In vista del rinnovo del decreto ministeriale 7.8.2015 che non prevede alcuna riforma organica e strutturale del settore
“Ove le indiscrezioni ed i documenti lasciati circolare fossero confermati, risulterebbe davvero chiaro che l’istituzione ministeriale sarebbe trascinata suo malgrado, una volta di più, come spesso accaduto nell’ultimo ventennio, a rinunciare alla sua responsabilità essenziale di dare un indirizzo generale preciso e dettagliato a tutela del bene pubblico in concessione, oltreché ad esercitare la funzione di controllo sull’operato di quanti vi esercitano la propria attività a diverso titolo, a cominciare dalle società concessionarie”.
Lo hanno scritto via Pec giovedì scorso i presidenti di Faib, Fegica e Anisa ai ministri Giovannini e Cingolani e per conoscenza al presidente della Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici essenziali lamentando la più completa assenza di disponibilità del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili a contatti formali e di confronto e a seguito di indiscrezioni che circolano all’interno del ministero e già da tempo nella disponibilità di soggetti che rappresentano società concessionarie, aziende della ristorazione, dell’elettrico e della distribuzione carburanti.
Indiscrezioni secondo le quali sarebbe pronta la bozza del decreto ministeriale di aggiornamento di quello del 7 agosto 2015 in tema di ristrutturazione della rete delle aree di servizio autostradali, peraltro scaduto da oltre due anni, che doveva essere espressamente finalizzato a riportare condizioni di economicità e di efficienza nei servizi autostradali per l’esercizio delle attività commerciali e ristorative e delle attività di distribuzione carbo-lubrificanti.
Ricordando che tale decreto dovrebbe inoltre correggere le inefficienze del precedente, visto il completo fallimento degli obiettivi e il gravissimo e imbarazzante stato di degrado e di depauperamento della qualità e dei prezzi offerti agli utenti, nell’ambito di un bene rilasciato in concessione come sono qualificati sia l’infrastruttura autostradale sia i servizi i essenziali offerti in tale ambito. Senza alcun segnale di inversione di tendenza.
A cominciare, scrivono Faib, Fegica e Anisa, dall’assenza di qualsiasi previsione di provare a recuperare economicità ed efficienza, anche in termini di prezzi al pubblico, ad una rete che ha perso l’80% dei volumi di vendita negli ultimi 15 anni, e di fissare il mancato rinnovo a scadenza e la chiusura della distribuzione dei carburanti almeno su un terzo delle aree attualmente esistenti, a fronte di un equo indennizzo dei lavoratori e dei gestori fuoriusciti dal sistema per consentire la razionalizzazione del settore.
Un problema complesso per la cui soluzione non è sufficiente, scrivono, piazzare un po’ di colonnine per la ricarica elettrica, peraltro con un bando separato (quindi aggiungendo ulteriori inefficienze al settore) e con regole giudicate del tutto inadeguate ed inefficienti anche dagli operatori dell’elettrico. Tutto per di più lasciando intendere che “la bozza fatta circolare abbia l’obiettivo di preservare un sistema ormai incancrenito che, grazie alla vaghezza delle indicazioni dell’ente concedente ed alla mancanza assoluta di verifica sul rispetto almeno del quadro normativo di riferimento, ha consentito prima di tutto alle società concessionarie e anche ad altri operatori di godere di ingenti rendite di posizione, lucrate sul bene pubblico”. Con un danno ingiusto e incalcolabile recato ad un asset infrastrutturale strategico per la collettività e ai singoli utenti sempre più disaffezionati ad un servizio generalmente offerto con qualità scadente e imposto a prezzi fuori mercato.
Tutto ciò considerato, Faib, Fegica e Anisa rivendicano di essere l’unico soggetto ad aver sollecitato e promosso un progetto di riforma del settore, avanzando una proposta ispirata dalla volontà di offrire soluzioni di “sistema” e non esclusivamente dal proprio interesse. Una proposta che non è stata presa in considerazione, né discussa in modo critico.
Tutto ciò detto, nel caso in cui il ministero dovesse pubblicare il decreto nei termini sopra descritti, “le scriventi Federazioni annunciano che, senza ulteriore comunicazione, saranno proclamate tutte le azioni sindacali a contrasto dell’atto ministeriale, ivi compresa la chiusura delle aree di servizio autostradali, riservandosi di agire ulteriormente in ogni sede ritenuta competente, a tutela dei legittimi interessi della categoria rappresentata”.
Confermando peraltro la disponibilità ad un confronto costruttivo e sollecitando nuovamente un incontro di verifica prima che il Decreto sia pubblicato. Comunicazione inviata, per conoscenza, all’Autorità per lo sciopero nei pubblici servizi essenziali, anche perché possa valutare il ricorrere delle condizioni per attivare le procedure di raffreddamento e conciliazione delle vertenze di interesse nazionale.
Faib-Fegica-Anisa vs MIMS-MITE e CGSSE – 13.10.2022
Fonte: Staffetta Quotidiana