Il tradimento nei confronti dei cittadini italiani da parte del governo in carica non si è limitato a essere l’ennesimo episodio controverso, ma si è distinto come uno dei più goffi e meschini. Il tutto è culminato in una decisione particolarmente ridicola: l’obbligo per ogni benzinaio di esporre un cartello con i prezzi medi regionali del carburante.
Fin dall’inizio, molti avevano previsto che questa mossa sarebbe stata non solo un inutile fardello burocratico ma anche dannosa, poiché avrebbe contribuito ad aumentare ulteriormente i prezzi dei carburanti. Tale opinione non è stata espressa solo da singoli cittadini, ma anche da attori politici della maggioranza degli schieramenti presenti in palramento, le associazioni di categoria e persino dall’Antitrust.
Nonostante le critiche e le avvisaglie di inefficacia, il governo ha proseguito per la propria strada, ignorando la realtà sottolineata anche dal Tar del Lazio che ha dichiarato illegittimo l’obbligo imposto ai gestori delle stazioni di servizio. In un contesto in cui sarebbe stato auspicabile un riconoscimento dell’errore e un passo indietro, il governo ha scelto invece di perseverare nella sua politica controversa presentando ricorso al consiglio di stato.
L’opportunità di dimostrare un minimo di dignità e responsabilità è stata completamente ignorata. Il rifiuto di eliminare l’obbligo dei cartelli dei prezzi è un chiaro segnale di mancanza di sensibilità verso le esigenze della popolazione e di persistente incapacità di ammettere il fallimento di una misura che avrebbe dovuto portare benefici, ma che si è rivelata un vero e proprio boomerang.
In un momento in cui la fiducia nei confronti delle istituzioni è già messa a dura prova, questa decisione del governo non fa che alimentare il malcontento e l’insoddisfazione tra i cittadini. L’occasione per un cambio di rotta è stata sprecata, e il governo sembra preferire ignorare la realtà piuttosto che affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
Il modo in cui il governo ha gestito la questione dei prezzi dei carburanti, incolpando un intera categoria impossibilitata ad incidere minimamente sul prezzo finale al solo scopo di coprire promesse irrealizzabili fatte in campagna elettorale, rappresenta un tradimento nei confronti della fiducia dei cittadini, confermando l’ennesima delusione di un’amministrazione che non ha nemmeno il buonsenso di ammettere i propri errori.
A sintetizzare tutto questo in un intervento encomiabile quanto preciso, ci ha pensato in parlamento l’onorevole Chiara Appendino del Movimento 5 stelle.
Non potete dire che il cartello non sia stato un bene ,Ha fatto capire agli italiani che quando tra 4 anni andranno a votare dovranno votare PD E 5 Stelle Meglio di cosi cosa volete Altro che boomerang .LO scopo è stato raggiunto .Tra 4 anni torneranno i super bonus e i redditi di cittadinanza ,magari gli arretrati ,avremmo un extracomunitario per casa e vivremmo tutti felici e contenti .Tanto la maggioranza che ha votato questo governo sono tutti idioti Il governo futuro avrà un occhio di riguardo per i gestori ,cosi come lo ha avuto in passato ,mentre le compagnie messe alle strette dal futuro governo porteranno senza far nulla a margini da sogno .Altro benefit del cartello (che dio lo fulmini )(il cartello ) che faccia mettere lo stesso impegno e la persistenza messa dal sindacato sul cartello ,cosa mai vista in passato , per le altre questioni aperte ,contratti, margini a1 centesimo al litro ,chiusure ecc etcc .Lo accantoniamo sto cavolo di cartello o dobbiamo sorbircene ancora ?assieme alle cazzate della Appendino ?