Benzina, tra speculazione e frodi illeciti per 1 miliardo in 3 mesi

La Guardia di Finanza intensifica le verifiche dopo il taglio delle accise sui carburanti. Riscontrate 2.525 violazioni relative ai prezzi praticati su 4.661 interventi effettuati da inizio anno

Quasi un miliardo di euro negli ultimi tre mesi. Continuano le frodi su accise e Iva sui carburanti scoperte dalla Guardia di Finanza da Vicenza a Catania. Un settore su cui il livello di attenzione si è ulteriormente alzato per monitorare le manovre speculative sul prezzo finale ai carburanti per non vanificare gli sforzi messi in campo da marzo prima dal governo Draghi e ora da quello Meloni.

Il taglio delle accise è stato, infatti, una delle mosse per contrastare i rincari energetici generati dalla guerra tra Russia e Ucraina. Per questo il livello di attenzione, se possibile, è stato ulteriormente implementato: da inizio anno sono stati 4.661 gli interventi sui distributori stradali che hanno portato a 2.525 violazioni sulla disciplina dei prezzi.

Ma sui carburanti c’è un’azione di lungo periodo in atto. Lo dimostrano le cifre sul tax gap sulle accise in relazione a benzina e gasolio per autotrazione che, come indicato dall’ultima relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva allegata alla Nadef, il divario tra importi dovuti ed effettivamente versati è passato da 924 milioni nel 2012 a 1,7 miliardi di euro nel 2020 (+86,4%). Sono soprattutto i fenomeni di frode lungo tutta la filiera della produzione e della distribuzione ad aver richiesto alla Guardia di Finanza un sistema di monitoraggio e di ricostruzione dei flussi finanziari attraverso indagini di polizia giudiziaria . Nel tempo questo ha consentito di incrementare le basi di dati disponibili e la loro capacità di analisi per poter concentrare gli sforzi in modo mirato e selettivo sui soggetti a rischio sia attraverso verifiche e controlli fiscali, sia attraverso appunto le indagini di polizia giudiziaria.

Doppio fronte d’azione
Di fatto, le Fiamme gialle hanno cercato di modulare la capacità operativa secondo una duplice declinazione. Da un lato, sul territorio ogni reparto ricerca informazioni, effettua osservazioni per pianificare ed eseguire interventi mirati. In particolare, si va sul “campo” con controlli sugli impianti che producono, commercializzano, detengono e/o utilizzano prodotti energetici con particolare attenzione alla rete dei distributori di carburanti. Ma ci sono anche le verifiche su strada per andare a riscontrare la regolarità della documentazione per il trasporto di prodotti energetici. Dall’altro lato, a livello centrale si lavora su analisi di rischio elaborate dai reparti speciali, che raccolgono, aggregano ed elaborano i parametri di maggior rischio per indirizzare l’attività delle unità sul territorio. Un lavoro di intelligence antifrode svolto in collaborazione anche con l’Antitrust, la direzione generale competente del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e il «Mr Prezzi», ossia il Garante per la sorveglianza sui prezzi al consumo.

Vigilanza anti speculazione
Proprio sui prezzi alla pompa di benzina si sta concentrando molta attività del corpo per verificare che non vengano effettuate speculazioni a seguito della riduzione delle accise. Con una serie di istruzioni diramate ai nuclei territoriali (come anticipato da «Il Sole 24 Ore» del 2 dicembre), il terzo reparto operazioni del Comando generale della GdF ha chiesto di vigilare sui dati comunicati delle giacenze fisiche e contabili, nell’ottica di evitare che il minor sconto sulle accise applicato dal 1° dicembre (rispetto a quello precedentemente in vigore dal 22 marzo al 30 novembre 2022) potesse dare adito a manovre volte a lucrare indebitamente su scorte di prodotto acquistate in precedenza quando erano in vigore le riduzioni d’imposta più elevate.

Proprio per questo è stata chiesta una particolare attenzione al monitoraggio dei prezzi nella fase di variazione delle aliquote di accise temporanee. Sempre sul fronte dei prezzi, altri due ambiti strettamente presidiati sono la comunicazione degli stessi al Mimit e la “rispondenza” tra importi pubblicizzati e poi effettivamente praticati alla pompa di benzina. Con l’indicazione, in presenza di fenomeni distorsivi della corretta dinamica di formazione dei prezzi, a procedere agli accertamenti necessari per contestare i reati di rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi e di manovre speculative su merci (articoli 501 e 501-bis del Codice penale) ma anche di manovre lesive della concorrenza.

Fonte: ilSole24Ore

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