Le Organizzazioni di categoria dei Gestori sono state formalmente convocate per il giorno 19 gennaio, ore 09:30 presso la Sala Parlamentino del Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Potrebbe arrivare un’app pubblica per favorire la scelta dei benzinai da parte degli automobilisti. L’ipotesi sarebbe tra quelle sul tappeto, insieme all’introduzione di un meccanismo con il Qr code, per superare il nodo dell’obbligo di esposizione del prezzo medio regionale nelle stazioni di servizio.
Secondo quanto si è appreso, l’ipotesi consentirebbe una scelta facile evitando all’automobilista di avvicinarsi ai cartelloni per verificare il prezzo con il qr code e, insieme rappresenterebbe una banca dati con la quale sarebbe possibile, per le autorità preposte, effettuare monitoraggio, controlli ed eventualmente intervenire.
Ma se da una parte risolverebbe (secondo il geverno) il problema del cartello medio dei prezzi, dall’altra non darebbe risposte alle richieste delle associazioni dei Gestori che hanno alzato i toni e adesso vogliono un impegno scritto del governo.
Di Vincenzo fa sapere che le tre sigle incontreranno la capogruppo del Pd Debora Serracchiani e parleranno con il partito d’opposizione di tutto quello che no va. Nella nota si legge che confermano “il pessimo giudizio sul decreto”. Il presidente della Fegica specifica che “abbiamo proposto con serietà al governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore ed al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l’obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti”.
La posta è salita, non si tratta più del solo decreto: “Nel medio periodo è necessario l’avvio di un confronto che metta immediatamente in cantiere la riforma del settore volta a chiudere 7.000 impianti, che secondo una stima prudente sono attualmente nelle mani della criminalità più o meno organizzata”, l’accusa durissima, che l’esecutivo fino a oggi ha accolto con il silenzio. Da lì infatti bisogna “recuperare circa 13 miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello stato e quindi ripristinare condizioni di mercato e concorrenza non drogate”.
E non sui cartelli sono necessarie le sanzioni – fanno notare i Gestori-, ma sono necessarie altre norme e sanzioni -attualmente inesistenti- “per i titolari degli impianti che non rispettano gli obblighi di legge imposti sui contratti di gestione e gli accordi collettivi, posto che almeno il 60 per cento dei gestori è senza contratto o con contratti illegali e condizioni economiche minime”.
Lanciano poi un messaggio a Matteo Salvini. Necessario che il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti “apra immediatamente il confronto sul decreto ministeriale che regola le concessioni delle aree di servizio autostradali”.
Inoltre chiedono che tutti i membri dell’esecutivo mettano il loro impegno nero su bianco: “Il tutto deve trovare collocazione all’interno di un accordo sottoscritto in sede di presidenza del Consiglio, a indicare la collegialità dell’intero governo e sottrarre la vertenza in atto a qualsiasi speculazione all’interno della maggioranza”.
In attesa delle valutazioni del governo lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 gennaio è confermato perchè ai Gestori interessa raggiungere l’obiettivo: “Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti”.
Molto bene..prendiamo esempio delle stazioni di servizio che stanno in tutta
Europa se vivono nelle stesse condizioni come le nostre!!!!!