Tutti d’accordo sull’irragionevolezza del Governo all’emendamento sul Dl Carburanti

Fa rumore il silenzio della Faib

In queste ore si susseguono le dichiarazioni in seguito alla presentazione dell’emendamento del governo al decreto Trasparenza, in fase di conversione in legge, le cui votazioni inizieranno mercoledi 15 febbraio.

Nonostante la contrarietà espressa dalla maggioranza dei gruppi parlamentari di opposizione, dall’intera filiera del settore, dalle parole pronunciate in x commissione dall’Antitrust e con emendamenti correttivi presentati da FI e Lega che eliminano la parte del cartello in favore del QR code, il governo rimane arroccato nella sua posizione.

Per il presidente di Figisc Confcommercio Bruno Bearzi c’è “profonda delusione rispetto alla presentazione dell’emendamento del Governo presso la X° Commissione che ribadisce e peggiora quanto già scritto nel D.L. “Trasparenza”.  Bearzi si chiede “com’è possibile che il Governo non sappia valutare in modo logico, quanto hanno ribadito Antitrust, esperti di settore, ed Associazioni di Categoria rispetto all’obbligo della cartellonistica sul prezzo medio, che risulta inutile per la trasparenza, anzi rischierebbe di portare aumenti del prezzo a danno dei consumatori. Di fatto continua l’atteggiamento “punitivo” nei confronti della nostra categoria su cui graverebbero ulteriori oneri e sanzioni”.

“Fin dal primo incontro a Palazzo Chigi con i ministri (Giancarlo) Giorgetti e (Adolfo) Urso ed il sottosegretario (Alfredo) Mantovano, era stato dichiarato che i controlli e le sanzioni sarebbero stati orientati verso le cosiddette zone “grigie”: i circa 1700 impianti che non si sono mai iscritti all’Osservatorio Prezzi e non hanno mai trasmesso i prezzi, come invece fanno la stragrande maggioranza dei gestori, che in questo periodo si vedono invece investiti da una pressante azione di controllo da parte di ben ben 660 pattuglie della GdF”. “Invece, conclude il presidente di Figisc Confcommercio, nell’emendamento in oggetto non c’è traccia di controlli rispetto a quella parte della filiera che continua a fare i propri comodi.”

Per la Fegica, “Il Governo dimostra di avere un unico obiettivo: mostrare i muscoli alla prima categoria che ha osato dirgli no”. L’emendamento, si legge nel comunicato stampa, “oltreché essere persino più confuso e peggiorativo del decreto stesso, rappresenta l’ennesima ostentazione della ratio con la quale si sta procedendo in Parlamento e, quel che è peggio, sulle strade di questo Paese. L’uso che della Forza Pubblica si sta facendo pare proprio indirizzata a punire una categoria di lavoratori che ha la sola colpa di avere osato opporsi dicendo no. Che ha la sola colpa di non avere accettato supinamente di essere individuata come la responsabile delle scelte compiute dal Governo che hanno rialzato i prezzi dei carburanti di oltre 30 centesimi al litro in appena un mese. Di essere additata – prosegue Di Vincenzo – come una categoria di furbetti e speculatori con i suoi 3 cent/lt lordi di margine, in un settore dove allignano, a cominciare dal livello internazionale del mercato, interessi giganteschi, spesso ignoti e inconfessabili, che godono di coperture politiche inossidabili.”

Anche l’associazione dei retisti parla di “decisione irragionevole confermata “malgrado il parere contrario dell’Antitrust, espresso in più occasioni, e gli emendamenti a firma degli altri partiti di maggioranza e delle opposizioni, il Governo resta fermo sulla irragionevole decisione di imporre la realizzazione di un nuovo cartello per esporre il prezzo medio”
“L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, continua Assopetroli, l’ha definita un’operazione non solo inutile, ma persino dannosa, in quanto i benefici per i consumatori ‘appaiono incerti’ a fronte del rischio di una possibile ‘riduzione degli stimoli competitivi’ per il mercato. Nonostante ciò – prosegue la nota – e in ottica di propositiva collaborazione Assopetroli Assoenergia ha proposto ai tavoli istituzionali convocati al ministero ed in ogni occasione utile in commissione, in subordine rispetto all’eliminazione dell’obbligo, la possibilità di accedere alla conoscenza del prezzo medio tramite un QR Code di rimando al sito Osservaprezzi Carburanti. Tale soluzione – scrive l’associazione dei retisti – appare più adeguata alle opportunità digitali che la tecnologia consente, con facilità, da ogni smartphone. Soprattutto non rappresenta un esborso oneroso nella realizzazione di nuove infrastrutture, che rischia di ricadere sui consumatori”. La “caparbietà del Governo su questo punto”, conclude conclude l’associazione , “appare quindi irragionevole, e le uniche ragioni che possono giustificare tale scelta sono quelle di un braccio di ferro mediatico, che poco ha a che fare però con la realtà dei fatti e con l’impegno del settore carburanti in questa particolare fase storica”.

La conferma del provvedimento sul Dl carburanti, che avvalla irragionevolmente la misura inserita nel Decreto Legge carburanti, chiarisce ancora di più la portata del tradimento consumato alla categoria dalla Faib Confesercenti nel giorno antecedente lo sciopero del 25 gennaio scorso. Ed il silenzio di questi giorni (e di queste ore) ne è una ulteriore conferma .

Perchè, se qualcuno non se ne fosse accorto, lo strappo all’unità sindacale fatto dalla Faib non solo ha avuto conseguenze disastrose sulla capacità di rappresentanza e quindi di opposizione davanti alle scelte irragionevoli del governo. Ma ha sancito una rottura definitiva di quel fronte unitario difficilmente ricucibile. Almeno nel breve.

Le conseguenze sono l’ulteriore strappo in avanti del governo nella presentazione dell’emendamento e delle conseguenze che questo avrà per l’intera categoria. E pensare che proprio il presidente Sperduto, con fare minaccioso, proclamava che avrebbe contrastato fino alla morte un decreto come quello emanato dal governo… Ma forse si riferiva alla morte dell’unità sindacale… 

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mario
mario
1 anno fa

gli avremmo detto di nò se avessimo fatto come i francesi che quando fanno sciopero lo fanno noi siamo dei nulla a cominciare dai capi sindacati

Dix
Dix
1 anno fa

Il governo non vuole perdere la faccia con tutti gli italiani.I tabaccai hanno detto No al pos lo hanno ottenuto,noi siamo Capre,incominciando da quei cretini che hanno tenuto aperto per lo sciopero…CAPRE Capre Capre

Dix
Dix
1 anno fa

Udite,udite, le banche hanno aumentato i costi dei conti correnti…
A noi altra stangata,,Noi lavoriamo in perdita si vuole capire o no sindacati

Gio
Gio
1 anno fa

Il governo, si sta accanendo contro i gestori carburanti, bene, ma…. sull’energia elettrica, dove i soliti noti, stanno facendo soldi a palate, nessuno mette parola, nessun giornale comincia la solita solfa, chissà perché?