Nell’ultima puntata del programma Di Martedì, condotto da Giovanni Floris su LA7, è stato presentato un sondaggio dell’istituto Pagnoncelli su quanto deciso dal TAR in merito all’obbligo di esporre il prezzo medio nei distributori di carburante.
La domanda posta agli intervistati, scelti tra un campione rappresentativo a livello nazionale, prevedeva tre possibili risposte. Per il 47% degli italiani la decisione del TAR è stata una figuraccia per il governo, che con questo provvedimento aveva la sua unica iniziativa in materia di carburanti.
Il 40% invece ritiene che abbia sbagliato il TAR ad annullare la misura, in quanto l’esecutivo aveva agito nel modo corretto per garantire maggiore trasparenza. Solo il 13% ha preferito non esprimersi.
I risultati mostrano come per quasi la metà dei cittadini interpellati la bocciatura della misura da parte dei giudici amministrativi sia stata percepita come una sconfitta politica del governo. Meno convincente, per come viene formulata la domanda, appare invece la tesi secondo cui l’esecutivo avrebbe agito legittimamente.
Il sondaggio fornisce quindi uno spaccato sulla capacità del provvedimento, presentato con finalità di trasparenza dei prezzi ma utilizzato come mera bandiera propagandistica agli occhi dell’opinione pubblica che lo ha giudicato insufficiente.
Un sondaggio che, secondo gli operatori del settore (gestori in prima linea), avrebbe prodotto un risultato definibile come “bulgaro” a causa dell’inutile esposizione di un cartello che ha generato confusione e dibattiti con numerosi clienti. Un ulteriore aggravio su una categoria già sovraccarica di oneri ritenuti inutili e dispendiosi, contrastato e non gradito dalla maggioranza del parlamento, e dannoso secondo la valutazione dell’antitrust.