TRA PREZZI ALLE STELLE, CARTELLI, CONTROLLI A TAPPETO, GOVERNO IN CONFUSIONE, SETTORE IN ORDINE SPARSO E UNA RIFORMA CHE ASPETTA
Il cartello che dal 1° Agosto obbliga i Gestori ad esporre il prezzo medio, come era stato facilmente previsto, si è rivelato per essere solo un veicolo governativo attraverso il quale riempire con banalità le pagine dei giornali e dei siti web a caccia di click.
Ogni giorno una trovata: prima la colpa era dei “benzinai speculatori”; poi la colpa è della situazione internazionale; quindi la colpa dell’Opec che riduce -per colpa della Russia, ma ignorando il ruolo dell’Arabia Saudita- le quantità di prodotto per far alzare i prezzi; in aggiunta ci sono le statistiche che indicano come i consumi di petrolio stiano superando i “tetti” del 2018. Insomma, la colpa è di tutti, meno che del Governo: un Governo che è vicino ai “poveri” e che è pronto -parole del Ministro Urso- ad attivare una “carta di sconto” in base al reddito Isee (qualcuno ipotizza una mancetta da 150,00 €uro), per non favorire i “ricchi”.
Di intervenire sulle accise -come è previsto dalla Legge finanziaria 2008 e 2022- non se ne parla: solo uno “spregiudicato populista” come notoriamente è Mario Draghi poteva far tagliare le accise -a marzo 2022- di 30,5 €cent/lt., puntualmente riassorbiti dal Governo Meloni appena insediato.
In tutta questa pantomima, pochi ricordano le dichiarazioni enfatiche del Governo che aveva solennemente promesso che il “cartello dei prezzi medi”, imposto dal Decreto di gennaio, avrebbe fatto diminuire i prezzi che, invece, hanno preso il volo.
E per cercare di nascondere l’inadeguatezza della misura, via libera ai “controlli a tappeto” con il mandato di sanzionare con ogni motivazione, fosse pure capziosa, come il ritardo di qualche minuto nell’esposizione del nuovo cartello.
Ovviamente tutto questo continua ad alimentare l’idea -pur senza dirlo apertamente- che i furbetti sono i Gestori: i “comunicati” pressoché quotidiani resi pubblici dalla GDF sono impersonali e volutamente superficiali per consentire la confusione tra violazioni puramente formali con i fatti gravissimi, per i quali i gestori sono completamente estranei e semmai vittime, che erodono miliardi alle casse dello Stato in termini di evasione su IVA e accise. Tutto si tiene e nulla, nella confusione del dato aggregato, è comprensibile ai consumatori.
Ma, come abbiamo detto prima, l’importante è puntare su una comunicazione che dimostri un Governo virtuoso ed una Categoria di “malfattori” che -con i propri 3,5 cent/lt- sarebbero in grado di incidere su un prezzo finale di circa 2 €/lt. Ciò autorizza qualche presunto giornalista pure a rispolverare vecchie storie sulla manomissione dei contatori.
Se solo sapessero quali e quanti sono gli adempimenti ed i controlli cui sono sottoposti i Gestori a tutela della “fede pubblica”, si rivolgerebbero ad Amnesty International per cercare di tutelare una Categoria in via di estinzione.
Certo i Gestori sono in via di estinzione anche per aspetti contrattuali: le denunce fatte dalle Organizzazioni di Categoria -anche alla GdF, oltreché all’Inail, all’Inps, al Nucleo dei Carabinieri preposti alla tutela del Lavoro, ai Ministeri competenti ed interessati- sono rimaste senza seguito ed è cresciuto un esercito di “sottoproletari/sottoprecari” (qualche volta anche senza permesso di soggiorno) che popolano la nostra rete al quale vengono riconosciuti margini da fame (fra 1,00 e 2,00 €cent/lt) per un lavoro di almeno 12 ore giorno e con oneri (come l’obbligo di aggiornamento del prezzo medio) che non sono tollerati nemmeno nelle più spregevoli dittature.
Eppure una verifica a tappeto sull’adeguatezza dei contratti e dei sistemi di “reclutamento” consentirebbe di recuperare centinaia di milioni di evasione.
Ma è meglio (e più facile) sanzionare un “benzinaio” che ha tardato 10 minuti, magari due mesi prima, nella comunicazione del prezzo praticato all’Osservatorio presso il Mimit. Si fa’ prima e, di sicuro, si può “accertare la violazione” che fa’ statistica.
Insomma, come nel gioco dell’Oca, si torna al Via! Ogni volta, in attesa che il Governo -quello attuale piuttosto che quello passato o futuro- finalmente si accorga dello sfascio di questo settore che tutti dichiarano di voler ristrutturare, ma nessuno fa’ niente per farlo. E, quando qualcuno -come le Organizzazioni dei Gestori fanno inascoltate da anni- dovesse provarci, comincerebbero i dubbi ed i veti incrociati. In questo settore ognuno gioca la sua partita e spera di trarre vantaggi economici da una “rete senza regole” nella quale vige e vince la legge del più forte”. Alcuni, poi, sono contrari “a prescindere”, convinti (?) che il rispetto delle regole metta a rischio il loro “superprofitto” nel breve periodo (anche se, così, il settore muore).
Mordi e fuggi è lo slogan che caratterizza questi “pescecani” che tentano di nobilitare il Principe di Salina: cambiare tutto perché tutto resti uguale. Ma, quelli che non si possono permettere di continuare a vivacchiare fra contratti inesistenti, margini da fame e diritti negati sono i Gestori, quelli che, sulla carta (e per negare i diritti) vengono definiti imprenditori (di cosa?).
Che poi qualcuno, anche tra di noi, faccia confusione e scambi il “fare impresa” con la possibilità di assistere il self service, pure parlante, dimostra come per questa Categoria la via del futuro sia sempre più stretta. Né dovrebbe essere sufficiente a rabbonire gli animi della Categoria tanto esasperati, l’ennesimo annuncio del Governo sulla “riforma del settore” di cui, al momento, si conoscono solo i titoli dei paragrafi, giusto per lasciare credere a ciascuno che il testo che verrà, se verrà, sarà di suo gradimento.
D’altra parte, l’atteggiamento di questo Governo lo abbiamo già sperimentato con la vicenda del Decreto del cartello dei prezzi medi: “ragazzi, lasciateci lavorare perché noi, meglio di voi, sappiamo come fare!”
E’ il concetto che, a Gennaio, ci è stato rappresentato da due Ministri e due sottosegretari che ci assicuravano che il provvedimento in corso di adozione avrebbe risolto tutti i problemi della Categoria.
Se questo è l’approccio è meglio che lascino stare (e l’abbiamo detto anche al Ministro) per evitare di trovarci, fra qualche mese nella medesima situazione: con una norma ingiusta, discriminatoria e blindata (non intaccata nemmeno dai ripetuti rilievi dell’AGCM) e che la Categoria ora sta subendo sulla sua pelle, in termine di adempimenti e obblighi oltreché di sanzioni e di immagine e reputazione.
Certo ci sarà sempre chi, anche tra di noi, si accontenterà di blande soluzioni di facciata, cercando poi di “vendere per oro”, quello che oro non è nemmeno lontanamente.
Ma a problemi come questo è difficile mettere riparo, più di quanto lo sia convincere il Governo. A meno di non trovare una forte coesione nella Categoria e l’avvio di una “dura” vertenza sindacale.
Infine la vicenda del ricorso al TAR ed al Consiglio di Stato promossa da Fegica e Figisc contro i “Decreto del cartello”, ritenendo che fosse iniquo e finanche anticostituzionale.
Il Consiglio di Stato nella sua ordinanza di rinvio all’esame di merito da parte del TAR, ha ribadito che esistono problematiche complesse alle quali non si possono dare risposte semplici: anche su aspetti di costituzionalità che meritano approfondimenti. L’8 di Novembre il Tar -che ha già fissato l’udienza indicata dal CdS- dovrà approfondire i temi che le due Organizzazioni hanno sollevato ritenendo che ci fosse lo spazio per ricorrere contro un provvedimento ingiustamente punitivo nei confronti della Categoria: vedremo quale sarà il risultato finale e se ci sarà l’accoglimento delle tesi di Fegica e Figisc. In ogni caso avremo dimostrato che è possibile condurre, fino in fondo, anche sul piano giuridico, una battaglia di civiltà.
Girare la testa dall’altra parte, lamentarsi e prendersela con il destino cinico e baro, non è nella nostra natura.
Vogliamo concludere il giro del grande gioco dell’Oca provando a vincere con la categoria.
Da Controdistribuzione 08 settembre 2023
Partiamo dal presupposto :il cartello fa cagare .PUNTOOOO Fa specie anche continuarci a girarci attorno ,lo abbiamo capito tutti
Le accise :come può un sindacato far passare l idea che tagliare le accise sia “una cosa ” facile chiunque abbia un quoziente intellettivo al di sopra di 50 sa che è impossibile .Io sconto Draghi costava un miliardo al mese !!! di mancato introito SCONTO !!!!non taglio come scritto e non riassorbite dal governo meloni ,ma re introdotte come preannunciato dal gov Draghi Tutti i sani di mente sanno che levare la TASSA ACCISE equivale a tagliare o tassare in altro modo difatti il PD non le ha mai nemmeno sfiorate in 10 anni Quindi?
150 miliardi di buco ,tra bonus e reddito di cittadinanza ci ha lasciato in redità l “altro ” governo e Voi criticate ,cosa che sinceramente un sindacato non dovrebbe fare un bonus carburante di 150 euro .Se poi vogliamo parlare dll gioco del oca ,allora in quella foto mancano i sindacati .Ci siamo dimenticati la risoluzione De Toma ? ci avete girato attorno per mesi come oche sapendo che non sarebbe arrivata a nulla .i contratti ? sono anni che ci giriamo attorno e siamo a 3 centesimi lordi al litro
Fate il sindacato ,fatevi valere ,portate la gente in piazza ,fate assemblee ,smettetela di fare politica !!! cosa otterranno i gestori se il Tar darà ragione ? leveranno il cartello e amen Voi avrete il petto in fuori ,avrete vinto una misera battaglia ,ma i gestori continueranno ad avere le casse vuote Bella soddisfazione