Sperduto (Faib): contrasterò fino alla morte quel cartello, anzi no. Ma però, resta il taglio delle sanzioni

La Faib Confesercenti, dopo la repentina retromarcia innestata alla vigilia dello sciopero, e le polemiche susseguitesi all’indomani della pubblicazione dell’articolo del Il Foglio,  dichiara il suo disappunto e la preoccupazione nell’apprendere i contenuti dell’emendamento del Governo al Decreto trasparenza. 

La preoccupazione emerge sopratutto “in ordine all’inasprimento delle sanzioni in relazione al cartello del prezzo medio”. La Faib avrebbe registrato “passi indietro rispetto alle aperture fatte al tavolo con le associazioni, senza tenere in conto le osservazioni critiche emerse nelle audizioni e dagli emendamenti proposti dalle forze politiche. Preoccupa anche il non accoglimento dei rilievi dell’Antitrust.”

L’associazione il cui presidente Sperduto sarebbe nelle dichiarazionbi letteralmente morto per contrastare quel cartello ma che al contrario nella realtà  ha deciso, in maniera del tutto improvvisa, di rompere il fronte sindacale,  si augura si possano “correggere meccanismi e tempistiche degli obblighi che già gravano sulle gestioni con la razionalizzazione della Cartellonistica e il superamento di oneri comunicazionali senza valore aggiunto.”

La sperazna, conclude Faib,  che ci siano  “gli spazi politici per allineare alla normativa antitrust il testo di legge in fase di conversione.”

Ad ogni buon conto, “al di là degli effetti mediatici l’emendamento governativo non cambia gli effetti pratici delle sanzioni che continuano ad applicarsi nel doppio della misura minima che resta a 200 euro contro gli 800 iniziali del decreto. Il resto, conclude la Faib, sono solo polemiche… manteniamo un atteggiamento di responsabile verifica in attesa del tavolo dell’8 febbraio.”

Anche se, per amore della verità e volendo evitare le polemiche, la proposta del Governo stabilisce che nel caso di violazione degli obblighi di comunicazione al Mimit dei prezzi praticati, ai gestori si applica una sanzione amministrativa da 200 a 2.000 euro tenuto conto anche del livello di fatturato dell’esercente per il giorno in cui la violazione si è consumata (nel DL pubblicato in Gazzetta le sanzioni passavano da 500 a 6.000 euro). Si può arrivare alla sospensione dell’attività da 1 a 30 giorni nel caso in cui la violazione venga reiterata per almeno quattro volte anche non consecutive nell’arco di 60 giorni. Sanzione da 200 a 2.000 euro anche per la violazione dell’obbligo di esposizione del prezzò medio.

https://www.faib.it/carburanti-preoccupazione-ma-resta-il-taglio-delle-sanzioni/

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Marco
Marco
1 anno fa

Non è male essere ricordato come il presidente più incoerente (per non dire altro) che la categoria abbia mai avuto. Speriamo che almeno in cambio ci sia stato qualcosa di veramente consistente…

Dix
Dix
1 anno fa

come categoria abbiamo autorevolezza?oppure siamo dei pagliacci di cui il governo si approfitta per tassarci in tutti i modi…possibili!Siamo andando in perdita vogliamo capirlo oppure ci voltiamo dall’altra parte come quelli che sono rimasti aperti per accaparrarsi un cliente di 5€,ecco questa e’ la categoria dei gestori disonesti

Gestore stufo
Gestore stufo
1 anno fa

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
Ma è del mestiere questo?

Fabio Fabi
Fabio Fabi
1 anno fa

Ma perché dite che ha rotto il fronte sindacale? Erano tutti d’accordo! Fegica ha ridotto lo sciopero da 60 a 48 ore e poi tutte e tre le sigle lo hanno accorciato di un giorno

Fabio Fabi
Fabio Fabi
Rispondi a  Redazione GC
1 anno fa

Quale narrazione, ecco qui (Adnkronos) –
La Fegica riduce da 60 a 48 ore lo sciopero dei benzinai. Il sindacato, “con senso di responsabilità”, raccoglie così l’invito, rivolto oggi dal Garante sugli scioperi. La protesta dunque si svilupperà ora dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio. 
“Fegica – si legge nella nota- prende atto con soddisfazione della dichiarazione di legittimità, riferita alla proclamazione di sciopero nazionale della categoria, della Commissione di Garanzia per lo sciopero nei pubblici servizi essenziali. Al contempo, accogliendo la sollecitazione della medesima Autorità, con senso di responsabilità e con la volontà di limitare ogni disagio per i cittadini/consumatori, annuncia formalmente di ridurre da 60 a 48 ore la durata dello sciopero già proclamato. Al momento, quindi, l’iniziativa di sciopero è compresa tra le 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio 2023”. 
e le altre si sono accodate! Certo se non erano d’accordo potevano non accodarsi ma questo vale anche per la riduzione dello sciopero

Fabio Fabi
Fabio Fabi
Rispondi a  Redazione GC
1 anno fa

Eh vabbè ma se non erano d’accordo perché hanno aderito? Mica voglio difendere la Faib, che mi frega: magari sono peggio e avete ragione. Solo mi pare che siano tutte uguali e che nessuno abbia portato avanti la lotta contro la criminalizzazione dei gestori. Quegli altri autonomi manco allo sciopero iniziali hanno aderito. Alla fine solo Squeri ha provato a difendere la categoria

Marco
Marco
Rispondi a  Fabio Fabi
1 anno fa

Più che fabio fabi doveva mettere il suo vero nome… FAIB Federazione Autonoma Inganniamo Benzinai