Giorgia Meloni lo ha raccontato in uno dei suoi tanti discorsi in campagna elettorale. Se apri un’azienda ( è uguale se gestisci una stazione di servizio) è come giocare ad un videogioco, c’è sempre un livello più difficile. Al primo posto c’è la difficoltà che ti impone lo stato italiano. “Devi superare quello per poter andare avanti”, diceva l’allora deputata Giorgia Meloni oggi presidente del consiglio.
E infatti i Gestori degli impianti di carburanti oggi si trovano al livello difficile “Prezzo medio regionale” creato dal governo Meloni per distruggere definitivamente la categoria dei benzinai.
E non importa se il cartello dei prezzi medi è inutile e controproducente visto che i prezzi dei carburanti sono in costante aumento, con la benzina che ha raggiunto il picco più alto degli ultimi dodici mesi arrivata a 1,936 euro al litro.
Ma Il cartello del prezzo medio, in vigore dal 1 agosto voluto anche contro l’autorevole parere dell’Antitrust, la quale aveva avvertito che non poteva essere una misura utile per combattere le “speculazioni” ma al contrario le avrebbe potute creare, è diventato uno strumento punitivo nei confronti dei benzinai.
A denunciare la situazione è la Figisc (l’associazione dei gestori affiliata a Confcommercio): “Stiamo ricevendo segnalazioni soprattutto dalla Lombardia,” spiega l’associazione”delle prime multe fatte solo perché, essendo in vacanza e avendo lasciato l’impianto in modalità self-service, i Gestori non hanno aggiornato le quotazioni”.
“Di solito, ad agosto, i gestori degli impianti sulla rete ordinaria (perché sulla rete autostradale non si chiude mai) quando vanno in ferie, lasciano alla clientela la possibilità di utilizzare le pompe in modalità self-service. Ora però, c’è il problema del cartello: la Guardia di Finanza considera gli impianti chiusi ma in modalità self aperti, e quindi i gestori che non aggiornano i cartelli sul prezzo medio sono considerati inadempienti.”
Ecco la vera utilità del cartello dei prezzi medi. Non certo quella di fermare una speculazione inesistente, cosi come dichiarato ancora dalla stessa Antitrust con la conclusione dell’indagine conoscitiva avviata lo scorso gennaio sull’andamento dei prezzi dei carburanti.
Quella del cartello è una scusa per vessare una intera categoria e per coprire le responsabilità di un governo rispetto alle molte promesse non mantenute fatte in campagna elettorale.
D’altronde, è la stessa Giorgia Meloni a raccontarci la verità.
La misura è colma, questo è calpestare anche la dignità oltre che i diritti del gestore. Vergogna anche ai finanzieri!
Qua urge una risposta forte…bisogna chiudere una settimana e lasciare a piedi tutti…sta storia del cartello è durata anche troppo