Dopo la sentenza del TAR del Lazio, pubblicata venerdì, che annulla il Decreto MIMIT sul cartello (e non la legge 23/2023), non sono mancate le reazioni: dando per scontata la soddisfazione dei gestori, i consumatori esprimono opinioni divergenti tra chi invoca forti controlli contro la “speculazione” che ora si scatenerà e chi sostiene che l’effetto della scomparsa del non rimpianto cartello sarà del tutto nullo. Il MIMIT, e anche questo è scontato, sostiene che il cartello ha funzionato perché i prezzi sono scesi di 10 centesimi in un mese.
Inizia cosi un editoriale apparso sul sito della Figisc Confcommercio, con una analisi dettagliata dell’andamento dei prezzi per verificarne un eventuale impatto, positivo o negativo del cartello dei prezzi medi.
Scrive l’associazione che “si tratta di dinamiche “ordinarie”, riscontrabili nello storico del mercato da sempre, solo che si abbia la compiacenza di compulsare i vecchi dati.
Insomma, la normalità è che il prezzo segue il Platt’s e lo segue in misura più o meno esatta a seconda di come oscilla il margine lordo. Ovviamente, il prezzo può anche seguire la fiscalità (come si è visto l’anno scorso), ma la fiscalità fu toccata solo perché il Platt’s ormai era andato “fuori scala” in tutto il mondo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Quale ruolo ha svolto il cartello del prezzo medio in questo contesto?
Quando i prezzi aumentavano ad agosto e settembre per effetto delle dinamiche Platt’s, il cartello non ne ha evitato l’aumento, perché nulla può il cartello sul mercato internazionale dei raffinati, né, peraltro, il cartello ha compresso il margine industriale, che è rimasto in quei mesi poco mosso.
Quando ad ottobre e nella prima fase di novembre i prezzi diminuivano, la ragione non è il cartello, ma le dinamiche Platt’s che hanno marcato un ritracciamento che non è un magico incantesimo del cartello, ma come già detto l’andazzo del mercato internazionale, ma, invece, il cartello non ha impedito una sostenuta crescita del margine industriale ad ottobre (poi ridisceso per la benzina nei primi nove giorni di novembre).
Il cartello è stato, per ora, in funzione poco più di tre mesi e questi sono i suoi effetti reali: non incide sulle dinamiche dei prodotti raffinati e non incide sulla marginalità del sistema distributivo (né, va detto, lo potrebbe in nessuno dei due casi), e non “impone” alcun prezzo.
Insomma, non ha utilità di sorta e persino a rivenderlo su Wallapop ci vuol faccia tosta.
Nessuno ne piangerà l’eventuale dipartita…”
E’ indubbiamente una vittoria per la categoria, ma il mimit fa ricorso in appello, speriamo di non avere sorprese amare