Frode fiscale nel settore carburanti, venduti 410 milioni di litri di carburante evadendo l’Iva

Attraverso la gestione di 13 imprese filtro sparse in vari stati dell’Unione Europea e in Italia, formalmente intestate a prestanome, l’organizzazione in tre anni ha complessivamente venduto a un centinaio di clienti italiani, tra depositi commerciali e impianti stradali di distribuzione carburanti, 410 milioni di litri di carburante evadendo l’Iva.

Ieri mattina oltre 100 militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Padova e di altri reparti del Guardia di Finanza, su disposizione del pm della Procura di Padova Marco Peraro, hanno eseguito 20 perquisizioni nelle province di Padova, Verona, Milano, Lodi, Roma, Terni, Napoli e Caserta. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere riguarda R. C., 55 anni, O’ titolare, su cui gravano precedenti per reati sempre legati alla vendita di prodotti petroliferi. Ai domiciliari il suo collaboratore A. V., 37 anni, ma anche padre e figlio della Bassa Padovana: Rino e Andrea B., 55 e 37 anni, già finiti nel 2018 nel mirino della Guardia di Finanza e di un’inchiesta giornalistica della trasmissione Report legata proprio ai traffici sospetti di carburante.

Sfruttando la società Energy Group, con sede legale a Monselice ma di fatto operativa con un deposito a Cologna Veneta in provincia di Verona (ora sotto sequestro), l’organizzazione faceva pervenire il carburante da una raffineria slovena (che lo vendeva legalmente) per poi rivenderlo in Italia illegalmente. L’accisa sul carburante veniva regolarmente pagata (altrimenti staremmo parlando di contrabbando, un reato ancor più grave), ma l’Iva veniva evasa nonostante venisse fatta figurare pagata, attraverso un complesso giro di fatture false Arrivava così, a prezzi ribassati (il risparmio era di 35 millesimi al litro) a depositi e pompe di benzina bianche (quelle non appartenenti ai grandi marchi) non solo in Veneto ma anche in Friuli, Lombardia, Emilia, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Campania.

Sempre ieri mattina è scattato il sequestro preventivo di 31 autobotti cariche di carburante, oltre a immobili e disponibilità su rapporti bancari fino a 95 milioni di euro. Sotto sequestro, tra le altre cose, tre abitazioni a Napoli, una a Milano Marittima e una a Tribano .

Secondo la ricostruzione dei finanzieri padre e figlio di Monselice – tra i primi in Italia ad avere una pompa bianca all’inizio degli anni Duemila – avevano il compito di smistare il carburante dalle varie cisterne prendendo ordine dai napoletani. Nelle loro mani sarebbero finiti 15 mila euro al giorno. Gli altri indagati vivono fuori dal Veneto. Non è escluso che vi sia l’ombra della Camorra dietro l’organizzazione, ma accertamenti sono ancora in corso.

La quantità di gasolio mossa illegalmente nel 2017 e 2018 è pari a quella che può essere trasportata dalla più grande petroliera al mondo. Il volume d’affari illecito è stimato in 433 milioni.

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mario
mario
3 anni fa

a Parma ci sono pompe bianche coinvolte visto la differenza di prezzo praticata arebbe bene saperlo

Claudio
Claudio
3 anni fa

Sono una pompa bianca,ma ora non vorrei esser al posto di qualche collega che vende a prezzi stracciati…vedrete che piano piano la GdF andrà a trovarli a casa a chiedere di ripagare l’iva evasa dal fornitore…come prevede la normativa vigente.ci sarà da ridere parecchio….

pippo
pippo
Rispondi a  Claudio
3 anni fa

L acquirente del bene che si scarica l iva ,mentre il fornitore non l pagata se non cè la prova del dolo ,o della partecipazione a delinquere ,o fraudolenza non è colpevole .
Quindi se un gestore compera un carico di carburante con fattura ,bonifico ,scontato è in regola ,basta dichiari di essere all oscuro di tutto .Fatti contestati a p v nel Veneziano e andati a “buon fine ”
Il vero problema è che ad oggi nessuno vuole effettivamente fermare questo traffico oramai in mano alla mafia ,i sistemi ci sono ,sono elementari ,ma l interesse a fermarlo è minimo ,conviene girarsi dall altra parte Alla prossima retata

Claudio
Claudio
Rispondi a  pippo
3 anni fa

mi spiace ma ti sbagli dal 23/01/2018 …non basta più avere fatture, bonifici, e quant’altro, esiste la responsabilità solidale dell’Iva:
Nella circolare del 1 Aprile 2018 della GdF vengono indicate le 4 condizioni che devono concorrere contemporaneamente per determinare una eventuale responsabilità solidale tra cedente e cessionario in qualità di soggetti passivi iva:
-cessione di specifici beni individuati con richiamato decreto(DM22/12/2005)
-cessione intervenute fra soggetti IVA
-effettuazione dell’operazione a prezzi inferiori al valore normale
-mancato versamento dell’imposta relative a dette cessioni ,da parte del cedente.
In presenza di detti presupposti, si configura una sorta di “presunzione “di evasione, fondata sull’accordo tra cedente e cessionario.
se hai dubbi chiama il 117

pippo
pippo
Rispondi a  Claudio
3 anni fa

Carlo ,non pensare chi io porti queste MERDE
Come dici Tu la presunzione non è la prova della fraudolenza tra cedente e concessionario ,difatti non comperano mai sotto una certa soglia che puo determinare la ricettazione o al limite l incauto acquisto ,e ti garantisco che per questo la finanza ha le mani legate ,deve ,magari impiegando anni ,riscontrare la fraudolenza del sistema che non è automatico ,se lo fosse queste cazzate non le farebbero ,sono protetti ,come ,se l iva e accise le pagasse il gestore direttamente allo stato il gioco si fermerebbe Basta volerlo

scaloppino
scaloppino
3 anni fa

se tutto questo traffico di carburante illegale succede solo in italia qualche spiegazione ci sarà

mauro
mauro
3 anni fa

Oltre 100 militari?”le iene” ci erano già arrivate 6 mesi fa con un giornalista e 2 telecamere