Da inizio 2024, il prezzo della benzina e del gasolio continua a crescere, svelando inequivocabilmente l’inefficacia del cartello dei prezzi medi introdotto dal Ministro Urso e dal governo Meloni. Questa misura, in sé surreale, sembra non avere avuto alcun impatto sul costo dei carburanti, confermando la sua inutilità.
L’obiettivo principale del cartello è invesce stato quello di mascherare il carico fiscale complessivo che grava sulla motorizzazione italiana. Secondo stime dell’Anfia, l’associazione che rappresenta l’industria automobilistica italiana, nel 2023 potrebbe aver raggiunto la cifra record di 77 miliardi di euro, segnando un aumento significativo rispetto ai 71 miliardi del 2022. Questa spesa insostenibile per famiglie e imprese è dovuta principalmente alle accise sui carburanti e all’IVA su manutenzione, riparazione, acquisto di ricambi, accessori e pneumatici, tutte in aumento.
Nel 2023, il prezzo medio della benzina era di 1,86 euro, mentre quello del gasolio era di 1,79 euro e del GPL di 0,74 euro. Considerando i consumi rilevati dal ministero, si stima che il gettito fiscale sui carburanti abbia fruttato allo Stato più di 36 miliardi di euro, rappresentando un vero e proprio tesoro.
Quasi un miliardo potrebbe essere arrivato dall’IVA sui lubrificanti, senza contare il carico fiscale sugli interventi di manutenzione e carrozzeria, che continua ad aumentare con l’invecchiamento del parco circolante.
Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia, commenta: “La variazione negativa del 2022 non indica un alleggerimento programmato della pressione fiscale, ma è dovuta a fattori congiunturali. La percentuale del gettito fiscale sul PIL si attesta al 3,6%, la più alta tra i principali Paesi europei, e la maggior parte delle entrate deriva dall’utilizzo dei veicoli. Il gettito derivante dai carburanti e dall’IVA su manutenzione e riparazione, ricambi, accessori e pneumatici rappresenta la maggior parte delle entrate. Al secondo posto si posiziona il gettito derivante dagli acquisti di auto, mentre al terzo posto si trova quello derivante dal possesso.”