Brachetti Peretti, IP pronta a un futuro multienergy. Su cartello e accise confusione inutile

Il presidente di IP, Ugo Brachetti Peretti, ha dichiarato in una lunga intervista all’ adnkronos che si è creato un “Panico immotivato dopo stop accise.” Critico sul Dl carburanti perchè con “la scelta dei cartelli per comunicare il prezzo medio è stato introdotto un costo supplementare per gli operatori e un rischio di confusione.”

Forte della sua storia IP è pronta a un ‘futuro da multi-energy’, per rispondere a tutte le richieste e le proposte del mercato: lo conferma all’Adnkronos Ugo Brachetti Peretti, presidente di IP, ricordando che “noi siamo grande retailer della mobilità individuale, abbiamo una parte industriale e una di distribuzione, quindi per noi vendere benzina o energia elettrica, idrogeno o e-fuel è parte di quello che è stato e sarà il nostro business”. “Quella all’elettrico – aggiunge – sarà una parte della transizione che ci attende: prima di arrivare all’idrogeno, avremo i biocarburanti e gli e-fuels che convivranno con l’elettrico, che avrà una quota importante, soprattutto nelle aree urbane ma che al momento resta ancora una soluzione costosa, anche se noi siamo già al lavoro su questo tema: nella nostre aree di servizio sono già operativi 103 punti di ricarica di cui molti ultrafast e tanti altre ne verranno”.

Il cammino di IP verso una mobilità più sostenibile – ricorda il presidente è iniziato da tempo anche con prodotti come Optimo “un prodotto che grazie al suo additivo inquina meno ed è più efficiente, il tutto a parità di costo. Abbiamo rinunciato a parte del nostro guadagno per diffondere questo prodotto a tutta la rete, ed è stata una scelta che ha pagato”. Quanto ai carburanti sintetici “siamo ovviamente in una fase preliminare. Saremo acquirenti di e-fuels, ma abbiamo già avviato un dialogo con potenziali produttori e con case che sostengono questi prodotti, come Porsche. Peraltro, per la rete dei distributori passare agli e-fuels è piuttosto semplice dal punto di vista tecnico”.

“Nel futuro, quindi, ci potrebbe essere una offerta di servizi più ampia e differenziata, e noi vogliamo lavorare per offrire tutte le attività sulla ‘rete portante’ della nostra distribuzione, diciamo su 1500 impianti, fra quelli nostri e quelli di alcuni partner, fra i 4500 attualmente serviti. Le nostre saranno piattaforme multienergy, avremo pagamenti digitali e soluzioni tecnologiche diverse e un’offerta non-oil – come l’hospitality o la ristorazione – innovativa rispetto a quella odierna”.

Ma all’orizzonte si profila anche la sfida dell’idrogeno, uno sviluppo, quest’ultimo, sul quale può arrivare un contributo importante dal Pnrr. “Abbiamo progetti importanti, tra cui quello di una realizzare hydrogen valley a Roma e a Falconara, dove abbiamo una raffineria: in futuro vorremmo produrre l’idrogeno ‘verde’ (da rinnovabili) e non solo quello ‘grigio’ (da metano). Il nostro progetto è stato portato avanti, ora bisognerà vedere se nel Pnrr ci sarà spazio per realizzarlo. D’altronde – spiega il presidente di IP – sono progetti costosi, con tempi di ritorno economico lunghissimi, senza finanziamenti un privato non se li può permettere. Sempre in ambito PNRR abbiamo partnership accademiche con il Politecnico di Torino e l’Istituto Italiano di Tecnologia per lavorare su progetti di biocarburanti innovativi e e-fuels.”

Sul fronte finanziario il presidente di IP sottolinea come “il 2022 è stato un anno soddisfacente, ma condizionato dalla doppia tassa sugli extraprofitti, una tassa iniqua che ci è costata quasi 200 milioni. In particolare la prima delle due tasse, quella dell’aprile 2022, di fatto tassa le società petrolifere sull’accisa versata: una tassa sulla tassa. Non mi lamento della tassa in sé: è giusto dare un contributo nei momenti di bisogno, ma dispiace la modalità con cui è stata introdotta. Quanto al 2023 abbiamo avuto i primi due mesi discreti, non prevediamo flessioni, ma siamo sempre in fase di recupero dopo gli anni 2020-21. Comunque dobbiamo fare molti investimenti tra rete, raffinazione e logistica: l’infrastrutturazione elettrica, ad esempio, è molto costosa e serve tempo per recuperare questo tipo di investimento”.

Il settore peraltro è ‘reduce’ da due momenti di confronto con le istituzioni, quello sulle accise (e il conseguente Dl Carburanti) e quello sulla ipotesi Ue di stop ai motori a combistione interna dal 2035. Sul primo punto il presidente di Ip ricorda di avere “segnalato che con la scelta dei cartelli per comunicare il prezzo medio è stato introdotto un costo supplementare per gli operatori e un rischio di confusione, ma ora che il Decreto è legge aspettiamo di capire come sarà messa in pratica”. “Peraltro – ricorda – oggi con una qualsiasi app in pochi secondi l’automobilista può conoscere il prezzo di qualsiasi distributore. Di un’app avevamo parlato anche noi, ma nel governo era già passata l’idea della cartellonistica, diversa rispetto a una soluzione che sarebbe stata più semplice ed efficace”.

“Credo – aggiunge – che sulla vicenda che ha portato al dl carburanti ci sia stato un grande malinteso, il reinserimento dell’accisa ha portato a un panico momentaneo, a una bolla che dopo qualche settimana è esplosa: oggi i prezzi non solo sono scesi, ma sono più bassi rispetto a un anno fa”. “Noi ovviamente cerchiamo sempre di dare ai clienti il miglior servizio possibile e siamo stati attenti a verificare che non ci fossero picchi in salita, ma in questo caso – ricorda – come sempre è il mercato globale dei prodotti petroliferi a decidere gli andamenti dei prezzi. E alla fine tutto si è ridimensionato, e il mercato ha consentito un calo dei listini”.

Difficile invece attendersi nuovi forti cali a breve, comunque, visto che – continua Brachetti Peretti – “la guerra in Ucraina ha stravolto il mercato, e – pur auspicando che il conflitto finisca presto – credo che ci sarà un’onda lunga, visto che una delle parti in causa è un grosso produttore energetico”. “Anche dopo la fine del conflitto – continua il presidente di IP – non credo che ci saranno grandi cambiamenti. Comunque, in questo momento non ci sono effetti particolari sui mercati nonostante le sanzioni: mi aspettavo, dopo l’embargo del 5 febbraio sui prodotti petroliferi russi, una fiammata in salita, ma non è successo”. “E questo è un bene, perché vuol dire che i mercati vedono una situazione stabilizzata”.

Invece “sullo stop dei veicoli a combustione” Brachetti Peretti si dice “grato a questo Governo per averci creduto e combattuto per questo risultato: gli do’ atto di aver sollevato questo problema in Europa per arrivare a una modalità più pragmatica di contenimento delle emissioni, che consenta a tutte le tecnologie di giocare un ruolo, e di lavorare anche sulle emissioni del parco circolante”. “Speriamo che la Germania tenga fede ai suoi impegni e non cambi idea in futuro per ritornare alla scadenza del 2035. Sarebbe una mossa dannosa anche per loro, vista l’importanza del settore automobilistico”.

Sullo sfondo resta il nodo di una rete ancora ipertrofica per il nostro mercato: “In Italia – ricorda – oggi abbiamo complessivamente 21 mila punti vendita di carburante, un numero spropositato rispetto agli altri grandi paesi per un errore fatto da governi passati. Penso che in futuro, anche per questa trasformazione, ci sarà un riposizionamento della rete. Su questo è stato avviato un tavolo con il governo; noi siamo propositivi, ma se ne parla da anni e bisogna vedere chi vorrà rinunciare a parte dei suoi impianti e chi vorrà fare investimenti per modernizzare la rete”.

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pippo
pippo
1 anno fa

E in tutto questo discorso fatto di lacrime da coccodrillo cosa pensi di fare dei tuoi schiavi gestori schiavi , a 3 centesimi al litro !! nel futuro ? li metti a pulire il piazzale finche resistono o hai pensato a qualche cosa di dignitoso dopo averli sfruttati per anni e averi riempito le tasche a loro spese ?

oleoblitz
oleoblitz
1 anno fa

caro lettore se tu leggi tra le righe il pensiero del Brachetti Peretti (antico nobile dello Stato Pontificio) ti dice che insomma la barca va e non va, il futuro sarà e non sarà roseo, eppur ci si barcamena e avanti …..ma per i gestori??? insomma se ci state o non state cambia poco e se vi piace la miseria state pure….insomma o bere o affogare….sorriso

Sal
Sal
Rispondi a  oleoblitz
1 anno fa

Non vi è alcun dubbio che la transizione verrà fatta, ed anche a badilate sulle gengive…ma questi signori mi fanno ridere se pensano di appoggiarsi alle infrastrutture esistenti in Itaglia..
a) per realizzare la rete di colonnine di ricarica;
b) per la produzione di energia elettrica necessaria a chi si rivolgeranno?
c) le accise mancate sui carburanti andranno ad incidere sui prezzi del Kw?
Ne vedremo delle belle…anche perchè i vari soloni mica danno risposte pratiche…

Marco
Marco
Rispondi a  Sal
1 anno fa

Chiamali soloni che fanno i miliardi grattandosi…