
La recente decisione del TAR del Lazio, che ha dichiarato illegittimo il decreto relativo al cartello del prezzo medio regionale, ha generato non solo soddisfazione per una vittoria politico-sindacale, ma anche incertezza tra i gestori di carburanti. Questa situazione ha sollevato diverse domande su come comportarsi in conformità alla legge, specie in assenza di linee guida chiare.
Dopo la sentenza del TAR, la prima indicazione per i gestori data da Fegica e Figisc, le sigle firmatarie del ricorso, è quella di mantenere il cartello del prezzo medio regionale, ma vuoto, cioè senza alcun prezzo indicato. Questo approccio è motivato dal fatto che, mentre la legge richiede il cartello, il decreto annullato prevedeva l’aggiornamento giornaliero in vigore dall’1 agosto 2023. Con la revoca del decreto, decade l’applicazione pratica della legge.
Va notato che il Consiglio di Stato potrebbe esaminare il ricorso presentato dal MIMIT in un periodo abbastanza lungo, il che lascerebbe al momento un vuoto normativo. Inoltre, un eventuale nuovo decreto emanato dal governo sarebbe al momento impraticabile e soggetto a immediato blocco, dato l’appello pendente.
Sul fronte delle sanzioni, Fegica e Figisc stanno valutando la possibilità di fare recuperare ai gestori le eventuali sanzioni comunque connesse al cartello de prezzo medio .Si Precisa che rimangono in vigore tutte le altre norme in materia di comunicazione dei prezzi e di esposizione di tutti gli altri cartelli .
Perché una vittoria politico sindacale? Non sarebbe meglio dire sindacale e basta? Da quando il sindacato fa politica Allora è lecito pensare che l accanimento che il sindacato non ha mai mostrato precedentemente contro i compagni degli altri governi che il cartello merdoso che sia è diventato un appiglio per denigrare il governo in tutto ?Semplice dettaglio perché essere criticato per poi vedere che si ha ragione anche no