La Guardia di Finanza di Prato ha scoperto una frode fiscale nel settore del commercio di carburanti e autovetture attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 30 milioni di euro e una frode fiscale di circa 6 milioni di euro in Iva da parte di una società pratese e altre imprese localizzate sul territorio nazionale.
Le indagini hanno coinvolto 35 soggetti, tra cui 5 professionisti che si occupavano delle validazioni dei crediti fittizi, segnalati alla procura della Repubblica per i reati di dichiarazione fraudolenta e indebite compensazioni, di cui 7 sono stati segnalati anche per il reato di associazione per delinquere. Le società coinvolte nel sistema evasivo erano prive di qualsiasi struttura aziendale e intestate a soggetti prestanome, utilizzate principalmente con funzione di società “filtro”.
Le società cartiere coinvolte nel sistema non procedevano al versamento delle imposte dovute sulle cessioni, permettendo ai clienti di detrarsi indebitamente l’Iva e praticare prezzi inferiori a quelli di mercato, con un evidente effetto distorsivo della concorrenza.
Inoltre, sono stati rilevati anche la cessione di crediti Iva fittiziamente maturati per un importo totale di circa 22 milioni di euro, attraverso l’utilizzo strumentale di circa 30 imprese inattive e prive di struttura aziendale.
Le indagini finanziarie espletate dai finanzieri hanno consentito di individuare anche condotte di riciclaggio e autoriciclaggio per oltre 3,5 milioni di euro.
L’indagine ha portato alla segnalazione di 35 soggetti coinvolti, e le Fiamme Gialle di Prato hanno recuperato a tassazione una base imponibile di circa 33 milioni di euro per le imposte sui redditi, oltre a circa 13 milioni di euro di Iva evasa.
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