La recente introduzione del cartellone dei prezzi medi ha generato confusione e incertezza. La circolare con le note esplicative, che avrebbe dovuto chiarire i dubbi interpretativi del Decreto Ministeriale del MiMIT, ha invece aggiunto ulteriori complicazioni.
E’ di questa stessa opinione anche la GC di Treviso che tramite il coordinatore Moreno Parin fa alcune osservazioni e indica diversi suggerimenti per mitigare l’effetto negativo del cartello, tra cui l’affissione di un avviso per gli impianti totalmente in servito.
- Dubbi interpretativi e normative complesse: La circolare esplicativa del MiMIT ha lasciato ancora molti dubbi aperti, soprattutto riguardo alle domeniche e ai giorni festivi. La definizione di “sospensione dell’attività di vendita” ha creato confusione, poiché la circolare menziona la modalità “servito” ma richiama anche la presenza dell’esercente e le normative regionali aggiuntive. Questa confusione genera incertezza riguardo alle operazioni da svolgere durante i giorni festivi, creando un’atmosfera di indecisione per i gestori.
- Problemi legati alla modalità di vendita “servito”: Gli impianti che vendono carburanti esclusivamente tramite la modalità “servito” si trovano ad affrontare una sfida particolare. Essi sono obbligati ad installare un cartellone che riporta i prezzi per la modalità “self-service”, il che potrebbe causare incomprensioni con i clienti. Spiegare questa discrepanza può risultare difficile e creare malcontento tra i consumatori.
- Ambiguità sulla dimensione dei caratteri: L’obbligo di utilizzare caratteri con un’altezza minima di 12 centimetri sembrava chiaro, ma ora la situazione è meno definita. Potrebbe riguardare solo le cifre, ma l’interpretazione può variare, anche da parte delle autorità competenti come la Guardia di Finanza. Questa incertezza sulla dimensione dei caratteri può portare a sanzioni per i gestori in caso di non conformità.
- Inutilità del cartellone dei prezzi medi e impatto negativo sui carburanti: L’indagine condotta dall’Antitrust nel periodo di tensione sui prezzi ha concluso che il cartellone dei prezzi medi è inutile e ha sottolineato l’effetto negativo sui prezzi dei carburanti. È ironico che il governo stesso abbia imposto il cartellone ai gestori, mentre l’indagine ha sollevato dubbi sulle politiche governative che hanno causato gli aumenti dei prezzi all’inizio dell’anno. Parin fa riferimento alle conclusioni dell’indagine condotta dall’Antitrust durante il periodo di tensione sui prezzi, che ha assolto i gestori e attribuito la responsabilità degli aumenti al governo. L’indagine ha anche ribadito l’inutilità del cartellone dei prezzi medi e il suo effetto negativo sul prezzo dei carburanti.
- Implicazioni finanziarie per i gestori e i consumatori: L’obbligo di aggiornare i prezzi giornalmente può comportare sanzioni pesanti per i gestori. Anche una minima differenza di prezzo può portare a multe significative, che possono rappresentare un peso finanziario considerevole. È possibile che i gestori si vedano costretti ad acquistare cartelloni elettronici e stipulare abbonamenti con società specializzate per automatizzare gli aggiornamenti, ma queste spese verranno poi ricadute sui consumatori.
Parin afferma di monitorare quotidianamente il prezzo medio del Veneto e della provincia di Treviso da quando è stato pubblicato il decreto ministeriale. Le variazioni giornaliere dei prezzi sono generalmente di pochi millesimi di euro, e potrebbe succedere che un gestore riceva una sanzione di 500 euro per un’irregolarità minima, che rappresenta una differenza di 500.000 volte i millesimi di euro.
Secondo Parin, i gestori potrebbero finire per acquistare cartelloni elettronici e stipulare abbonamenti con società specializzate per l’aggiornamento automatizzato dei prezzi, tuttavia, le spese derivanti da queste soluzioni saranno alla fine a carico dei clienti, che pagheranno di più per i carburanti. Il coordinatore della Gc di Treviso invita a riflettere sul comportamento dei consumatori, che si indignano per un piccolo aumento del prezzo della benzina, ma non si lamentano altrettanto se il prezzo di altri beni di consumo aumenta in modo simile. Sottolinea l’assenza di cartelloni con il prezzo medio di altri prodotti, come la pasta.
Di seguito le considerazioni al catello e il commento alle note esplicative di Parin