francia. Al quindicesimo giorno della protesta, quasi un benzinaio su tre è a secco. Dopo aver mobilitato le riserve strategiche di carburante, ora la premier Elisabeth Borne minaccia di precettare i lavoratori. “Vogliamo che la situazione cambi rapidamente”, ha detto Borne davanti all’Assemblée Nationale, aggiungendo che il governo è pronto a prendere ulteriori provvedimenti se necessario. “Ho chiesto ai prefetti, come consentito dalla legge, di requisire il personale necessario al funzionamento dei depositi della compagnia”, ha detto, riferendosi al gruppo Esso France.
Gli scioperi si inseriscono nella crescente agitazione dei lavoratori per la rivalutazione dei salari in Europa in un contesto di forte inflazione. Esso France ha raggiunto un accordo salariale con i sindacati moderati (Cfe-Cgc e Cfdt) con un aumento salariale concordato del 6,5% nel 2023 e un bonus di 3mila euro: un incremento in busta paga del 10,7%. Ma la Cgt, lo storico sindacato di sinistra, non ha firmato l’intesa e vuole continuare a bloccare le raffinerie anche se l’accordo è tra i più generosi in Europa. Dal canto suo, TotalEnergies ha offerto ai sindacati di anticipare i negoziati annuali obbligatori sui salari ai lavoratori previsti nel 2023.
Davanti alla minaccia di requisizione del governo, la Cgt ora vuole “amplificare la lotta”. “Se Macron vuole che questo si diffonda ad altri settori dell’economia, allora che lo faccia” commenta Emanuel Lepine, rappresentante della Cgt per l’energia, aggiungendo: “Posso garantirvi che sarà una guerra”. Le interruzioni delle raffinerie in Francia hanno causato code interminabili nelle stazioni di servizio francesi e hanno ridotto del 69 per cento le capacità di produzione di gasolio.
Le regioni più colpite dall’emergenza carburante sono al nord l’Hauts-de-France e nella regione parigina Ile-de-France dove sono coinvolte rispettivamente il 48,4 per cento e il 33,9 per cento dei benzinai. Alcuni dipartimenti hanno preso contromisure, ad esempio vietando ai privati di comprare intere taniche di carburante. La Francia sta aumentando le importazioni per coprire il calo di produzione. Le importazioni di gasolio nei primi 10 giorni di ottobre sono state superiori del 37% rispetto all’intero mese di ottobre dell’anno scorso.
Fonte: la Repubblica
i francesi, mi spiace dirlo, ma hanno le palle… nonostante un generoso aumento non si sono accontentati… noi con un abbondante calo del nostro “stipendio” ci accontentiamo…