Il riordino del settore dei carburanti: verso erogatori green e maggiore trasparenza sui prezzi

Il riordino del settore dei carburanti punta a trasformare migliaia di distributori in erogatori green e garantire maggiore trasparenza sui prezzi. Secondo quanto riferito da Economia e Finanza, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge sulla materia prima dell’estate.

Il riordino avrà un impatto non solo sugli imprenditori e i benzinai, ma indirettamente coinvolgerà anche i consumatori. Il nuovo assetto darà al settore un ruolo chiave nella transizione ecologica, consentendo ai vecchi distributori di benzina di convertirsi in aree di ricarica per veicoli elettrici e diventando centrali nella transizione verso la mobilità sostenibile.

Al centro della riorganizzazione ci sarà la razionalizzazione della rete di distribuzione. Attualmente, l’Italia ha più distributori di carburanti rispetto a molti altri paesi europei, con circa 21.000 benzinai. Sarà importante capire come incentivare i punti di rifornimento meno competitivi a cessare le proprie attività. Si ipotizzano incentivi che agevolino la transizione verso l’elettrico e la promozione di bonifiche per ridurre le spese elevate che i distributori devono affrontare per la chiusura. Questo tema riguarda anche le autostrade.

L’obiettivo principale sarà la svolta verde. Le aree di servizio saranno ideali per l’installazione di punti di ricarica ultra-rapidi, che consentono di fare il pieno di elettricità in tempi rapidi e senza attese. Queste strutture richiedono investimenti significativi e non sono semplici colonnine di ricarica. Le aree di servizio sono considerate il luogo più adatto per questo tipo di attività, considerando lo sviluppo previsto per la mobilità elettrica. Alcune aree di servizio potrebbero quindi trasformarsi da punti di rifornimento di carburanti tradizionali a punti di ricarica per veicoli elettrici. Tuttavia, la ridefinizione della rete richiederà una stretta collaborazione tra vari soggetti, tra cui i Comuni e l’Anas.

Un altro punto importante è l’allineamento delle banche dati per avere una visione chiara del settore e adottare politiche di riforma adeguate. Questa misura contribuirà anche a contrastare l’illegalità nel settore, come le frodi sulle accise o sull’IVA, che coinvolgono cifre significative, stimando un impatto annuo di 1-2 miliardi di euro. La fusione delle banche dati consentirà di individuare eventuali anomalie e migliorare il controllo.

Per quanto riguarda gli effetti sulla formazione dei prezzi, gli esperti vicini ai tavoli di discussione sostengono che la riduzione delle ridondanze nella rete contribuirà a ottenere prezzi più contenuti. Tuttavia, le associazioni dei consumatori sono scettiche su questo fronte. Secondo Codacons, il vero problema arriva dal fatto che si sono troppi passaggi di filiera dall’estrazione del petrolio alla vendita al distributore che fanno lievitare i listini alla pompa senza alcun nesso rispetto alle quotazioni del petrolio.

Purtroppo, aggiungiamo noi di GC, il codacons non ha mai dimostrato molta conoscenza del settore visto che per smentire la loro tesi basterebbe guardare i prezzi elevati commercializzati dalla compagnia a partecipazione statale la quale estrae e commercializza senza molti intermediari.

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Guido
Guido
1 anno fa

Pagliacci….

Sal
Sal
1 anno fa

Poveri noi…chi può corra lontano….

oleoblitz
oleoblitz
1 anno fa

ma cosa stanno dicendo…ma quante volte sempre e solo blablabla…e i carburanti fossili che ne fanno….se li bevono!!!!!

Gio
Gio
1 anno fa

Peccato che i prezzi dei carburanti siano ben esposti, per l’energia elettrica, che nessuno capisce niente, la va tutto bene. Con queste “teste” siamo stati bravi ad essere arrivati al 2023.