I benzinai in Germania: tra guerre di prezzi e scarsa infrastruttura per auto elettriche

Roberto Giardina, corrispondente di ItaliaOggi, ci porta dentro la realtà delle stazioni di servizio in Germania, rivelando un mondo complesso e in costante evoluzione con sfide e difficoltà simili a quelle presenti in Italia.

Sebbene la stazione alla fine della sua strada possa vantare prezzi competitivi per la benzina, l’instabilità dei costi e le oscillazioni giornaliere rendono difficile per gli automobilisti prevedere quanto costerà il pieno la prossima volta.

Per coloro che vivono o lavorano a Berlino, il costo crescente della benzina ha un impatto significativo sul bilancio. I parcheggi, i cui prezzi sono aumentati in modo sproporzionato, contribuiscono ulteriormente alle spese di chi si avventura per le strade della città.

Tuttavia, nonostante l’aumento dei costi, non tutte le stazioni di servizio vedono aumentare i loro profitti. Con oltre 14.500 stazioni in Germania, gestite principalmente dalle grandi compagnie petrolifere come Total, Esso, Aral e Shell, la concorrenza è agguerrita. Molti piccoli gestori indipendenti lottano per sopravvivere, cercando di attrarre clienti con prezzi competitivi e servizi aggiuntivi.

La vendita al dettaglio è diventata una parte essenziale del business delle stazioni di servizio in Germania. Gli automobilisti non si limitano a fare rifornimento di carburante, ma acquistano anche prodotti di consumo come pane, giornali, caffè e snack. Questa diversificazione è diventata cruciale per compensare i margini di profitto ridotti sulla benzina stessa.

Tuttavia, c’è un settore in cui le stazioni di servizio tedesche rimangono indietro: le infrastrutture per auto elettriche. Nonostante la crescente domanda di veicoli elettrici, sono poche le stazioni che offrono servizi di ricarica. Questa mancanza di infrastruttura riflette una certa riluttanza nell’affrontare la transizione verso veicoli più ecologici.

Roberto Giardina mette in luce anche il dilemma degli investimenti nelle stazioni di servizio. Mentre molti proprietari rimandano gli investimenti necessari per la ricarica delle auto elettriche, preferendo concentrarsi sulle vendite al dettaglio, altri valutano la redditività degli shop nelle stazioni, che sembrano offrire margini di profitto più consistenti.

Infine, Giardina evidenzia una certa inerzia nel settore riguardo al cambiamento ecologico. Nonostante le previsioni che indicano una crescente adozione di auto elettriche, molti benzinai sembrano disposti ad attendere che l’intervento legislativo renda obbligatorie le infrastrutture di ricarica.

La realtà delle stazioni di servizio in Germania riflette una serie di sfide e opportunità in un settore in continua evoluzione, dove la concorrenza, i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e le pressioni ambientali coesistono in un contesto complesso e in rapida trasformazione.

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Ant
Ant
8 mesi fa

Si fa come gli agricoltori,bloccare bloccare,loro qualcosa otterranno..noi margini da fame….non abbiamo ricavi lavoriamo in perdita,quelli onesti ,pero^ chi compra dall’estero quelli stanno bene il guadagno lo ottengono CHIAMIAMO I FRANCESI PER GLI SCIOPERI italiani solo bla bla bla

SALVATORE
SALVATORE
8 mesi fa

Certo che questo Paese è proprio strano bizzarro e incompressibile , perchè alcune volte non si capisce in che direzione vuole andare, leggo che in Germania le gestioni sono tutte in sofferenza e che il carburante ha raggiunto dei prezzi molto alti , mettendo in crisi coloro che adoperano l’automobile tutti i giorni per raggiungere il posto di lavoro o semplicemente per spostarsi da un posto a l’altro e diciamo che il problema e comune per i paesi della comunità europea, ma quello che fa riflettere di questa situazione e che in Germania ci sono in totale circa 14.000 impianti di cui circa 500 autostradali e che a loro interno svolgono diverse attività commerciali rivendite di pane ,giornali bar e via dicendo , e tutto questo per far fronte ai margini irrisori dei carburanti , e cosi cercano di portare lo stipendio a fine mese, nella nostra Italia abbiamo circa 6400 impianti in più rispetto alla Germania e soltanto una piccola parte con la possibilità di vendite di altri prodotti oltre i carburanti , e diciamo che per la maggior parte sono Autostradali , e se provo ad immaginare di avere la possibilità di poter aprire un qualche tipo di attività descritte in precedenza, qui la burocrazia con tutte le richieste di permessi e documenti vari ti fanno venire il latte alle ginocchia ..e poi ci sono le compagnie che se ti concedono un qualcosa del genere ti succhiano il sangue con richieste di affitti esosi ,ed infine in un post precedente leggo che la regione Puglia in questi giorni ha varato una legge che facilita l’apertura di nuovi impianti per la vendita di carburanti con depositi per lo stoccaggio, alla faccia della razionalizzazione del numero degli impianti con la chiusura di quelli poco redditizi e poi non dovevamo passare a l’elettrico???oppure è una P……A.