Il coordinatore dei gestori carburanti di Treviso Moreno Parin è stato audito dalla X Commissione Attività produttive, commercio e turismo in merito alle risoluzioni 7-00050 Appendino, 7-00079 Peluffo e 7-00105 Zucconi, presentate sul settore della distribuzione carburanti.
Parin ha toccato 4 punti principali:
1) Rapporti Gestori Compagnie Petrolifere – Contrattualistica
- Il margine pro-litro spettante al gestore, attualmente stabilito dagli accordi sindacali, è molto basso (es. 3,5 cent/litro Eni) e non è stato adeguato agli aumenti dei costi.
- Gli accordi vengono imposti a tutti i gestori, indipendentemente dall’associazione, senza una reale rappresentatività.
- Mancano riferimenti certi per tutelare la concorrenza locale, le compagnie hanno troppa discrezionalità.
- È urgente un riequilibrio dei rapporti economici che garantisca margini e competitività adeguati ai gestori.
- Gli accordi dovrebbero essere approvati dai gestori e non valere in modo indistinto (“erga omnes”).
- Tutte le associazioni di gestori dovrebbero partecipare alla contrattazione, non solo quelle maggiori.
- In sintesi, Parin critica gli accordi perché non tutelano sufficientemente i gestori a livello economico e di rappresentanza sindacale.
2) Irregolarità contrattuale
Da parte di alcune organizzazioni dei gestori si segnala l’utilizzo di contratti irregolari nel settore, ovvero tipologie contrattuali non previste dalla normativa di settore, per quanto ci risulta il Contratto di Comodato con il collegato Contratto di Fornitura è largamente utilizzato sia quando è il classico gestore a condurre l’impianto che quando l’impianto viene dato in gestione a società riconducibili alla proprietà dell’impianto
Giusto ricordare che il DL 32/98 prevede che “La gestione degli impianti può essere affidata dal titolare di autorizzazione ad altri soggetti, di seguito denominati gestori””, chiaro che la proprietà dell’impianto non ha l’obbligo di affidare l’impianto a terzi, ma solo la facoltà di farlo. Che poi il terzo sia una ditta individuale o una società riconducibile alla proprietà stessa non costituisce una violazione di legge.
Ben diverso è il rapporto contrattuale tra il gestore, tradizionale e/o l’eventuale società che ha in gestione l’impianto, con terzi, non inquadrati come dipendenti, per la conduzione del distributore, in questi casi si può tranquillamente parlare di partite IVA fasulle che di imprenditore non hanno nulla, essendo di fatto dei sottoposti a tutti gli effetti; Gli obblighi e le prescrizioni operative per questi conduttori, sorveglianti o qualsivoglia mansione/denominazione, di impianti di distribuzione di carburanti, sono equiparabili agli obblighi tipici dei lavoratori subordinati/dipendenti. Se ritenuto necessario possiamo fornire copie dei contratti.In questi casi l’intervento delle autorità preposte dovrebbe essere obbligatorio per riportare il rapporto contrattuale alla sua giusta definizione, perché nulla vieta di avvalersi di collaboratori, purché questi siano correttamente classificati e contrattualmente inquadrati secondo il reale rapporto di lavoro, con i conseguenti obblighi fiscali e contributivi a carico del datore di lavoro, è risaputo che le partite IVA fasulle generano evasione fiscale e contributiva.
3) Ristrutturazione rete carburanti
In sintesi, la rete di distribuzione dei carburanti in Italia necessita di un ammodernamento sia in termini quantitativi che qualitativi. Attualmente, ci sono circa 23.000 impianti attivi, un numero eccessivo rispetto all’erogato medio annuale, che è notevolmente inferiore rispetto ad altre nazioni europee. Tuttavia, qualsiasi riduzione del numero di impianti deve tener conto delle diverse realtà territoriali del paese, evitando di penalizzare le zone montane a bassa densità abitativa.
È importante considerare che la redditività di un punto vendita di carburanti in Europa dipende principalmente dalla vendita di prodotti non petroliferi (servizi, prodotti e prestazioni), rappresentando solo il 20-30% delle entrate totali i prodotti petroliferi. In Italia, al contrario, le vendite di carburanti hanno un peso significativamente maggiore sulla redditività dei distributori, il che ha impatti negativi sui prezzi.
Per intervenire in questa situazione, è necessario stabilire una distanza massima tra gli impianti per garantire un servizio essenziale, soprattutto nelle aree montane. Inoltre, considerando che la mancanza di successo nei tentativi passati di ridurre il numero di impianti è stata in gran parte dovuta al costo imprevedibile della bonifica del sito, potrebbe essere necessaria una norma transitoria a tempo determinato che agevoli il processo di smantellamento e bonifica con costi accettabili.
Tuttavia, è importante evitare che la razionalizzazione della rete venga vanificata dalla costruzione di nuovi impianti. Pertanto, potrebbe essere necessario considerare il blocco temporaneo della costruzione di nuovi distributori. Va notato che questo potrebbe essere complicato a causa delle normative comunitarie.
Infine, qualsiasi razionalizzazione deve essere valutata attentamente in termini di costi e benefici, tenendo conto degli eventuali impatti sociali e della perdita di posti di lavoro. Un possibile parametro per identificare gli impianti non economici potrebbe essere la quantità di tasse pagate dai gestori. Inoltre, l’installazione di stazioni di ricarica elettrica sugli impianti, sebbene utile, contribuirà in modo marginale all’economia dei gestori, poiché queste stazioni saranno ampiamente diffuse in altri luoghi come parcheggi cittadini e centri commerciali, riducendo l’impatto sulle entrate dei distributori di carburanti.
4) Contrasto all’evasione
Il contrasto all’evasione fiscale nel settore dei carburanti deve essere una priorità con soluzioni in tempo reale per prevenire perdite di entrate statali e proteggere gli operatori onesti. È necessario introdurre misure efficaci per combattere l’evasione, poiché le azioni legali spesso non recuperano completamente i fondi evasi.
Una possibile soluzione per contrastare l’evasione dell’IVA potrebbe essere l’adozione di un “bonifico parlante” o un RID bancario con caratteristiche simili, che permetterebbe al sistema bancario di instradare una parte dei pagamenti direttamente all’erario. Questo strumento è stato efficace in altre situazioni per combattere l’evasione fiscale. Mentre alcuni fornitori potrebbero non gradire questa misura, sarebbe un sacrificio relativamente piccolo per promuovere la legalità nel settore e combattere l’evasione fiscale.
È importante notare che l’evasione non riguarda solo i distributori stradali di carburanti ma anche le consegne ai depositi privati di autotrasportatori e aziende, così come il settore del gasolio da riscaldamento. Questi settori spesso mancano di adeguati controlli sulla movimentazione dei carburanti e necessitano di maggiore attenzione per combattere l’evasione.
In generale, è fondamentale affrontare l’evasione fiscale in modo efficace per garantire equità nel settore e proteggere le entrate statali.
Bravissimo, finalmente!!!