Ispezioni negli uffici della Staffetta e delle compagnie
Staffetta Quotidiana – Un’intesa tra le compagnie sul costo della componente bio derivante dagli obblighi di miscelazione, attuata attraverso la pubblicazione di informazioni su Staffetta Quotidiana. È l’ipotesi su cui l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Eni, Esso Italiana, Saras, Kuwait Petroleum Italia, Tamoil Italia, Repsol Italia, Italiana Petroli e Iplom per accertare l’esistenza di violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, quello che regola le pratiche commerciali tra gli Stati membri che impediscono, restringono o falsano la concorrenza.
L’Antitrust con il supporto della Guardia di finanza ha condotto questa mattina ispezioni presso le sedi delle compagnie petrolifere e della Staffetta Quotidiana. L’indagine è partita da una segnalazione pervenuta all’Antitrust il 27 marzo 2023 attraverso la piattaforma di Whistleblowing dell’Autorità. La “segnalazione anonima da parte di un whistleblower” aveva a oggetto una presunta intesa tra le principali società petrolifere attive in Italia nel settore dei carburanti per autotrazione. Dopo varie interlocuzioni con il whistleblower, l’ultima delle quali del 5 aprile 2023, “è stato possibile ricostruire la condotta segnalata, consistente, secondo il denunciante, in un’intesa avente a oggetto la componente di costo derivante dagli obblighi di miscelazione del biocarburante nel carburante per autotrazione (“componente bio”), che verrebbe ribaltata allo stesso prezzo a tutti gli operatori di mercato indipendentemente dal costo effettivamente sostenuto da ciascuna compagnia petrolifera. Secondo il segnalante – si legge ancora nella delibera di avvio dell’istruttoria – la pratica si sarebbe verificata costantemente negli ultimi anni e si sarebbe realizzata attraverso un sistema di annunci pubblici delle compagnie petrolifere avvenuti sul giornale “La Staffetta Quotidiana”, iniziati da Eni nel gennaio 2020”.
L’Antitrust ipotizza “un coordinamento tra le parti al fine di limitare il reciproco confronto concorrenziale e di fissare in modo coordinato un’importante componente del prezzo del carburante per autotrazione rappresentata dal costo della componente bio connessa agli obblighi di legge che, a oggi, prevedono una quantità minima pari al 10% del totale del carburante immesso in consumo”. L’intesa, si legge nell’istruttoria, “potrebbe risalire quantomeno al 1° gennaio 2020, data del secondo articolo pubblicato sulla Staffetta Quotidiana, che dà conto di un aumento della componente bio da parte di Eni ed espressamente cita questa società come fonte dell’informazione”.
L’aumento in questione, scrive ancora l’Antitrust, “risulta ben superiore all’aumento derivante dall’incremento della quota d’obbligo (passata dal 1° gennaio 2020 dall’8% al 9%)”. Secondo l’Autorità “l’articolo del gennaio 2020 sembrerebbe riportare un annuncio di aumento del prezzo da parte di Eni che dà il via all’intesa ipotizzata: Eni, attraverso la Staffetta Quotidiana, sembra, infatti, lanciare un messaggio ai concorrenti invitandoli ad apportare aumenti “in linea” con i propri”. Tanto che, si legge ancora, “sulla base dei dati disponibili, si è potuto constatare un parallelismo nell’attuazione degli aumenti da parte” delle altre compagnie, nonché “un valore della componente bio molto simile (in gran parte dei casi del tutto identico) nel corso degli ultimi anni”. Questa “applicazione contestuale di incrementi di prezzo largamente coincidenti nel quantum – scrive ancora l’Autorità – potrebbe essere stata determinata da scambi di informazioni diretti o indiretti tra le imprese interessate: a tale riguardo, si rileva, in particolare, che gli annunci di prezzi realizzati attraverso gli articoli della Staffetta risultano prima facie suscettibili di orientare il comportamento delle imprese interessate sul mercato, alterandone le dinamiche concorrenziali”.
Quanto infine all’aumento delle quotazioni di acquisto delle materie prime che, “sulla base degli articoli della Staffetta Quotidiana in esame, sarebbe alla base degli incrementi di prezzo praticati, lo stesso non giustificherebbe un coordinamento, in quanto ogni impresa dovrebbe valutare autonomamente come gestire gli incrementi dei propri costi e se e in che misura, riversarli a valle ai propri clienti”, scrive l’Antitrust. Inoltre, visto che l’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti fa riferimento a un “quantitativo minimo”, l’Autorità non esclude “che il coordinamento possa aver coinvolto anche il quantitativo di biocarburante da immettere in consumo che sembra essere per tutti pari al quantitativo minimo richiesto per legge”.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
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