La Norvegia tassa l’automobile elettrica

La riduzione degli introiti fiscali dovuti alla diminuzione dell’utilizzo di carburanti fossili, come benzina e gasolio, ha creato un buco di due miliardi di euro nelle casse statali norvegesi. Questo si deve alla scelta del paese di puntare tutto sull’elettrico, avviata anni fa.

Grazie a bonus, tassazioni ridotte, parcheggi gratuiti e altre agevolazioni, le auto elettriche godono di un trattamento di favore unico al mondo, che ha permesso loro di avere un’irresistibile ascesa presso i consumatori.

Tuttavia, i proprietari di vetture tradizionali sono quelli che versano le accise sui carburanti ai rifornimenti, tasse che contribuiscono a tenere in piedi un paese come la Norvegia. Questo sistema di agevolazioni è insostenibile e dovrà essere rivisto, forse inasprendo la pressione fiscale sui modelli elettrici.

Anche il resto del Vecchio Continente si troverà presto a dover affrontare il tema della transizione energetica, se dovesse passare la proposta della Commissione europea di mettere fuorilegge il motore a combustione interna dal 2035. Tuttavia, ci sono molte problematiche connesse alla transizione energetica, come i tempi d’attuazione, le infrastrutture di ricarica inadeguate o inesistenti, l’incertezza sulla reale pulizia dell’energia necessaria per muovere milioni di veicoli e i posti di lavoro destinati a sparire.

Alla Cop26 di Glasgow, solo sei costruttori hanno aderito alla dichiarazione d’intenti per fermare la produzione delle vetture con motore termico entro il 2040. Ci sono stati anche rappresentanti di stati contrari alla svolta epocale come questa. La transizione energetica richiede tempo e molte riflessioni. Questo è solo uno dei tanti problemi che dovranno essere affrontati in questa direzione.

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